Capitolo 15: E' Già Stato Con Altri?

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Abbiamo fatto l'amore. Non riesco ancora a crederci. Io e Antonio abbiamo fatto l'amore. La cosa più strana è che non mi sento nemmeno un po' in colpa, è come se fosse stato giusto.

Mi alzo dal letto e vado in bagno. Apro l'acqua calda e mi getto dentro la doccia. Rivivo nella mia mente quello che è appena accaduto: Le sue mani suoi miei fianchi, la mia bocca sul suo membro, lui che mi penetra in maniera dolce e le nostre dita che s'intrecciano.

Il mio pene ha un sussulto e sento che si sta risvegliando. Non posso nascondere che sia stata la scopata migliore fino a questo momento. Esco dalla doccia e mi asciugo. E se lui si fosse pentito? Se non volesse più rifarlo? Nuovamente, vengo assalito dai dubbi. Devo cercare di capire se anche per lui è stato bellissimo come lo è stato per me.

Indosso un paio di pantaloni grigi della tuta e una magliettina e mi dirigo in cucina. Prendo una pentola e la riempio d'acqua. Dal frigo esco del guanciale e delle uova e armeggio per preparare la carbonara. L'ho vista fare diverse volte su dei video, ormai la conosco a memoria.

Mentre mi concentro sulla cucina, arriva Antonio. Può essere più sexy di così? Indossa solo un paio di pantaloncini blu, non ha la maglietta e i suoi capelli sono ancora arruffati per via del sesso. Il mio cuore si riempie, mentre le mie parti basse urlano di piacere. Ho paura che possa essersi pentito di ciò che è successo, quindi trattengo il fiato. Quando mi vede, si illumina un bellissimo sorriso. Non mi stancherei mai di vederlo sorridere.

