B.03

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«Vieni, stupido! Andiamo a centrare le rane!»

«Ma che t'hanno fatto quelle poverine, vorrei sapere».

«Splacidano!»

«... ?»

«E poi sbirrasciano e smiagheggiano!»

«Ma che cavolo dici? Le rane gracidano!»

«E invece sbirrasciano e smiagheggiano e persino gruccolano, ma non fanno la cosa che dici tu!»

«E siccome gricciolano dobbiamo prenderle a sassate?»

«Questo verso non esiste!»

«Ah, solo tu puoi inventare le parole che ti pare e comunque io non le voglio colpire!»

«Tanto son più svelte di noi e... chi arriva ultimo è uno scemo!»

Luca non fece in tempo a replicare che non poteva prendersi il vantaggio di partire a suo piacimento, né stabilire anzitempo il genere maschile del perdente, ché quella era già schizzata via e sarebbe sicuramente volata oltre l'uscio con almeno 3 secondi d'anticipo se un braccio non le avesse afferrato i fianchi costringendola ad estinguere lo slancio mulinellando le gambe in aria.

«Dove credi d'andare a cento allora signorinella, sentiamo!»

«Nonna!... Lasciami, mi fai perdere la scommessa!»

«Un bacio per gota e sei libera come una libellula!»

«Questo è un ricatto bello e buono e assolutamente indegno dell'essere più angelico della casa!»

«L'essere angelico che nomini si nutre dei tuoi baci: ne ha bisogno per vivere!»

«Questa raccontala ad un'altra!»

«Ci sei solo tu virginale e parassitabile!»

"Ora ho capito da chi ha ereditato il suo assurdo linguaggio!" pensò Luca ascoltando le battute di quel dialogo.

«Se tua madre m'avesse regalato un'altra nipotina...»

«È la sua vendetta per non averle dato una sorellina...»

«Stampami questi baci sulle guance e non essere così maledettamente lucida!»

Giovane la nonna! Al confronto quella di Luca – pensava sempre Luca – sembrava sua mamma, cioè, la mamma di quella nonna: ma perché gli aggettivi possessivi italiani riescono quasi sempre ad ingarbugliare tutto? Ad ogni modo, due caldi "smack" si posarono sulle guance della poco anziana "anziana" e Alice si precipitò a rotta di collo lungo il sentiero erboso, ma avendo ormai perso il vantaggio della sorpresa si vide ben presto raggiunta e superata dai polpacci maschili in possesso del suo compagno.

«Allora "scemo", che sapore ha la sconfitta?» sogghignò Luca, in posa vincente con le spalle contro il bordo di cemento della vasca che in un punto imprecisato perdeva gli argini confondendo le proprie acque con quelle melmose dello stagno circostante.

«Fielosa e vendicante!»

«Ma non potresti usare termini normali, tipo: dolorosa e umiliante».

«Doloroso e umiliante sarà quel che capiterà a te se insisti con questa zolfa».

«Solfa!»

«Solfa?»

«Sì... Solfa non zolfa!»

«Solfa non zolfa? Non ci posso credere. Ma se l'altro giorno zolfava benissimo!»

«... ?»

«Dico la tua Solfa, l'altro giorno danzava e zolfava magnificamente!»

«Ma io perché ti sto a sentire?»

«È quello che continuo a domandarmi anch'io! Perché continui a parlare invece di chiudermi la bocca con un bacio?»

«Io ti chiudo la bocca con una molletta di ferro se insisti».

«Rimpiangerai questi momenti! Ah...» mano destra portata sulla fronte con palmo aperto e il resto del corpo leggermente reclinato all'indietro, nella tipica posa delle attrici del cinema muto dilaniate dal dolore, «come li rimpiangerai!»    

AlixWhere stories live. Discover now