Capitolo quindici

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Ci sono tante cose  che potrebbero rovinarmi la giornata, per esempio: la batteria del cellulare che decide di abbandonarmi proprio nel momento in cui più avrei bisogno di usarlo; la bolletta della luce da pagare; l'affitto, il cibo scaduto nel frigo.
Eppure, ad annientare completamente il mio buonumore è la presenza dell'ex ragazza del mio capo, che per qualche strana ragione trovo già insopportabile.

Il suo amico e Leslie fanno il loro ingresso nell'ufficio e io vorrei fare marcia indietro e sparire, diventare magari un tutt'uno con il muro.
Leslie è bellissima. Talmente bella da risultare antipatica. Ha uno sguardo felino, le labbra tinte di rosso e lunghi capelli ramati e ondulati. I suoi ipnotizzanti occhi azzurri si posano immediatamente su Kenneth e io mi sento di troppo.

«Eccoti! Finalmente ci rivediamo», esclama lei, aprendo le braccia verso di lui. Distolgo lo sguardo e incrocio quello del suo amico.

«Ah, c'è anche la ragazza del caffè», sorride a trentadue denti.

Ah, che divertente! La ragazza del caffè. Ecco cosa sono adesso.

Leslie si toglie il trench bianco e lo allunga verso di me, sorreggendolo con due dita. «Potresti appoggiarlo sull'appendiabiti? Grazie».
Rimango a fissarla inorridita.

«Non sono la sua serva», asserisco.

«Sei la sua assistente, no? Siamo comunque lì», si stringe nelle spalle e insiste che io le appenda il trench. Mantengo la calma e lo faccio, maledicendo il mio capo, la mia vita e questo lavoro del cazzo.
Forse il McDonald's non era così male.

«Dunque, tesoro, ho sentito che hai di nuovo bisogno di me», si siede sulla poltrona e accavalla le gambe. Il vestito nero si solleva fino a metà coscia.

«Non ti avrei chiamata qui, altrimenti», risponde Kenneth neutro. «Sei l'unica mediatrice in grado di farmi avere quello che voglio», aggiunge con un sorriso astuto.

«Non voglio vantarmi, ma sono brava in quello che faccio. Sarà grazie al mio fascino? Chi lo sa», gli fa l'occhiolino e io forse sto per rimettere.

«Kendra, passami quella cartella blu», dice il mio capo con aria seria, ma io non mi sposto nemmeno di un centimetro. Dopo pochi secondi sospira e rettifica la frase: «Per favore, potresti passarmi quella cartella blu?»

Ghigno tra me e me mentre mi avvicino allo scaffale.

«Cavolo, da quando sei diventato così gentile? Dov'è finito lo stronzo scorbutico che impartisce ordini dal mattino alla sera?», chiede Leslie con una finta risata. «Quasi quasi inizia a piacermi questa nuova sfumatura di te».

La scimmiotto mentalmente e appoggio la cartella sulla scrivania.
«Studia questi documenti e poi decidi tu cosa fare. Potrai contattare Andrew in caso di dubbi», Kenneth incrocia le braccia al petto e la fissa con un leggero interesse.  Beh, dopotutto è la sua ex ragazza. L'ha amata. O magari la ama ancora.

«Oppure potrei chiamare te. Ho già il tuo numero, tranquillo», fa un sorrisetto sensuale e poi si rivolge a me: «Mi porteresti un caffè? Ho un terribile mal di testa da quando mi sono svegliata», sbuffa, sorreggendosi in modo drammatico la testa sul palmo della mano.

Kenneth mi guarda e mi fa cenno di andare.
«Arriva subito», dico quasi tra i denti.

«Anche per me, grazie», Andrew solleva una mano attirando la mia attenzione.

«Già che ci siamo, anche per me».

«Ho soltanto due mani», mi lascio sfuggire tra i denti.

«Beh, tesoro, lo troverai un vassoio, no?», risponde piccata. «Per caso è nuova?», gli chiede. «Penso sia la tua prima dipendente ad essere così arrogante».

Boyfriend- Un ragazzo in prestitoWhere stories live. Discover now