Alix

C.03

«A proposito di stanze,» proseguì Nora (la cuoca), «vedi la porta che c'è lì in fondo?»

Alix fece segno di sì.

«Quando la aprirai – continuò la donna – ti ritroverai in un piccolo vestibolo con altre 3 porte di fronte a te... mi segui?»

La ragazza assentì nuovamente con un cenno del capo.

«Bene. Allora, ci sono queste 3 porte e tu dovrai aprirne una e una soltanto, ma fai molta attenzione a non sbagliare...»

Stavolta Alix assunse un'espressione alquanto perplessa: «Che vuol dire non sbagliare?» cercò di capire. «Cos'hanno di speciale queste 3 porte?»

«Bella domanda!» esclamò l'anziana signora scendendo finalmente giù dal letto (con un'agilità davvero insospettabile per una donna della sua età) e indossando la vestaglia che fino a quel momento riposava sulla sedia accanto al letto. «Davvero una bella domanda, mia cara Alix, perché in effetti, come scoprirai, quelle 3 porte sono assolutamente uguali!»

«Ci avrei scommesso che c'era il trucco!» bisbigliò indispettita la ragazzina; quindi, alzando il tono per farsi udire, aggiunse: «Ed io perché diavolo dovrei aprirne una? E poi tu chi sei che mi ordini cosa fare o non fare?»

«Quante domande mia bella piccina. E tutte insieme poi. Io sono Nora, cuoca ed erborista – e questo s'era già specificato mi pare. Per quanto riguarda le 3 porte, invece, è importante, ti ripeto, che tu le osservi con scrupolosa attenzione, perché all'apparenza sembrano assolutamente uguali e finché non scorgerai nessuna significativa differenza tra loro non arrischiarti ad aprirne nessuna, perché ne va della tua vita.»

Nuovamente gli occhi viola della nostra eroina assunsero l'espressione di viva sorpresa e quasi non si rese conto di quel che articolava la sua voce, che in effetti stava dicendo: «Se avevi intenzione di terrorizzarmi, allora ti comunico che ci sei riuscita benissimo.»

«Il punto, mia cara signorina,» spiegò l'altra, «è che una delle 3 porte è quella del Passato: tu attraversala e non farai che ritornare indietro nel tempo, fino a scomparire nell'istante del tuo concepimento!»

«Bella prospettiva davvero!» commentò Alix.

«Poi c'è la porta del Presente – com'era facile supporre. Se la superi sarai condannata a vivere eternamente lo stesso momento.»

«Come si fa a vivere eternamente lo stesso momento?» domandò Alix dubbiosa.

«Ah, io questo non lo so perché lì dentro non ci sono mai stata, ma ho conosciuto un tale, una volta, la cui memoria durava solo 10 secondi, si presentava, tu rispondevi e in quel brevissimo arco di tempo aveva già dimenticato tutto, così si presentava da capo, aspettando di sentire in risposta il tuo nome e nuovamente la sua memoria si cancellava: ecco, credo che questo sia un esempio abbastanza raccapricciante di come si possa vivere eternamente nel presente!».

«Tremendo!» convenne la ragazza.

«Ma anche restare indefinitamente sulle sponde d'un fiume ad osservare l'acqua che scorre offre l'idea di un presente eterno.» aggiunse la cuoca erborista.

«E la terza porta immette nel futuro, immagino.»

«Difficile immaginare qualcos'altro. Comunque è la porta che devi scegliere. È l'unica che ti permetterà di continuare: al suo interno il tempo scorre come al solito sospingendoti inesorabilmente verso le cose che dovrai fare.»

«Perché tutta questa faccenda mi ricorda il racconto di Dickens sul Natale presente, passato e futuro?»

«Forse perché Dickens s'era avvicinato abbastanza alla questione fondamentale, ma fai attenzione, sarai tu a dover scegliere la porta e se non superi quella del futuro, la tua storia semplicemente non ne avrà più nessuno.»

«Sì, ma come scegliere quella giusta se sono assolutamente identiche?»

«Te lo ripeto ancora una volta, finché non scorgerai in esse alcuna differenza, non aprirne nessuna. E adesso va' il tuo destino ti attende!»

Alix stava per aggiungere qualcosa, ma dall'espressione della donna comprese che avrebbe chiesto invano, così, dopo un cenno di saluto si diresse con passo deciso verso le tre porte.

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