"Ehi, che combini?" Mi chiede, avvicinandosi a me. Si mette dietro e mi abbraccia." Carbonara? Mmm, buonissima." Mi sussurra e mi inizia a baciare l'orecchio. Perdo la concentrazione. Non riesco a smettere di ansimare. Lui sa che effetto mi fa, il bastardo. "Smettila o non mangeremo più." Sussurro. "Io ho fame, ma di un'altra cosa." Mi dice, passando a baciarmi il collo. Non pensavo potesse succedere così presto, specialmente non in cucina. Oddio, ho sempre immaginato essere preso in cucina. Mi volto e lo bacio con passione. Lui mi infila la lingua in bocca e cerca la mia. Quando ci stacchiamo, mi osserva con i suoi occhi che riescono a scrutarmi nell'anima. "Quanto ci vuole prima che la pasta sia cotta?" Domanda, all'improvviso. Mi acciglio. "Ci vorranno otto minuti circa." Gli rispondo dubbioso. "Allora sarà meglio sbrigarci." Il suo sguardo è carico di eccitazione. Torna a baciarmi mentre mi prende in braccio e mi fa sedere sul bancone. Mi spoglia togliendomi prima la maglietta e poi abbassandomi i pantaloni. Mi fa sdraiare e alzare le gambe e con la lingua inizia ad insinuarsi nel mio ano, leccandolo come se fosse la fonte della vita. Io sto ansimando senza contegno e, ben presto, mi sento pronto per accoglierlo dentro di me. Lui mi guarda con quegli occhi maliziosi e carichi di piacere, si abbassa i pantaloncini e mi mostra la sua grossa erezione. Non faccio nemmeno in tempo a chiedere di indossare il preservativo, che si fa strada verso di me. Non ho mai fatto sesso non protetto e, da un po' di tempo, ho iniziato ad informati per la prEP, ovvero la profilassi pre-esposizione, cosa che dovrebbero prendere tutti al giorno d'oggi, ma ancora in Italia, purtroppo, non è facile accedervi. In ogni caso, non ho mai rinunciato al caro vecchio amico preservativo. Mai, fino ad ora. Chiamatemi incosciente, ma in questo momento non riesco a concentrarmi su nulla tranne che su di lui che mi sta scopando. Il suo pene entra facilmente dentro di me, sia perché mi ha ben lubrificato con la sua lingua, sia perché il mio ano è ancora largo dal sesso di poco prima. Mi da dei colpi lenti ma precisi, fino a quando non aumenta il ritmo. Io mi tocco con una foga sempre maggiore. "Dimmi quando stai per venire." Mi dice. Io annuisco e, dopo poco, urlo "Vengo." Lui aumenta ulteriormente il rimo degli affondi e, alla fine, concludiamo insieme. Il mio sperma schizza un po' ovunque, mentre lui rimane fermo dentro di me, per poi accasciarmisi contro. Ansiamo entrambi, stanchi e soddisfatti. "Mi sei venuto dentro." Faccio notare. Lui si imbarazza un po'. "Scusa, sono stato preso dalla foga del momento. Non ti preoccupare, io non faccio spesso sesso occasionale e uso sempre il preservativo." Mi spiega, uscendo piano piano da me. "Anche io uso sempre il preservativo." Un dubbio inizia a formarsi nella mia mente. "Hai detto che non fai spesso sesso occasionale, ma questo non significa che non lo fai mai. Intendi che hai già fatto sesso con altri che non siano la tua ragazza?" Domando un po' accigliato. Lui si adombra un pochino. "E' capitato, sì. Non sei il primo con cui ho fatto sesso omosessuale." Questa confessione mi arriva come un treno addosso. Non dico che non avessi immaginato che fosse stato con altri ragazzi, ma sentirlo dire è un'altra cosa. "E' iniziato qualche mese fa, Carlo mi ha chiesto di accompagnarlo in una disco gay a Catania, inizialmente, non volevo andare perché sai come è fatta Adele, ma lui mi ha convinto a non dirle nulla. Mi sono sentito in colpa, ma alla fine ho accettato." Si ferma. "Era la prima volta che le mentivo e so di aver fatto una stupidata. In ogni caso, alla serata, mi sono divertito, non mi sentivo così libero da molto, moltissimo tempo. Adele è una bravissima ragazza e le voglio molto bene, ma c'è qualcosa che mi spinge ad allontanarmi da lei. Non so se riesco a spiegarmi." Si passa una mano tra i capelli con fare nervoso. "Non l'ho mai amata e , quando ho realizzato questa verità, ho provato a lasciarla più volte, ma lei si è fatta venire delle crisi respiratorie, è svenuta e ho avuto paura. Credo che un po' lo abbia fatto apposta, quindi mi ha incatenato." Si blocca. "Nonostante non sia innamorato di lei e ci sto solo perché fa leva sul mio senso di pena, il che è tremendo, non le ho mai mentito prima di quella sera." Lo mette ben in chiaro. "Sai com'è fatto Claudio, a metà serata mi ha abbandonato per andare dietro ad uno e io son rimasto solo. Si è avvicinato questo ragazzo, un bel tipo. Ci siamo messi a parlare di tante cose, nei nostri interessi e dei nostri hobby. Fino a quel momento, non avevo mai pensato di provare attrazione per un altro ragazzo. Alla fine, mi sono ritrovato nel suo letto e mi è piaciuto. Tanto. Mi sono comportato da stronzo con lui, l'ho incolpato di avermi costretto a scopare e gli ho urlato cose di cui mi vergogno tremendamente." Abbassa lo sguardo. "Da lì, ho iniziato a farmi un esame di coscienza; Volevo incolpare l'alcol, ma dovevo essere sincero con me stesso fino in fondo, avevo già provato attrazione verso qualcuno del mio stesso sesso in passato, solo che l'ho sempre repressa." Mi fissa e io non ho il coraggio di aprire bocca. "Quella stessa sera sono andato allo stesso locale e ho scopato con un altro ragazzo e mi è piaciuto moltissimo. Il senso di colpa c'è stato sempre, ma ho deciso di non ascoltarlo."

"Quindi, ti consideri bisessuale?" Domando, in attesa di capirlo meglio. "Non amo etichettarmi. Ho attrazione anche verso le donne, quindi se dovessi definirmi, sicuramente bisessuale sarebbe la parola che utilizzerei." Conferma.

Ho un'altra domanda, ma ho troppa paura di porgerla. "Che c'è?" Mi domanda curioso per via del mio atteggiamento. "Devo... Devo scolare la pasta." E vado a spegnere il fornello ancora nudo e pieno del suo sperma. "Avanti, chiedimelo." Mi dice.

Io evito di guardarlo. Temo per quella risposta, perché ho quasi l'impressione di conoscerla. "Chiedimi per chi avevo già provato attrazione." Mi blocco con la pentola in mano. Alla fine, con movimenti lento, butto la pasta dentro lo scolapasta. Lui mi prende per un braccio e mi costringe a voltarmi. "Chiedimi chi è."

Mi mordicchio il labbro, come faccio sempre quando sono nervoso. Ci fissiamo negli occhi per un lungo istante.

"Ti prego, non mi illudere." Lo imploro. Lui sorride e si avvicina a me. "Provo attrazione nei tuoi confronti dal primo momento che ti ho incontrato. Ricordi quella sera a casa dei tuoi genitori?" Annuisco. "Come potrei mai scordarla." E' la pura verità. "Ti sei comportato da stronzo nei miei confronti. Ti ricordi quella frase su ciò che ero?" Rivedendo nella mia testa ogni singola scena.

Lui annuisce. " Avevo capito che ti piacevano i ragazzi e, dentro di me, stavo facendo i salti di gioia, ma mi sono spaventato. Mi sono terrorizzato per il senso di eccitazione che provavo nei tuoi confronti. Quando parlavi senza fermarti nemmeno per riprendere fiato, l'unica cosa che volevo fare era ficcarti la lingua in bocca." Poggia la sua fronte sulla mia. "Ma, come ho detto, ho iniziato a spaventarmi da questi pensieri e da queste sensazioni e ho cercato di allontanarti comportandomi da bastardo."

Il mio cuore si ferma. Gli piacevo già da allora? In realtà, anche io pensavo fosse davvero carino. "Ho preso l'auto perché volevo avere qualcosa di tuo. Non domandarmi perché, non avrei una spiegazione logica da darti, ma quel modellino l'ho sempre tenuto come una reliquia. Vieni con me." Mi sussurra e mi prende per un braccio. "Anto, devo condire la pasta o si incolla tutto." Provo a dirgli, strattonando il braccio nel tentativo di liberarmi. Ho già ricevuto fin troppe notizie scioccanti che devo metabolizzare.

Lui mi conduce fino in camera sua, apre il cassetto del comodino ed estrae il modellino della Ferrari. Me la porge. "Eccola qui. Mi hai chiesto perché l'ho presa e, adesso, te l'ho confessato." Io la fisso e mi sento sopraffatto da tutta la situazione. Lui ha sempre provato attrazione nei miei confronti, ma mi ha respinto e trattato male solo perché aveva paura delle sue sensazioni. Mi scoppia la testa.

Continuo a guardare il modellino che è tra le sue mani. Lui si avvicina a me. "Samu, posso tenere ancora la tua macchinina della Ferrari?" Il suo volto è illuminato dal bellissimo sorriso che ha imparato a riservare solo a me. Il mio cuore si gonfia di affetto per lui. Annuisco e una lacrima riga il mio viso. Lui fa un finto broncio e con un dito asciuga la lacrima. "Non piangere. So di essere stato un po' cattivo con te in passato, ma spero che possiamo risolvere, pian piano, i nostri problemi. Mi piace troppo questa situazione tra di noi e vorrei che non finisse tanto presto, se anche per te va bene." Dice.

"Direi proprio di sì. Domanda? Quanto tempo deve passare prima che possiamo scopare di nuovo?" Chiedo, diventando malizioso. Lui mi prende tra le sue braccia e mi bacia. "Direi che adesso sarebbe perfetto." E ci baciamo.

Abbiamo fatto sesso nuovamente e ,dopo, siamo rimasti a letto abbracciati ad ascoltare il rumore dei tuoni. Se questo è il paradiso, non voglio andar via.

Antonio ha sempre avuto un debole per me e io non me n'ero mai accorto. Confesso che mi hanno colpito le sue parole. Sento il battito del suo cuore regolare e chiudo gli occhi, dimenticandomi del disastro lasciato in cucina, della pasta che è rimasta scondita dentro lo scolapasta e della fame che prova il mio stomaco.

Mi sveglio di soprassalto con il rumore del mio telefono che squilla. Apro gli occhi e vado in camera mia. Quando sollevo il cellulare, vedo che è una chiamata di mia madre.

"Pronto?" Rispondo con una voce roca. "Tesoro?" La voce di mia madre trema. "Che succede?" Chiedo allarmato. " E' morto il nonno di Carlo." Scoppia in un pianto. Il mio cuore ha un tonfo. Questo virus sta mietendo tante vittime innocenti. Vorrei lanciare il cellulare contro il muro, ma le lacrime iniziano a venir fuori e mi accascio sul letto.

LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin