Capitolo 28 - DNA

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Tutti i ragazzi sembrano contare i miei passi. 

Il costante, ma quasi soffice rumore dei meccanismi dei computer è il solo fastidio che si sente.

L'aria è pesante, e alquanto difficile respirare.

Mi domando se non soffro di agorafobia.

Chryssa, Daisy e Erik hanno la loro attenzione tutta su di me.

Tammy è di fianco a loro, e proprio adesso rimugino se sia il caso di farla condannare da queste persone, le stesse che ci hanno abbandonato durante l'imboscata che i Ribelli ci hanno teso.

La mia collera in parte si è attenuata, ma una parte resta annidata in un angolo senza soffitto del cervello.

A passo lento e con le mani tese e piene di sangue, mi dirigo verso i miei compagni di sventura.

«Cos'è successo?» Domanda Chryssa a primo acchito.

«Non lo so. Volevo catturare la loro attenzione.» Butto gli occhi in alto indicando tutti gli addetti della NASA. «Preso dall'ira ho scagliato un pugno contro la struttura, ed ecco il risultato.»

Erik troppo preso dal discorso, scosta la testa verso il materiale che ho distrutto, per poi buttare il suo sguardo terrorizzato su di me. «Anche prima, quando hai salvato Tammy. Hai fatto uno scatto sovrumano, che io personalmente non ho mai visto prima d'ora.» Aggiunge.

Squadro le mie mani facendo scorrere lo sguardo sulle mie braccia per poi incontrare gli occhi di Chryssa, che sembrano turbati. «Non so cosa mi sta succedendo. È da quando sono arrivato sulla Terra che sento come se le mie abilità fisiche e quelle mentali siano aumentate. È una sensazione strana! Non so spiegarla.» Ribatto cercando di giustificare la mia azione avventata.

«Dov'è Daren?» Soggiunge Daisy esplodendo in lacrime. Scommetto che non abbia seguito neanche per un secondo il filo del discorso.

«L'hanno soccorso. È in ospedale.»

«Ciao. Piacere Noelle» La ragazza dal passo frettoloso porge la mano verso Diasy, lei presa di sprovvista frena le lacrime e tira sul col naso, poi porge la mano a Noelle.

«Ti accompagno io, sempre se vuoi vedere il tuo amico.» Continua.

Ha tutta l'aria di chi vuole svignarsela da una situazione problematica. Daisy le fa un debole sorriso e la segue addentrandosi nel quartier generale.

«Devo parlare con mia nonna. Voglio dei chiarimenti.» Preciso. «Quanti ragazzi ci hanno lasciato?» Domando speranzoso di ricevere buone notizie.

«Signore, abbiamo perso cento ragazzi e altrettanti androidi.» Si aggiunge al discorso Trixy con la sua voce trillante.

Guardo il suo volto quasi umano e abbasso lo sguardo chiudendo le mia palpebre come se fossero mura difensive e invalicabili.

«Non possiamo consegnare Ta,mu a loro, o almeno la consegneremo quando sapremo di più sulla faccenda.» Sibilo in direzione di Erik e poi guardo Tammy di fianco a lui.

«Come?» Sbotta Chryssa alzando il tono. «È colpa sua se tutti i nostri sono morti.» Si accorge di aver alzato troppo il volume della voce e osserva la zona con circospezione.

Erik, invece assume un'espressione contrariata.

«Non sappiamo la ragione che l'ha spinta ad agire. E se anche lei fosse stata costretta, come lo sono stato io?» Rispondo cercando di far ragionare Erik e Chryssa.

«Grazie per avermi salvato, prima.» Questo voce mi è familiare: è quella di Sam, ed è zoppicante, ora si tiene aggrappato a Isaac.

«Non prenderlo come un favore, è stato solo istinto.» Rispondo con tutta la freddezza che possiedo. Lui si reprime e tace.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Where stories live. Discover now