Capitolo 8° - RISVOLTI INASPETTATI

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Ancora una volta un lungo corridoio, avvertii all'istante quel fastidioso odore di disinfettante che già avevo sentito in quella misteriosa clinica veneziana. Dove mi trovavo? Questa domanda era diventata perme una sorta di tormentone, visto il continuo via vai di medici e di infermiere, evidentemente era un ospedale, un altro. Da una saletta d'aspetto, proveniva l'audio di un televisore acceso, il telegiornale stava mandando in onda un servizio che ritraeva il presidente americano Richard Nixon in procinto di dare il via ufficiale alle celebrazioni per la festa dell'indipendenza degliStati Uniti, Nixon si sarebbe dimesso un mese più tardi travolto dallo scandalo watergate, ma evidentemente, io ero il solo a saperlo.

In fondo al corridoio notai la sagoma di un uomo che camminava nervosamente su e giù, mi avvicinai stando ben attento a non esser visto, era Silvano, ma cosa ci faceva in ospedale? E perché era in preda a tutta quella agitazione? Mi avvicinai ancora di qualche metro e notai l'entrata di una sala parto, diamine Linda stava per dare alla luce un bimbo o una bimba chissà. Tra le varie cose che mi infastidivano, c'era la mia incapacità di dare una dimensione allo scorrere del tempo. Insomma, avevo appena appreso della gravidanza di Linda e adesso stava partorendo.

L'agitazione di Silvano mi aveva contagiato, mi sentii all'improvviso travolto da una sorta di onda anomala, sì proprio così, un onda di sentimenti contrastanti e dirompenti, uno strano stordimento s'impossessò dei miei pensieri, quasi che in questa folle storia, la nascita di unacreatura potesse fungere da spartiacque ed aprire un capitolo nuovo tutto da esplorare. Percepii questa circostanza come una prova che ero chiamato ad affrontare e probabilmente avrei dovuto far leva su tutta la mia tenacia, ammesso che ne fossi provvisto, per nonrimanere vittima ancora una volta degli eventi

Adun tratto, un colpo sordo, la porta della sala parto si aprì bruscamente ed un medico si avvicinò al futuro padre. Pur essendod istante alcuni metri, sentii perfettamente le loro parole. Il medico spiegò che durante il parto erano insorte delle complicazioni e che per far uscire il bambino avevano dovuto utilizzare il forcipe, ma purtroppo questo aveva procurato un principio di asfissia e che probabilmente il bimbo non avrebbe passato la notte. Impietrito,osservavo gli occhi di Silvano riempirsi di lacrime, e Linda? comestava Linda? Mi misi a gridare come un forsennato, le mie urla si riverberarono lungo il corridoio, ma nessuno mi diede ascolto.

Adesso basta maledetto proiettore, non ti è bastato tutto quello che mi hai fatto vedere? Evidentemente ancora non bastava. Altra scena ed altro tuffo al cuore, Il proiettore mi sbalzò al centro di una stanza illuminata da una flebile luce azzurrina, all'interno di unaincubatrice era stato accomodato un frugoletto di poche centinaia digrammi, quell' immagine di infinita dolcezza rappresentava, nel contempo, un pugno allo stomaco, di quelli ben assestati. Entrarono Silvani ed un sacerdote  vestito con i paramenti sacri in procinto di dare l'estrema unzione. No..non è possibile....un momento......che diavolo fate? Proiettore fermati,fermati,bastardo!!!

