8. Baci e Abbracci

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Avevo detto 11+epilogo? Bene, da oggi saranno 12+epilogo.

«E... come vi siete conosciuti?»

L'interlocutore poteva tranquillamente essere una qualsiasi sagoma scura con un punto di domanda al posto della faccia, o con una mela a coprirgli il volto se si fosse voluto fare un omaggio a Magritte, fatto sta che in quelle ore la domanda alla neo coppia era stata posta così tante volte che chiunque ricevesse risposta agli occhi di entrambi aveva assunto la forma di un'entità indefinita.

«Io e Manuel ci conosciamo già da quattro anni: ci siamo sempre voluti tanto bene...»

«...e a un certo punto è successo e basta. Così, naturale.»

Avevano il mal di testa ogni volta che dovevano ripetere a memoria quella filastrocca imparata in così poco tempo, tant'è che Simone a una certa aveva preso Manuel per un braccio e gli aveva sussurrato all'orecchio, in tono scherzoso: «Mettiamoci a raccontare una versione diversa ogni volta, ti prego.»

«Che je dico, che m'hai sedotto in uno strip club?»

«Sì, per favore.»

Manuel aveva camuffato una risata dietro a un grugnito e se lo era stretto contro, afferrandolo per la vita, e gli aveva solleticato il collo con il naso prima di posarci sopra un bacio.

«Me farai ammattì.»

Erano ben quattro anni che ci ammattiva, a essere onesti, ma quel fine settimana aveva raggiunto livelli oltre il consentito.

Con Simone funzionava così: ti sorrideva con quell'innocenza tipica di un ragazzo troppo buono per questo mondo e a te veniva voglia di inginocchiarti ai suoi piedi e tirar fuori un anello, chiedendogli, implorandolo, di passare il resto della vita con te.

Era tutto il giorno che Manuel si alzava in punta di piedi per catturargli le labbra con le proprie, e mai una volta che la sua testa avesse smesso di ragionare in maniera egoistica e si fosse posta il problema di star esagerando: non riusciva ad averne abbastanza.

Profumava di buono, Simone, di un profumo costoso che gli aveva spruzzato addosso quella mattina senza che Manuel gli chiedesse nulla perché "vie' qua che ti sta bene".

«Sto mantenendo la parte», fu con queste parole che il più alto giustificò il poggiare i gomiti sulle spalle di Manuel, le dita che andavano a giocherellare con i suoi ricci.

«Fai pure», se lo avvicinò con un gesto veloce, carezzandogli la schiena con ampi movimenti del palmo della mano e scrutando attorno a sé, imitando Simone: ben pochi stavano prestando loro attenzione.

Virginia, solitamente vigile come un cane da guardia, era troppo impegnata a fare il terzo grado a Jacopo sulla sua permanenza in Svizzera per schiaffeggiare via le mani di Manuel dal corpo del nipote. Dante stava discutendo di filosofia con un uomo più anziano di lui; Lorenzo non era, miracolosamente, nei paraggi.

E questo sia lui che Simone lo avevano notato. Eppure...

«Vuoi far incazzare nonna?» chiese il più piccolo, e senza aspettare risposta lo baciò ripetutamente sulle labbra, piano, con cura, percorrendogli gli zigomi con i pollici, così, "per far incazzare nonna", nonna che neanche guardava.

Un uomo scaltro, più intelligente, glielo avrebbe fatto notare e lo avrebbe messo con le spalle al muro. Ma Manuel bramava di reggergli il gioco.

«Dopo questa me caccerà fori de casa a calci nel culo» un brivido gli salì su per tutta la colonna vertebrale mentre infilava una mano al di sotto della camicia di Simone e andava a percorrere la sua, di colonna vertebrale, con la punta delle dita.

Ufficialmente, per finta [Simuel]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz