10. Lay your hands on me.

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Pelle liscia ricoperta di tagli freschi e brucianti e vivi che sbatteva violentemente nei punti aperti. Chicchi di sale premuti contro per accentuare il fuoco ardente di quei peccati di Dio sanguinanti. Rosso rovente e rubino prezioso che colava e toccava terra in piccole gocce cantilenanti. Tick. Tick. Tick. Stelle filanti asciutte costellavano il viso di un innocente. Espressione di dolore a comunicare ciò che le labbra non osavano proferire.
Altra stoccata della lama decisa.

Cosa ne rimaneva di un cuore già distrutto se non l'unico frammento luminoso, vivo e pulsante che cerca di combattere per non privare un corpo così piccolo della sua preziosa vita.






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PERSEFONE POV.

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Alcuni di noi cercano la risposta nelle stelle per ciò che ci accade nella vita, altri sfogliano le pagine della propria storia ammantati di ricordi vividi e pieni di inchiostro per capire cosa del loro passato li ha portati ad essere quelli che sono diventati, altri ancora ricorrono ai tarocchi per prevedere un futuro incerto pensando che in realtà sia tutto già scritto, senza sapere che sono loro i padroni del loro stesso destino.

Nessuna risposta è scritta nelle stelle, come invece ci viene insegnato nei romanzi smielati, e nessun tarocco prevede un futuro sicuro perché se così fosse stato allora io avrei decisamente scritto un finale a lieto fine con vissero tutti e contenti e avrei fatto in modo di pescare carte vincenti e gloriose. Ma nessuno di noi, a metà della nostra vita fino alla fine di essa, ne berrà un solo goccio di quel bicchiere pregno di speranze e di felicità.

E io ero una di quelle che il bicchiere lo aveva vuoto da un bel po', trascinandomi dietro come una pena mortale la consapevolezza che una me bambina lo riempiva di sogni e di desideri mai davvero realizzati.

Chi se lo aspettava che quel recipiente di vetro avesse in realtà un trucco di magia al suo interno e che da un giorno all'altro lo avrei visto privo di luminosità e di speranze della stessa sostanza del liquido che stavo mandando giù in quel preciso istante.

Mi trovavo alla caffetteria dell'università insieme a Cora e a June con gli stessi cristalli di luna specchiati vuoti e crepati simili al mio.

Avrei voluto così tanto conoscere l'unica persona che era riuscita a scrivere il suo lieto fine per avere dei consigli su come fare a ottenerlo.

Ma a quanto pare, non ne esisteva nemmeno una al mondo. Almeno non in quello che conoscevo io.

«Il professor Murphy mi sta dando del filo da torcere con il suo esame.» Mi scombussolò dai pensieri la voce calda di Cora.

𝑳𝑰𝑴𝑰𝑻𝑳𝑬𝑺𝑺.Where stories live. Discover now