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Le ranuncole nanometriche filavano rapidissime sul corpicino ferito. Oh se filavano! Svelte come motori a 16 cilindri, alcuni persino a 32 piramidi. Le più piccole riparavano le ossa. S'incuneavano nelle fessure delle ferite aperte e ricomponevano le fratture scomposte, agglutinavano i nervi, rifibrillavano i muscoli ed era tutto uno zampettare e scivolare e seteggiare in un frenetico vortice armonizzato dal ragno coordinatore nella sua veste di cervello ipertronico Lab III, supplementato da tre splendidi arti idraulici capaci di frantumare una sfera ferrosa di mille tonnellate tra le falangi o afferrare al volo un solo granello di polvere disperso nell'aria.

La paziente, invece, era Alix; la nostra piccola dodicenne, per il momento ottusa e distesa, di gas inalata e come la principessa delle favole addormentata. Morbidi capelli neri, dolcissimi occhi viola, guance zafferano stemperato, ma il tutto al momento di sangue impiastricciato, con sovrappiù di lividi e tumefazioni, oltre alle ferite e alle fratture di cui si diceva, perché Alix è stata appena estratta dalle lamiere surriscaldate di una navicella rivoltolata come una frittata riuscita male e bruciacchiata persino peggio.

Da dietro il grande vetro che permetteva di assistere alle sequenze d'alta tecnologia chirurgica attuate nella sala operatoria, un grosso occhio giallo osservava la scena con livida impazienza, finché la cavernosa voce che l'accompagnava trapassò i fili ramati dei microfoni bidirezionali sentenziando: «Non appena si riprende portatela da me!»

«Ma Signore...» provò ad obiettare il secondario ricettario con servile armamentario d'espressioni circostanziali. «Ci vorranno settimane prima che si riprenda!»

«E voi fate in modo che siano giorni!» replicò di là dal vetro la voce (ancora più cavernosa).

«Faremo il possibile!» concesse il secondario dispensario, lasciando intendere che avrebbero fatto molto più del possibile e dell'inverosimile.

L'Occhiovoce tossì un assenso e svanì al di là di un paravento, lasciando le torme anfibie ed aracneiformi a ondeggiare indefesse sul corpicino inerme della ragazzina e gli assistenti incamiciati a tormentarsi sul come e il quando e tangenzialmente perfino sul perché si trovassero in quella situazione. Ma quest'ultimo interrogativo, dai primissimi giorni della dittatura, aveva sempre lo stesso manto d'impotenza e incredulità, riuscendo ancora inconcepibile che un'intera conglomerazione planetaria avesse consentito la tracotante ascesa d'Ox, quando esistevano margini d'ogni genere per impedirla. "Perché?" era la lama di 7 simboli che affondava costantemente nella profondità dei loro cuori, ripercorrendo il filo che li aveva precipitati verso l'irreparabile e lasciando che il peggio diventasse solo l'inizio del senzamaifine.

AlixWhere stories live. Discover now