CAPITOLO 1

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MELISSA

Mi svegliai alle cinque e mezzo  del mattino.

Quando guardai l'ora mi accorsi che mancava ancora molto alle otto perciò andai a farmi una doccia. Aprìì la valigia e tirai fuori lo shampoo e il sapone.

Dopo una bella doccia mi misi addosso un paio di jeans e una maglia rossa scollata, prendendo con me una giacchetta di jeans che mi arrivava ai gomiti.

Poi mi truccai con un semplice rossetto rosa e una matita. I miei capelli erano ancora bagnati. Guardai di nuovo l'orologio e mi accorsi che erano le sei e mezzo. Perfetto. Presi il phone senza preoccuparmi di svegliare nessuno e asciugai i miei lunghi capelli rossi, che mi arrivavano alla vita.

Avevo sempre adorato i miei capelli, identici a quelli di nonna Mimì. Ogni volta che li pettinavo mi ricordavo di lei. Da piccola vivevo con lei, siccome i miei lavoravano fino a tardi. Quando morì avevo ancora dieci anni e mille progetti da fare con lei. La nonna era la persona più allegra che conoscevo. Dimostrava venti anni meno di quelli che aveva e amava fare shopping. Ormai erano passati nove anni dalla sua morte ma lei restava sempre nel mio cuore.

Asciugai i capelli e decisi di non piastrarmeli siccome erano già le sette. Rimisi il phone nella borsa che avrei portato con la valigia e portai tutto in sala, da basso.

"Pronta?"mi chiese mia madre.

"Quasi, devo solo mangiare!"le dissi.

"Ti ho preparato i pancake che ti piacciono tanto."

"Grazie mamma!"le dissi recandomi in cucina. In tavola trovai i pancake e i cereali al miele. Gli misi in una tazza di latte caldo e mangiai tutto. Alle sette e mezzo mi alzai. Andai a salutare mio padre, Davide, che si era appena alzato.

"Divertiti cara!"mi disse lui.

"Si certo!"gli risposi.

Poi andai a salutare mia madre, Sofia.

"Stai attenta mi raccomando!"mi disse lei.

"Certo!"le risposi.

"Ci vediamo a Natale!"mi disse mia  madre abbracciandomi e lasciando cadere lacrime.

"Salutami Riccardo!"le dissi riferendomi a mio fratello  che dormiva ancora.

"Ciao Meli! Mi mancherai!"disse Riccardo,  che apparve in quell'istante, ancora mezzo addormentato.

"Ciao bello. Stammi bene eh!"gli dissi e lo abbracciai.

Poi uscii di casa e misi la valigia nel baule. Misi poi la borsa nel posto del passeggiero e partìì.

SIMONE

Quando mi avevano detto che avrei dovuto passare un anno in una grande casa con una ragazza, accettai volentieri. Di questa ragazza non sapevo molto, solo che si chiamava Melissa e che aveva due anni meno di me.  Ah, e che era bella, così mi dissero. Chi ci aveva affittato la casa era una donna bionda tinta, con dei grandi occhi verdi che si chiamava Giorgia. Quell'anno dovevamo andare alla stessa università entrambi e mancava solo una casa nei pressi dove abitare.

Anche lei accettó la casa e così l'avremmo dovuta condividere per un anno intero, e se ci andava bene gli altri quattro anni. Arrivai in macchina nella via indicata e trovai la finta bionda. Parcheggiai la mia volvo blu e scesi.

"Simone Rossi, vedo che sei già arrivato. Come stai?"mi chiese.

"Bene dai!"le risposi.

Dopo un paio di minuti arrivò una BMW grigia guidata da una ragazza che non riuscivo a intravedere. La ragazza parcheggió vicino alla mia macchina in un modo che solo le donne potevano parcheggiare, e scese. Dire che era bella era dire poco. Degli occhiali da sole neri risaltavano il suo viso e i suoi capelli rossi fino alla vita. E non sembrava una che se la tira. Perfetto, no? Quando arrivò da noi tolse gli occhiali da sole e sorrise a entrambi.

"Allora, lei é Melissa Frigerio. Melissa, Simone. Simone, Melissa."ci disse la bionda.

"Piacere!"le dissi porgendole la mano. Lei mi strinse la mano e la ritiró in fretta. Poi entró in casa dietro a Giorgia. Che strana. Le ragazze morivano a un mio sorriso e questa era gia tanto se mi stringeva la mano. Pff.

PIÙ MI ODI, PIÙ IO TI AMO♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora