Capitolo quattordici

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Mentre penso al modo imbarazzante in cui me la sono data a gambe levate ieri, quando il mio capo si è presentato davanti a me, la voce di Emma mette in standby i miei pensieri. A quanto pare il loro discorso è molto più interessante.

«Penso che il suo nervosismo oggi sia dovuto principalmente alla presenza della sua ex ragazza, Leslie. Tiffany mi ha riferito tutto», dice alla mia sinistra mentre picchietta ripetutamente le unghie sulla scrivania.

«Racconta, racconta», la incita l'altra collega, battendo le mani con una gioia incontenibile, come se il gossip fosse la sua dose giornaliera di felicità.

«Ammetto di non avere troppe informazioni. Tiffany è stata un po' vaga. A quanto pare ha bisogno di lei per lavoro, ma penso ci siano ancora delle divergenze tra di loro», sghignazza. «Ah, tanto sappiamo come andrà a finire! Quante volte sono tornati insieme? Ho perso il conto.»

Mentre tengo gli occhi puntati sullo schermo del computer non posso fare a meno di ascoltare il loro discorso. Stanno chiaramente parlando di Kenneth e se lui lo venisse a sapere, qualcuno qui rimarrebbe sicuramente senza lavoro.

Perché mai avrebbe bisogno della sua ex? Ha già un team formidabile.
«Come mai la sua ex lavora per lui? Voglio dire, ha una bella reputazione e il suo nome è sulla bocca di tutti. Potrebbe avere chiunque dalla sua parte», mi inserisco all'interno della conversazione quasi senza pensarci.

Emma inarca un sopracciglio e mi lancia un'occhiata curiosa. «Il signor Harrison ottiene sempre ciò che vuole e se per ottenere quella determinata cosa dovrà farsi aiutare dalla sua ex, per lui non ci sarà alcun tipo di problema», si stringe nelle spalle con indifferenza.

«Perché si sono lasciati?», chiedo.

«A quanto pare non le dava abbastanza attenzioni. È un uomo d'affari, non è in grado di avere una relazione seria con una donna».
O magari perché è un grandissimo stronzo antipatico e presuntuoso, che pensa soltanto a dei nuovi modi per allargare il suo ego. 

«Tu che cosa ne pensi, invece?», chiede Emma, dando una leggera spinta in avanti alla sua sedia girevole. Si sposta accanto a me e mette una mano sulla mia spalla.

«Riguardo cosa?», chiedo ingenuamente.

«Pensi che il signor Kenneth abbia tradito la sua donna? Mi sembra un ottimo motivo per lasciarsi», dice civettuola, facendo muovere le sopracciglia su e giù.

«Non lo so e non è affare mio», provo a tirarmi fuori da questa conversazione imbarazzante, ma Emma non demorde.
Non avrei dovuto mostrarmi così curiosa.
«Dimmi la verità, te lo sei già fatta anche tu mentalmente? Perché io avrò immaginato non so quante volte di essere sbattuta sulla sua scrivania e-»

«La, la, la», inizio a dire tappandomi le orecchie con le mani. «Non voglio sapere le tue fantasie erotiche. Senza offesa», un leggero calore inizia a propagarsi dalle guance fino alle orecchie.

«Vedi lei? Si chiama Lexie», indica la ragazza bionda seduta al primo posto. «È super timida, ma una volta il capo ha organizzato una festa, e lei si è ubriacata così tanto che ci ha deliziati con i dettagli dei suoi pensieri impuri sul nostro capo. Ogni volta che lo vede immagina di essere scopata forte nel suo bagno personale», sussurra, trattenendo a stento una risata.

Inclino la testa per osservare meglio Lexie, e a primo impatto sembra una ragazza molto riservata e timida, ma le sue fantasie non dovrebbero comunque essere sbandierate ai quattro venti.

Boyfriend- Un ragazzo in prestitoWhere stories live. Discover now