Entrai di prepotenza nella nercery e con tutta l'energia di cui fui capace spinsi Silvano e il sacerdote fuori dalla stanza e mi chiusi dentro.La vetrata che dava sul corridoio, all'improvviso divenne opaca al punto tale che vidi la mia immagine riflessa. Presi una sedia ed in punta di piedi mi accomodai davanti all'incubatrice, il piccolo era lievemente cianotico e respirava a fatica. Con il cuore in gola,osservavo il suo diaframma muoversi con una lentezza anomala, con continui spasmi. Inconsapevolmente, cercai di comunicare con lui, gli sussurrai che quella era la sua battaglia, anzi era la nostra battaglia, evidentemente la prima di una lunga serie, avremmo dovuto stare fianco a fianco contro il mondo. Più osservavo il suo diaframma e più cresceva in me una apprensione mista ad una rabbia incontenibile. Non riuscivo a capacitarmi di come i medici avessero potuto compiere un errore di tale gravità e poi c'era Linda, dellesue condizioni non sapevo nulla. Mi venne un idea, tirai fuori la foto di quella ragazza sconosciuta e la posai sopra l'incubatrice, all'improvviso gli spasmi del piccolo cominciarono a divenire meno frequenti, come se avesse percepito la presenza di quella foto. Ebbi la sensazione che il suo respiro si fosse registrato sul mio, i nostri diaframmi si muovevano come se fosse uno solo, incredibile. Rivolsi lo sguardo alla finestra, fuori albeggiava, più il sole si faceva alto e più il respiro di quel frugoletto acquisiva regolarità, quella notte era passata, avevamo vissuto un incantesimo tanto meraviglioso quanto devastante, e pensai in modo insensato,stupido, che attraverso i miei occhi potesse vedere il sole alto nelc ielo. Sentii bussare alla porta, era Linda, pallida, con gli occhi scavati ed i capelli raccolti alla bella meglio con un mollettone,non si curò per nulla di me e si diresse verso l'incubatrice,posando la sua mano delicata sul vetro. Cominciò a piangere a dirotto, era un pianto liberatorio, forse il pianto di un nuovo inizio. Mi sentii di troppo, decisi di uscire....e la foto? Decisi che quella foto, doveva stare lì, quello era il suo posto, non sapevo chi fosse quella ragazza, ma forse di quell'incantesimo neera stata l'ispiratrice.

Uscendo dall'ospedale incrociai per l'ennesima volta il signore col borsellino, aveva la stessa espressione di quel giorno a bordo del motoscafo a Venezia, le sofferenze avevano reso più marcate le sue rughe. Mi guardò fisso negli occhi e mi disse che il mio compito none ra concluso, anzi era appena iniziato. Il mio compito? Quale diavolodi compito? Ad un tratto capii, "perseverare nella furia degli eventi" ,ci sedemmo su una panchina, lui si accese una nazionale senza filtro e rimanemmo per alcuni istanti in silenzio. Ad un tratto,schiarendosi la voce, mi disse che io avrei dovuto tracciare la"rotta" a quella piccola creatura che maldestramente era venuta al mondo, quella creatura che nell'arco di una notte avevavinto la sua prima battaglia per la vita. Quel bimbo era come una nave in balia delle onde ed io avrei dovuto essere il suo faro, il suo punto d'approdo. Ero frastornato ed incredulo, il proiettore mi stava investendo di una responsabilità molto più grande delle mie reali potenzialità. Strano, mi ero abituato ad identificare quell'uomo come " il signore col Borsalino", ma di fatto non conoscevo il suo nome, era l'unico che mancava al mio appello,fatta eccezione per la foto. Mi disse di chiamarsi Marcello e colse l'occasione per scusarsi delle intemperanze che avevano caratterizzato i nostri precedenti incontri aggiungendo che "lui non poteva immaginare", che cosa? che cosa non poteva immaginare? Non riuscii ad ottenere risposta, ad un tratto tirò fuori dalla tasca una piccola statuetta raffigurante un angelo, poi scomparve. Un altro cassetto della mia memoria sia aprì in modo istantaneo e ricordai che in passato qualcuno aveva l'abitudine dichiamarmi angioletto, ma chi? Non me la sentii di rientrare in ospedale, in una manciata di ore erano accadute troppe cose ed ioavevo l'esigenza di razionalizzare quegli eventi. M'incamminai verso il centro della città, non sapevo dove andare, delle camere d'albergo ne avevo piene le tasche e poi, ogni volta che mettevo piede in un albergo c'era sempre una sorpresa poco gradita adattendermi. Dopotutto il proiettore aveva riservato per me il ruolo del "volto senza storia" e anche senza dimora. Attraversai i due corsi principali della città, passai davanti al duomo, il campanile si stagliava imponente davanti a me, come una sentinella che sorvegliava una Pordenone che piano piano si stava addormentando. Già, si era fatta sera, proseguii fino ad un ponte, mi appoggiai al parapetto ad osservare l'acqua del fiume che scorreva, ed allo stesso modo, scorrevano i mie pensieri confusi, appannati ed a tratti devastanti. Mi sdraiai su una panchina poco distante, alzai il colletto della giacca e mi addormentai.


IL PROIETTORE IMMAGINARIOWhere stories live. Discover now