Capitolo 8 - Gli Osservatori

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I tre agenti della Guardia Continentale Marziana ci puntano le pistole in pieno viso. Alzo lentamente le mani al cielo e prego che una tempesta di sabbia arrivi e spazzi via tutto il corpo di vigilanza dell'Èlite.

«Solleva il bottone dal dispositivo.» Mormoro a Joshua.
«Voltati ragazzino.» Mi redarguisce un agente osservandomi minaccioso.

«Andate a controllare l'edifico.» Ordina ai robot.

Gli androidi sono stati costruiti per aiutare gli agenti a scovare persone nascoste e indizi invisibili all'occhio umano.

Fisicamente sono molto simili agli umani, ma con la sottile differenza che si ritrovano circuiti invece dei vasi sanguigni e una memoria centrale che sostituisce il cervello.

Serro le palpebre per qualche secondo sperando che Joshua abbia recepito il mio suggerimento, poiché se l'Èlite trovasse Trixy sarebbe un disastro.

Alcuni agenti si avvicinano con le pistole saldamente impugnate e puntate alle nostre tempie.

Grazie alla nostra azione spregiudicata siamo diventati degli fuorilegge e suppongo che gli agenti siano all'oscuro che Joshua e Daren formavano un team di hackers segreti di fianco a Isaac.

L'uomo calvo mi scruta dalla testa ai piedi, mentre due agenti perquisiscono i miei amici. Sento il rumore delle mani battere sui i loro indumenti.

«Butta le armi!» Esclama un agente nei confronti di Daren; tento di girarmi, ma l'uomo che ho davanti cinge veemente una mano sul mio viso e lo gira.

Ha delle cornee freddi e impassibili che rassomigliano ad iceberg; i nervi facciali non accennano un movimento, finché apre la bocca e mi appuro che si tratta di un essere vivente. L'uomo mi perquisisce tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi. Nel frattempo, le pistole di Daren precipitano al suolo producendo un tonfo.

«È cosi volevi fare il furbetto.» Ghigna l'agente alle mie spalle, ma Daren irriverente affronta l'uomo .«Fottiti!» Le nocche dell'agente si infrangono sul volto del mio amico che si manifesta con un gemito di dolore. Fremo dalla voglia di guardare ma l'agente impedisce ogni mia curiosità.

«Ti ho detto di tenere lo sguardo fisso verso di me.» Ordina con tono ferreo.

Il suo alito arriva sino alle mie narice e non è di certo un odore gradevole: alcol e cibo. Una volta terminata la perquisizione, si mette in posizione eretta e a braccia conserte. Il suo sguardo incute timore, ma non distolgo l'attenzione.

«Allora...» Comincia, mentre gli agenti spintonano Joshua e Daren di fianco a me. Guardo in tralice Daren e mi accorgo che sanguina da uno zigomo.

«Non potete comportarvi così. È contro le regole.» Aggrotto la fronte.

«Regole?» Domanda l'agente alzando una sopracciglia. Le risate penetrano nella mia mente come lo strusciare delle dita vicino a una parete liscia.

«Avete violato una proprietà privata.» Finisce di ridere e assume di nuovo un'aria truce. Guardo in direzione della targhetta digitale ad altezza del cuore e apprendo il suo nominativo: Garrick Tresca.

«Cazzo! ma è abbandonato questo edifico.» Prorompe Daren asciugandosi il viso sudicio di gocce di sangue. L'agente Tresca si avvicina a lui sussurandogli una frase che riesco ad udire anche io:

«Se solo vi azzardate a parlare con qualcuno di cosa avete visto in questo edifico, vi farò marcire in prigione per il resto della vostre misere vite.»

Daren sembra accusare la minaccia, oppure avrà cambiato espressione del volto a causa dell'alito dell'agente.

«Ora verrete a farvi un giro negli Osservatori. Andiamo!» Ci ordina Garrick Tresca sfiatando dal naso grosso nasone a patata.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Where stories live. Discover now