𝑼𝒏𝒂 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒏𝒆𝒗𝒆 (𝒔𝒉𝒊𝒑) [𝒄𝒉] 🪐

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Terzo Reich e Italia Fascista si trovavano nella camera del primo, abbracciati.

Ad un tratto, l'italiano vide qualcosa scendere fuori, dalla finestra che stava guardando. Si avvicinò e un sorriso gli apparve sulle labbra.

«Reich, guarda, sta nevicando!» esclamò poi, ritornando dall'amante e sorridendo. I capelli scuri si muovevano attorno al suo viso.
Il maggiore gli sorrise di rimando e si avvicinò anche lui, guardando fuori. Poggiò una mano sul fianco del fascista, quasi ad abbracciarlo in un momento d'intimità.

Eh già, Italia aveva ragione: piccoli puntini bianchi, che sembravano morbidi come le più belle e morbide lenzuola di raso, cadevano leggiadri sulle strade, i tetti delle case e i giardini, dando al cielo di Berlino un'aria più calma. Non sembrava che, in quello stesso momento, si stesse combattendo una guerra.

«Usciamo?» chiese l'italiano, dopo qualche minuto di assoluto silenzio per ammirare quella meraviglia. Reich, con un piccolo e leggero sorriso, annuì.

Quando furono entrambi pronti, uscirono da una porta, lontani dallo sguardo di tutto e tutti, godendosi per una volta, un momento di vita quotidiana.

Entrambi, subito dopo essere usciti, sentirono un brivido di freddo lungo la spina dorsale. Per questo, Reich, si avvicinò ad Italia Fascista, senza abbracciarlo, poiché aveva paura che qualcuno li vedesse.

Andarono nella casetta, la loro. Si strinsero, dopo aver acceso un fuoco, davanti ad esso, dove Reich questa volta non aveva paura.

Strinse l'amante a sé, coccolandolo e abbracciandolo come aveva voluto fare sin dall'inizio.

«Quando ti sei accorto di essere innamorato di me?» chiese ad un tratto, Fasci, mentre gli accarezzava piano la guancia, guardandolo negli occhi.

«Mhm...» cominciò, pensandoci, il maggiore. «Non credo di aver mai trovato un momento preciso in cui mi sono innamorato di te. Sono stati tanti piccoli momenti, che mi hanno fatto innamorare di te. Ma c'è stato un solo momento in cui mi sono accorto di esserlo. Forse quando ti guardavo mentre mi sorridevi. Forse mentre mi guardavi di rimando. Questo, ahimè, non posso dirlo con certezza. Ma so che il mio momento preferito, è stato quando anche tu mi hai fatto capire che lo sei.» spiegò, sorridendo leggermente, per poi guardarlo.

«Non mi fai la stessa domanda?» gli sorrise l'italiano, guardandolo di rimando.
«No, non ne ho bisogno» rispose il tedesco avvicinandolo a sé, sentendo il bisogno di sentire il profumo del minore ancora e ancora. Mise la testa nell'incavo del collo di Fasci, chiudendo gli occhi e respirando lentamente.

Italia sorrise, lasciandolo fare e abbracciandolo forte, accarezzandogli il collo e il capo, muovendo anche i capelli corvini. Reich cominciò di rimando, accarezzandogli la schiena con calma, sentendo i vestiti dell'altro che seguivano i movimenti delle sue mani, dita.

«Dimmi che mi ami» sussurrò  improvvisamente il fascista, senza rendersene conto. Non appena lo fece, le sue guance presero un colorito più roseo, staccandosi da Reich e girando la testa da un'altra parte.

«Scusa, non volevo-» cominciò a scusarsi Fasci, ma si zittì subito quando Reich poggiò l'indice della mano destra sulle sue labbra e si avvicinò al suo orecchio.

«Ti amo» gli sussurrò il tedesco. Lo ripeté ancora e ancora, mentre l'italiano gli diceva di non smettere. Lo faceva sentire amato, in un modo che nessuna altra persona ci sarebbe riuscita e nessun gesto poteva rendere così vere quelle parole.

«Ti amo anche io. Tanto» rispose Fasci, sorridendo, i capelli portati all'indietro.

Si distesero sul letto, mentre fuori il sole scompariva e la luna faceva la sua entrata magnifica grazie al tramonto. I fiocchi di neve continuavano a scendere senza fretta, quasi ad essere testimoni di quelle due anime che non avrebbero mai potuto amarsi alla luce in quel mondo.

«Ich liebe dich, meine liebe» gli sussurrò, con un piccolo sorriso, abbracciandolo, sul letto, mentre Fasci, già mezzo addormentato, lo sentì e gli rispose con un dolce e piccolo sorriso.

«Ti amo anche io, Reich» disse piano l'altro, mentre si addormentavano uno tra le braccia dell'altro.

Le ultime fiammelle del fuoco accesso nel caminetto si spensero in un soffio, lasciando spazio al calore che i loro corpi emanavano e per non fargli prendere freddo, una coperta per tenerli al caldo.

L'ultimo fiocco di neve candido e velato cadde sulla strada già bianca, chiudendo quella giornata con la luna alta e brillante, nel cielo blu.

ᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈᚃᚈ

710 parole.

Ecco il tuo regalo.
L'ho fatto con piacere, non dire altro,
per favore.
Auguri, davvero tanti auguri per il nostro primo Natale.
Ti dò la buonanotte e spero che ti sia piaciuta.

L'

Ps. Forse ci sono delle incongruenze, ma sono troppo stanca per ricontrollare, vorrai scusarmi.

𝗔𝗥𝗧𝗘𝗠𝗜𝗦 || 𝑂𝑛𝑒 𝑆𝒉ꪮ𝑡 𝑎 𝐶𝑎𝑠ꪮ Where stories live. Discover now