B.01

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Alice leggeva Alice e rideva da matti alle apparizioni dello stregatto, accarezzando il suo micio Ricio, che però non svaniva mai in nebulose dissolvenze né, soprattutto, riappariva in sequenze, particellari, ossee o semplicemente ghignanti. Difficili, queste ultime, da metabolizzare, anche a livello narrativo, visto che Ricio non ghignava mai e nessun gatto del circondario sembrava fosse in grado di articolare un simile miracolo muscolare.

«Alice, vieni a preparare l'insalata!» ululava una voce d'oltretomba. Le orecchie della ragazza plasmavano suoni e intonazione in arcobaleni disgiuntivi che filtravano patate, no, cioè, fate: "Alice piccola pirata, dooove ti sei cacciata?"

Dalla soffitta era difficile decodificare con esattezza la successione sonora, poi calda era la luce dell'abatjour, ferma l'aria tra il divano sfondato e le cassepanche accostate alla finestrella chiusa, Ricio friniva, cioè no, fremeva, insomma, fuseggiava. Ma i gatti fuseggiano? Esiste il verbo fuseggiare?

«Alice, ti decidi a scendere dalla soffitta? O salgo su io e ti do una di quelle strapazzate!...»

«Scendo, nonna, scendo!» Ma cos'erano queste "strapazzate" di cui la genitrice della genitrice minacciava spesso l'apparizione come tenebra tempestosa, ma non si materializzavano mai in, chessò, cioccolatini all'anice, serpentelli acrobatici, farfalle bisbetiche. L'unica strapazzateria di cui era a conoscenza era quel certo modo di cuocere le uova, che a lei non garbava neppure tanto.

AlixWhere stories live. Discover now