Capitolo 2: il Mio Fratellastro odiato

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Quando scendo la valigia e vado verso il cancello di casa dei miei, noto che si respira una strana aria, non si sente nemmeno una mosca volare. E' come se ogni singolo essere vivente stia aspettando che la tempesta impazzi e che faccia danni.

Volevo fare una sorpresa a mamma e Pietro, ma la luce della cucina è spenta, mentre una soffusa è accesa in sala da pranzo assieme alla televisione che ha il volume al minimo.

Poso la valigia a terra e provo a chiamare i miei. "Mamma? Pietro? Ci siete?" Non possono essere a lavoro, conosco i loro turni e dovevano essere liberi. Eppure che strano, non li trovo. Forse sono in camera loro? Magari, stanno facendo le loro cose. Oddio, non voglio beccarli mentre fanno sesso. Vado al piano di sopra e mi avvicino alla loro camera. Tendo l'orecchio, ma non sento nulla.

"Ma cosa stai facendo piccolo pervertito?" Mi drizzo e provo a capire da dove provenga quella voce fastidiosa. Mi volto e mi ritrovo Antonio appoggiato allo stipite della porta della sua camera che mi osserva a braccia conserte. Ha i capelli scombinati e indossa una magliettina nera sgualcita, un sotto tuta grigio e dei calzini bianchi.

"Stavo cercando di capire se mamma e Pietro stessero dormendo." Mi difendo. Lui fa uno di quei sorrisetti che vogliono dire: "Ti ho beccato con le mani nel sacco."

Chiudo gli occhi e provo a calmarmi. Quel tizio mi fa proprio mandare in pappa il cervello.

"La vera domanda è: Che ci fai qui? Non ti eri tolto dalle scatole?" Mi fa notare lui.

"E' sempre molto bello parlare con te. Mi fa molto piacere vederti." Dico sarcastico. "Davvero?" Chiede lui sempre con quel sorrisetto beffardo stampato in viso. "Ovviamente no!" Lui fa spallucce. " Tu ,invece, mi sei mancato." Mi dice mentre torna in camera sua. Sì, come no. E' un altro dei suoi giochetti mentali, quello di farmi sentire un perfetto stronzo. Ci riesce pure.

Lo seguo in camera sua.

"Ehi, non ti ho mica detto che potevi entrare." Mi fa notare. Alzo gli occhi al cielo. "Mi diresti dove sono mamma e tuo padre?" Domando, tagliano corto con i convenevoli.

Non so se è impressione mia, ma il suo volto si fa un po' scuro. "Sono a lavoro."

Molto bene. E' uno di quei logorroici del cazzo, ma vuole iniziare a fare il taciturno adesso? "Non può essere, mamma mi ha mandato i suoi orari via messaggio." Rifletto se, per caso, non ricordi male, anche se ho una memoria di ferro.

Antonio si sdrai sul letto. "Non c'è più il pronto soccorso." Io lo fisso, non capendo il senso delle sue parole. "Che significa?" Domando perplesso. Lui si sfila il cuscino dalla testa e me lo lancia addosso. Io provo a schivarla ma, ovviamente, non ci riesco. "Dico, ma dove vivi? Sulla luna? Non senti le notizie al telegiornale?"

"Samu, calmati." Provo a dirmi. "Vuoi parlare sì o no?" Antonio mi fissa. "A causa di questo virus, sono aumentati visibilmente molti casi, quindi hanno chiuso il pronto soccorso e lo hanno reso un reparto esclusivo per chi si becca il coronavirus; Inoltre, tutti i medici ed infermiere hanno avuto un incremento delle ore e sia tua mamma che mio padre sono stati chiamati poco fa perché la situazione sta degenerando." Mi racconta. "Non so quando torneranno, ma le cose vanno davvero male. Tra poco, parlerà il presidente in televisione e da quello che si legge in rete, non sono buone notizie. Credo vogliano chiuderci in casa."

Ho trascorso tutto il giorno in auto con la radio accesa e ho sentito spesso le notizie che passavano e, in effetti, so che era possibilità molto concreta che la zona rossa possa estendersi in tutto il paese. Annuisco. "Ma tu che ci fai qui?" Mi domanda di nuovo. Faccio spallucce. "Federico è rimasto bloccato in Inghilterra e io non volevo restare solo a Milano, la situazione lì è davvero spaventosa, così ho preso l'auto e sono sceso." Riassumo brevemente. "Ma non è vietato spostarsi o, quanto meno, non avresti dovuto avere difficoltà ad arrivare?"

Faccio spallucce. "Non ho trovato alcun problema. Non so cosa stia succedendo, ma è una situazione surreale. E' come quel film che mi hai costretto a vedere qualche anno fa." Dico. " Quello sulla pandemia?" Annuisco.

"Era una figata di film. Solo che, non pensavo potesse diventare realtà." Ammette Antonio. Rimaniamo un po' di tempo a guardare il vuoto.

"Quindi, saremo costretti a convivere nuovamente noi due da soli." Osserva lui e io mi maledico perché avrei preferito beccarmi il virus piuttosto che condividere la stessa casa con il mio fratellastro. Speravo fosse rimasto a studiare a Catania, invece, eccolo lì. Abbiamo avuto la stessa idea.

"Non mi contengo più dalla gioia." Rispondo sarcastico. Lui si alza e si avvicina a me. "Sai che ti dico? Federico è un fottuto genio, più che condividere la casa con te ventiquattr'ore su ventiquattro, ha preferito farsi la reclusione in un altro paese." Fa spallucce, come se mi avesse detto qualcosa di simpatico. Alzo la mano e gli mostro il dito medio.

"Non essere volgare." E lo vedo uscire dalla sua stanza. Ho appena realizzato che ho fatto l'errore più grande della mia vita: Passerò da recluso diversi giorni con il mio peggior nemico.

LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)Where stories live. Discover now