7. Backstage e messa in scena

2K 149 60
                                    

Il primo bacio Manuel glielo diede la mattina seguente, senza preavviso e senza mezze misure, durante la colazione.

Doveva essersi svegliato carico e in vena di far rabbrividire sua nonna, e per soddisfare i suoi bisogni Simone era l'unico che potesse fargli da cavia. Che doveva fargli da cavia. 

Soffiando sopra la sua tazzina fumante di caffè, il moro in quell'istante ancora doveva svegliarsi del tutto. Nonna lo stava informando sugli orari di Jacopo, dell'aereo che aveva preso e dell'arco della giornata in cui finalmente sarebbe arrivato a casa, finché Manuel a conversazione finita (perché nonna lo avrebbe cazziato se si fosse azzardato a parlarle sopra) non gli aveva messo un macaron sotto il naso.

«Hai assaggiato, amore?»

Folgorato dai suoi occhi scuri e seducenti e da quella massa informe di ricci che nemmeno in un futuro distante anni luce avrebbe trovato un ordine sulla sua testa, Simone aveva scosso la testa e, muto e obbediente come un cucciolo, per di più troppo intontito dal nomignolo col quale il maggiore si era rivolto a lui per ricordarsi di avere una dignità, si era lasciato imboccare.

Aveva sorriso al più grande quando quest'ultimo non si era azzardato a scollargli gli occhi di dosso nemmeno mentre masticava, così, giusto per infiocchettare un po' quella scena agli occhi della nonna, che se avesse visto Simone sul punto di farsi andare di traverso il macaron perché incapace di sostenere lo sguardo intenso di quello che doveva essere il suo ragazzo, forse due domande se le sarebbe anche fatte.

Ingoiato il dolcetto e finalmente interrotto il contatto visivo con la sua dolce metà fittizia, Simone aveva pensato di essere fuori pericolo. Invece Manuel aveva alzato un angolo della bocca in un ghigno malizioso e aveva allungato i palmi caldi a carezzargli le guance, riportandolo con gentilezza col viso rivolto nella sua direzione: era stato lì che l'aveva baciato. Veloce e diretto, labbra contro labbra, pelle contro pelle che allontanandosi aveva prodotto uno schiocco talmente rumoroso alle orecchie di Simone che doveva esser rimbombato tra tutte le pareti.

«Con permesso», con una nonchalance del tutto estranea se confrontata al suo scetticismo per il loro piano, aggiunto alla paura per sua nonna, Manuel si era alzato dal tavolo e aveva lasciato la stanza.

Simone a malapena riuscì a sentire sua nonna commentare sul romanticismo spicciolo del ragazzo, troppo concentrato a sfiorarsi la bocca coi polpastrelli.

Non se lo era immaginato così, il primo bacio con Manuel.

Se lo era immaginato di notte, sotto la pioggia, tra le risate, come nei film. Si era immaginato il rientro a casa di Manuel con i vestiti gocciolanti che avevano un motivo in più per finire per terra proprio davanti alla porta d'ingresso, si era immaginato le dita che girovagavano tra i ricci bagnati fradici e la doccia calda che avrebbe ospitato entrambi decisamente in ritardo rispetto al momento in cui avrebbero varcato la soglia di casa.

Lorenzo invece lo aveva baciato alla fine del primo appuntamento, sguinzagliando tutte le farfalle che Simone aveva tenuto a freno dentro al suo stomaco fino a quel momento, riuscendo persino a fargli dimenticare per una nottata intera tutti i sogni ad occhi aperti che aveva fatto su Manuel. Lo stesso Manuel che adesso lo stava aiutando a non fare la figura del single patetico e prossimo a diventare padrone di sette gatti davanti al suo ex fidanzato storico. 

A vederla così, si sentiva idiota per aver sperato che il primo bacio con Manuel, durante la loro sceneggiata, fosse diverso.

Ma ciò non stava a significare che se ne sarebbe stato zitto e con le mani in mano dopo che il suo migliore amico, che fino a prova contraria giusto neanche ventiquattr'ore prima si era detto contrario a quel piano, lo aveva baciato calorosamente. Lo aveva assecondato nella sua pazzia, sì, ma sempre contrario era.

Ufficialmente, per finta [Simuel]Where stories live. Discover now