CAPITOLO 2

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SIMONE

Giorgia ci mostró i due piani di casa e il giardino che la circondava. Poi ci spiegó che se avevamo bisogno di aiuto potevamo contattarla e ci auguró un buon anno. Quando se ne andò lasció dietro a se una scia di Dior, un profumo di cui conoscevo l'odore perché mia sorella con quello ci faceva la doccia talmente lo metteva tanto. Melissa prende la sua valigia e cerca di salire le scale per portarla in camera.

"Bisogno di aiuto?"le chiesi.

"No ce la faccio anche da sola!"rispose fredda.

"Ok!"le dissi e portai la mia valigia in camera. Quando tornai giù la vidi ancora sulle scale intenta con le valigie e mi scappò una risata. Lei mi guardó male e mise le mani sui bellissimi fianchi.

"Si può sapere cosa ti rende tanto allegro?"mi chiese. Mamma che tipa tosta.

"Niente!"le dissi e andai a prendere la sua valigia, portandola al piano di sopra. Lei prese la valigia e si diresse in camera sua.

"Prego eh!"le dissi.

"Grazie!"rispose lei ed entró in camera. Scesi in cucina e andai a cercare qualcosa in frigo. Quasi vuoto. Non avevo voglia di prepararmi il cibo così decisi di uscire.

"Io esco!"gridai per farmi sentire dalla ragazza. Lei non rispose così decisi di salire su. Bussai alla sua porta e lei aprì.

"Non volevi uscire?"mi chiese.

"Pensavo non mi avessi sentita. Hai bisogno di qualcosa?"

"No!"disse e fece per chiudere la porta, ma la fermai.

"Vuoi che prenoto il cibo e mangiamo insieme?"

"No. Vai pure. Ciao!"disse e questa volta chiuse davvero la porta. Insopportabile. Alzai le spalle e uscìì di casa,  cercando una pizzeria nella quale cibarmi.

MELISSA

Finalmente era uscito. Uscii dalla mia stanza e andai in cucina. In effetti non c'era niente in frigo. Cercai in un altro frigo, che Giorgia ci aveva detto era spento e trovai due sacchetti di pasta. Perfetto. Presi gli spaghetti e misi l'acqua a scaldare. Quando finii di fare la pasta la misi in un piatto, che trovai con tanti altri in una vetrina in sala e andai in salotto a mangiare. Accesi la tele ma non c'era niente di carino. Così la spensi e cominciai a mangiare. Ripensai a Simone. Diamine quanto era bello. Era alto poco più di me e aveva dei capelli castani spettinati, che però gli stavano benissimo. I suoi occhi erano marroni, e all'inizio mi ero persa a guardarli. Per fortuna avevo gli occhiali da sole scuri, quindi non dovrebbe essersene accorto. Come faró a ignorare un figo come questo tutto l'anno?,pensai. Perché il mio scopo era quello. Quando dissi al mio ex ragazzo che sarei dovuta andare a vivere con un tipo, lui mi insultó dandomi della protituta e molti insulti. In fondo Lorenzo non aveva mai amato arte, come io la amavo e non gli é piaciuto il fatto che io mi laureassi in storia dell'arte. Un tempo avevamo anche litigato per questo ma poi avevo vinto io. Quando invece scoprì del mio trasferimento, non volle più frequentarmi. Dopo un mese già stava con una finta bionda. Da quel momento decisi che non avrei più voluto soffrire per amore e lessi che facendo la stronza, i ragazzi mi avrebbero ignorata. Bene. Decisi anche che avrei dimostrato che i ragazzi non mi interessavano e che ero molto più interessata allo studio. In fondo da una parte era vero.

Quando finii il piatto di pasta lo portai in cucina e lo lavai. Poi lo rimisi al suo posto e accesi di nuovo la tele. Dopo due ore arrivó Simone con due borse da spesa. Entrò in casa e mi salutó. Io lo ignorai e continuai a guardare la tele.

"Hai intenzione di aiutarmi o vuoi stare lì a fissare lo schermo?"

Lo guardai. Cavolo quanto era bello.

"Arrivo!"gli dissi. Presi una borsa da spesa e andai in cucina a svuotarla. Poi svuotó la sua anche lui e riempimmo il frigorifero.

"Bel lavoro!"mi disse e mi fece cenno di battergli il cinque. Lo ignorai e salii in camera mia. Mi meravigliavo anche io di quanto ero stronza. Ma forse avrebbe funzionato. Se solo non vivessi con un figo della madonna, che mi rendeva tutto più difficile.

PIÙ MI ODI, PIÙ IO TI AMO♥Where stories live. Discover now