12. Punto e a capo

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Che Simone ricordasse, Manuel e Lorenzo non erano mai rimasti nello stesso posto da soli senza di lui.

Manuel non era stato presente nemmeno il giorno in cui aveva fatto la conoscenza del più grande: c'era stata sua nonna, invece. Gli aveva chiesto un passaggio fino a casa di Gemma, e Simone l'aveva accontentata volentieri. Dopotutto lui la macchina avrebbe comunque dovuto prenderla per andare da Manuel, e quella meta era di strada.

Lorenzo era uscito dalla casa di sua madre nel momento stesso in cui sua nonna aveva varcato il cancello, e si erano riconosciuti e salutati all'istante.

Inutile dire che Simone fosse rimasto folgorato dalla bellezza eterea di quel ragazzo, quell'uomo fatto e finito col sorriso più bianco che Simone, in diciott'anni appena di vita, avesse mai visto.

Era stata Virginia a incitarlo a scendere dall'auto e presentarsi, ed era stato in quel momento che tutta l'introversione di Simone si era fatta sentire: aveva tremato sotto la stretta di mano ferma e decisa dell'uomo, le guance gli si erano pitturate di rosso cremisi quando quegli occhi verdi si erano mossi lungo tutto il suo corpo, scrutandolo con un'espressione per nulla dispiaciuta.

E poi una cosa aveva tirato l'altra, Lorenzo aveva finito per accompagnare a sua volta sua madre fino a Villa Balestra e si era fermato a chiacchierare con Simone, si erano beccati per caso a qualche evento esclusivo a cui entrambe le loro famiglie avevano preso parte, a un certo punto era spuntato un follow su instagram e all'ennesimo incontro pure la richiesta del numero di telefono aveva fatto il suo ingresso. Il primo appuntamento non aveva tardato ad arrivare.

Manuel però, nonostante Simone gli avesse fatto una testa tanta su Lorenzo, su quanto fosse bello, intelligente, gentile e maturo, non lo aveva mai conosciuto.

Aveva spalancato gli occhi quando Simone gli aveva detto che Lorenzo gli aveva chiesto d'uscire. "E mo te che fai?" gli aveva domandato, e il più piccolo con una semplice scrollata di spalle aveva risposto: "cerco qualcosa da mettermi e ci vado. Stento ancora a crederci".

"Ma scusa ma quindi facevi sul serio quando me stavi a parlà de questo qui?"

"Dovevo fare per finta?"

"Che ne so io Simò, c'avrà er doppio dell'età tua, pensavo fosse 'na cosa tipo 'na celebrity crush, nun pensavo ce volessi veramente combinà qualcosa."

Qualcosa ce l'aveva combinato eccome, e a Manuel ne aveva sempre parlato in tempo reale.

Lui e Lorenzo si erano conosciuti solo dopo qualche settimana dal loro primo bacio, in un'uscita a cui anche Jacopo aveva preso parte così che Manuel non dovesse fare da terzo incomodo. Ma poi qualche volta il terzo incomodo aveva dovuto farlo lo stesso, tipo quando Simone si era rifugiato a piangere a casa sua—quando Manuel ancora viveva con sua madre—dopo aver litigato con Lorenzo e, all'ennesima chiamata ignorata, Lorenzo si era presentato lì da loro.

A Manuel Lorenzo non era piaciuto nemmeno quando le cose tra lui e Simone parevano andare a gonfie vele. Ad oggi, Simone ne capiva perfettamente il perché, oltre al fatto che Manuel non aveva mai avuto peli sulla lingua quando gli diceva che per lui era troppo grande e che trovava assurdo che la media scolastica di Simone, in pieno anno della maturità, avesse iniziato a calare perché passava più tempo col fidanzato avvocato (che chissà come mai aveva fin troppo tempo libero vista la sua professione) che a studiare.

E Manuel che aveva a cuore lo studio e l'educazione era qualcosa di a dir poco fantascientifico. Quindi forse già a quel tempo qualche campanellino d'allarme avrebbe dovuto iniziare a suonare.

Dall'altra parte però, Lorenzo non si perdeva in chiacchiere riguardo l'opinione che aveva di Manuel e andava sempre dritto al punto: era un ragazzino rozzo e ignorante e Simone meritava amici più importanti di lui.

Ufficialmente, per finta [Simuel]Where stories live. Discover now