5. Villa e Balestra

1.8K 145 11
                                    

Venerdì arrivò, a malincuore, troppo in fretta, e si portò con sé un'innumerevole quantità di paranoie e insicurezze che, ovviamente, andarono tutte ad alloggiare nei meandri del cervello di Manuel.

Prima tra tutti, ma solo perché era la prima in ordine cronologico, c'era il fattore auto: avrebbe dovuto presentarsi a Villa Balestra nientemeno che con la sua paleolitica panda rossa del 2006, che oltre a non vantare neanche del cavo aux esponeva in bella vista una grossa ammaccatura sul cofano (in sua difesa, non era stata colpa sua), per non parlare delle cacche di piccione che adornavano pressoché qualunque finestrino.

Quel trabiccolo a quattro ruote sarebbe stato lì, in mezzo a tutte le BMW, le Mercedes, le Maserati e le Porche degli amici di famiglia di Simone, e a Manuel veniva seriamente da chiedersi come avesse potuto pensare il moro che trovarsi uno come lui come finto fidanzato avrebbe potuto salvarlo da una figura di merda: per quanto lo riguardava, quella figura di merda Manuel era soltanto capace di ingrandirla.

Simone captò quella sua insicurezza, strano ma vero, e si offrì di passare con lui tutto il giovedì, in modo da poter fare il viaggio insieme il giorno dopo. E, presumibilmente, per evitare che si facesse prendere dal panico durante la guida e finisse per schiantarsi contro il guardrail.

Dal caldo che faceva, Manuel ringraziò il cielo di aver preso la decisione di cambiarsi e mettersi il completo solo una volta arrivato a casa di Simone, altrimenti si sarebbe presentato al cancello grondante di sudore e con i capelli appiccicati alla fronte, facendo immediatamente una pessima impressione.

Certo, ciò non stava a significare che le cose fossero comunque sistemate: sarebbe comunque sceso da quella macchina in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. E poco ma sicuro lui non era come Simone, che nonostante non indossasse completi eleganti nel suo quotidiano poteva comunque permetterseli, e soprattutto non era il figlio della famiglia che avrebbe visitato.

Così, mentre Simone se ne stava tranquillo e rintanato nella t-shirt azzurra di Manuel a tamburellare le dita contro la coscia al ritmo della canzone che aveva trovato per miracolo in una stazione radio decente, Manuel sudava sia caldo che freddo e doveva lottare contro l'ansia che andava crescendo man mano che i kilometri tra loro e Villa Balestra diminuivano.

«Stavo pensando che non c'abbiamo un piano per quando tutto questo sarà finito», disse Manuel tutt'a un tratto.

Distrattamente, Simone si voltò verso di lui e abbassò di poco la testa per guardarlo al di sopra degli occhiali da sole.

«Cioè?»

«Che nun possiamo mica finge de sta' insieme pe' tutta la vita. Quindi direi che tra 'na settimana circa potrai dire a tua nonna che non ce siamo trovati come coppia e abbiamo deciso de tornà al rapporto che c'avevamo prima.»

La bocca del più piccolo si aprì in una piccola "o" di realizzazione, segno che lui, artefice di tutto quel teatrino, manco aveva pensato a come gestire il tutto una volta calato il sipario. 

Decisamente, ricco e fesso.

«Oh, giusto. Okay allora», scrollò le spalle. Allungò una mano verso Manuel, per stringergli la coscia in una morsa affettuosa che più che rassicurare il moro lo portò solo a deglutire per via di quel contatto così ravvicinato e così intimo.

«Ehi, andrà tutto bene», Simone strinse di più la presa. «L'unica cosa un po' più difficile sarà sbaciucchiarci in pubblico ma vedrai che ci faremo l'abitudine.»

Manuel per poco non inchiodò.

Non voleva pensarci: non voleva dover arrivare al punto di baciare Simone per finta, lui che lo amava davvero. Ma era inevitabile, non aveva vie di fuga: quale coppia non si bacia?

Ufficialmente, per finta [Simuel]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora