Capitolo 5: Allenamento e Sudore.

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Studiare in casa con il silenzio è perfetto, inoltre, visto che fuori piove a catinelle, non ho di meglio da fare. Ho ben due esami da preparare per questa sessione che si svolgerà online. E' la prima volta che farò un esame in questa modalità e, come me, anche milioni di studenti. E' un po' triste pensare che non possiamo tornare in aula e stare tutti insieme. Mi mancano già le sessioni di studio con i miei colleghi più fidati, uscire quando si è praticamente col cervello che scoppia per distrarsi e fare qualche follia con gli amici.

Non avrei mai pensato che noi essere umani potessimo vivere questa condizione di reclusione. Mi manca stare fuori, magari, respirando l'aria invernale al parco, guardando sconosciuti che passeggiano o che, semplicemente, fanno jogging, immaginando che tipo di vita possano condurre. Sono le più piccole cose che diamo per scontato ogni giorno, di cui non ci rendiamo conto quanto importanti siano, che ci mancano. Qualche giorno a casa non dispiace, ma è già passata una settimana e non riesco a capacitarmi che chissà per quanto tempo ancora dovremmo rimanere confinati dentro.

Sento mia madre ogni volta che finisce il suo turno e la sua voce è sempre stanca e triste. "Abbiamo perso una decina di pazienti solo nelle ultime due ore." Mi ha detto proprio questa mattina e ho sentito che era sul punto di una crisi di pianto. La situazione non è per niente bella, anzi, sembra che sti andando tutto in malora. La gente si ammala e muore, non tutta, ma molti non sopravvivo a questo maledetto virus. Pietro si preoccupa sempre per me e per Antonio e anche lui ci chiama spesso, solo che non ci dice niente di ciò che ha vissuto a lavoro. Credo, voglia distrarsi la mente quando parla con noi, quindi ci chiede come abbiamo passato la giornata, ci fa domande riguardo agli studi e ci ripete sempre che, una volta finita questa maledetta pandemia, ci porterà tutti a fare un lungo viaggio per riprenderci tutto ciò che ci viene negato oggi: la nostra libertà.

Avverto che anche lui è molto triste e, soprattutto, stanco. Mia madre mi ha raccontato che stanno facendo doppi turni quotidianamente, che molti del personale si stanno ammalando e, quindi, è tutto più difficile. I posti letto sono terminati e le persone vengono lasciate nei corridoi.

Sospiro al pensiero che tutto ciò sembra surreale. Se qualche settimana fa qualcuno mi avesse detto che avremmo dovuto passare tutto ciò, avrei chiamato l'ambulanza per portarlo al pronto soccorso.

Chiudo il libro e poggio la testa sulla scrivania. Ho la testa che mi scoppia, dopo ore di studio. Un tuono mi fa rimbalzare. "Questa quarantena mi ucciderà." Mi dico. Ormai, parlo da solo perché sento il bisogno di ascoltare una voce, anche se è solo la mia. Guardo verso la porta e mi chiedo cosa sta facendo Antonio.

Dopo la conversazione che abbiamo avuto in macchina, ci siamo un po' evitati. Non so se per l'imbarazzo per averlo beccato nudo in atteggiamenti parecchio ambigui o se perché non vuole avere niente a che fare con me

In una situazione normale, sicuramente, avrei apprezzato il fatto di non averlo tra i piedi, ma essendo da soli e chiusi in casa, parlare un po' non può che far bene, anche se l'interlocutore è la persona che meno sopporti al mondo.

Mi alzo e vado verso la camera di Antonio. Mi aveva promesso che mi avrebbe aiutato a fare un po' di esercizio fisico, ma poi non se n'è più fatto nulla. Decido di obbligarlo a mantenere la promessa.

Busso alla porta perché non voglio certo una nuova penitenza da pagare e lo chiamo "Antonio." La sua voce arriva poco dopo. "Dimmi."

"Stavo pensando che, forse, potremmo fare un po' di esercizio, che ne pensi." Nessuna risposta. Quanto odio quando si comporta così.

All'improvviso, sento il rumore della serratura che si apre e compare lui con addosso solo un paio di pantaloncini grigi, i capelli scombinati e lo sguardo assonnato. Okay, posso dire di odiarlo profondamente, ma non posso negare che sia sexy da paura.

"Stavi dormendo?" Chiedo, sentendomi un po' in colpa per averlo svegliato. "Tranquillo, ascoltavo un po' di musica e devo essermi rilassato un po' troppo." Confessa. "Cosa dicevi a proposito degli esercizi." Non so perché, ma non riesco a distogliere gli occhi dal suo addome definito. Lui schiocca le dita. "A me gli occhi." Mi dice. Io mi ridesto e arrossisco, sono sicuro perché mi sento il viso in fiamme. Spero non si sia accorto dove stavo guardando.

"Ah sì, gli esercizi. Mi avevi promesso di aiutarmi." Balbetto ancora un po' stordito dai miei pensieri sbagliati. Lui annuisce. "Tra cinque minuti in salotto." Mi dice.

Io annuisco e scendo, lui arriva poco dopo.

L'allenamento che mi fa fare è difficilissimo, molti esercizi li eseguo bene, ma tanti altri non riesco nemmeno ad iniziarli. "Dai, non fare la schiappa." Mi urla, nel tentativo di motivarmi. Sono in un bagno di sudore. Come diamine fa ad eseguire questa roba tutti i giorni? In effetti, col tempo si dovrebbe migliorare, ma non so se faccia per me. "Adesso facciamo due serie di flessioni, okay?" Mi dice. Io lo guardo terrorizzato. "Non so se sono in grado in questo momento." Provo a lamentarmi. Lui mi incenerisce con lo sguardo. "Hai detto che ti saresti impegnato veramente." Mi rammenta. Dannazione, è cocciutissimo, avrei dovuto aspettarmi che le mie parole mi si sarebbero ritorte contro.

"Va bene." Gli dico, alla fine rassegnato. Provo a farli, ma le mie braccia non riescono a sopportare il mio peso, quindi mi stendo a terra stile lucertola. Lui mi fissa e si porta le mani alla testa in segno di arresa. "Stai sbagliando tutto. Vieni che ti faccio vedere come si fa." Si avvicina a me e con le sue mani mi mette nella posizione giusta. "Inizia a far forza con le braccia." E mi mette una mano sul basso ventre, in una zona estremamente pericolosa. Il contatto mi manda in pappa il cervello. Che diamine mi sta succedendo? Sto diventando sensibile al suo tocco? Ma sono matto?

"Così?" Chiedo, provando a simulare disinvoltura. Lui annuisce. Poi mi mette di peso sopra il mio corpo. Avverto una strana caloria invadermi dalle viscere. Cosa diamine sta succedendo. "Continua." Mi sussurra all'orecchio, ma sento le gambe che diventano mollicce. Per fortuna non sono le braccia. Faccio altre quattro flessioni, quando lui torna a sussurrarmi all'orecchio. "Visto? Sei bravo." Io annuisco, ma non sono in grado di formulare una frase di senso compiuto, sia perché sono stanco, sia perché la sua vicinanza mi prova una strana sensazione. Ad un certo punto, per sbaglio urto con il mio sedere la sua zona pelvica, ma faccio finta di niente. Eppure? Era qualcosa di duro quella che ho sentito? Naaa, mi sarò sbagliato. Lui emette uno strano gemito, è impercettibile quasi, ma io lo sento. Poco dopo si mette alzato e io, per tutta risposta, finisco a terra stremato.

Lui si avvicina e mi tende una mano, io la stringo e mi lascio tirare su. "Dai, sei stato più bravo di quello che pensassi. Qualche mese così e vedrai che ti farai un bel fisicaccio." E mi batte una mano sul petto. Non ho ancora aperto bocca.

"Mi fa male tutto." E' l'unica cosa che riesco a dire. Lui si appoggia al tavolo e mi osserva. "E' arrivato il momento di farsi una doccia calda. Ti sentirai meglio." Mi guarda con uno sguardo strano, quasi famelico. Non so se è impressione mia perché ho provato delle strane sensazioni prima o se la mia fantasia c'entra solo in parte. Concordo che è meglio davvero a farsi una doccia e, magari, a scaricare un po' di tensione sotto l'acqua.

"Sì, sarà meglio che vada... a docciarmi." Concludo, lo supero e vado in bagno. Non c'è bisogno che dica che abbia fatto una cosa di cui mi sono pentito e vergognato: Mi sono masturbato pensando al corpo di Antonio sopra al mio.

LoveGame - Un Amore Proibito ( ex Innamorato del Mio Fratellastro)Where stories live. Discover now