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Il primario chiamò a raccolta i suoi subordinati e manifestò con deciso sussurro la sua granitica volontà di ribellione.

«Non possiamo consegnargliela!» esclamò quasi digrignando fantasmi di dentiere. «Non possiamo renderci complici dei suoi abomini.»

«E come possiamo opporci?» domandò il secondario dispensario. «La teniamo in coma per il resto della sua esistenza?»

«Potrebbe essere una soluzione!» ammise il terziario velleitario.

«Non lo è!» scandì risolutamente il primario. «Dobbiamo farla fuggire, a costo della vita. Ne va della nostra dignità di esseri morali!»

«Ci schiacceranno come scarafi avvistati in un portone!» preconizzò uno dei tre terziari refrattari.

«E che ci schiaccino pure!» sussurrò con foga il primario, lasciando intendere che all'interno di altre pareti quello sarebbe stato un grido. «Ma non ci piegheremo. Qualcuno deve cominciare a ribellarsi. Anche se alla fine si tratterà solo di piccoli sabotaggi. L'importante è far capire che esiste un'opposizione! Piccola e clandestina quanto si voglia, non conta. Ma deve cominciare a circolare questa idea. Deve prospettarsi all'orizzonte una fiammella di speranza.»

«E ci schiacceranno come termiti sperdute all'aria aperta!» Concluse il terzo terziario elitario.

«Chi può incaricarsi della fuga?» Chiese il primario senza badare a quelle lugubri premonizioni.

«Mi ci proverò io!» si candidò uno degli inservienti laterali, facendosi largo tra i camici bianchi con la sua tuta blu d'ordinanza.

«Callis!» esclamò il primario. «Dovevo immaginarlo che ti saresti fatto avanti.»

«Altrimenti a che servirebbe gonfiare i muscoli 12 ore alla settimana?»

«Qui ci vuole qualcosa di più dei muscoli!» intervenne uno dei secondari.

«Coraggio e inventiva!» sottolineò l'infermiere. «Che ovviamente manca alla maggior parte di voi».

«E un minimo di grano salis!» aggiunse qualcun altro.

«Che Callis per fortuna possiede in abbundantiam!» dispensò un dispensario volontario.

«D'accordo,» convenne il primario. «Ti affidiamo la ragazza, ma dimmi che hai già un piano per portarla fuori».

«Qualche mazzata elargita senza parsimonia cum tubo ferri maximae gravitatis». Sorrise in latinorum l'infermiere.

«E pensi sia sufficiente?»

«Basta prendere le guardie alla sprovvista».

«Faccenda complicata con una ragazzina svenuta da trasportare».

«La infiliamo nel bidone della spazzatura».

«Controllano tutto». Rammentò uno dei terziari sopraddetti.

«Per questo ho infilato il tubo sotto il camice, non ho semplicemente intenzione di portarlo a spasso».

«D'accordo,» convenne il primario. «Stacchiamo la ragazzina dalle macchine, rimpinziamola di ricostituenti e antibiotici e nascondiamola in uno dei bidoni per scorie biochimiche».

«È una follia!» esclamò un assistente lungimirante.

«E noi ci rimetteremo la testa!» aggiunse un secondario con tono divinatorio

«Ogni giorno che passa ci rimettiamo il senso stesso della nostra esistenza!» sussurrò il primario. «Perdere fisicamente la testa, dopo averla finalmente alzata, sarebbe soltanto nobile».

«Allora diamoci da fare!» li sollecitò Callis.    

AlixWhere stories live. Discover now