Capitolo diciotto

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Anche questo capitolo è lunghetto. Mi scuso in anticipo per gli errori, ma non riesco a revisionarlo su Wattpad perché l'app si blocca ogni due secondi e non me lo fa ne nemmeno cancellare. Ma almeno sono riuscita a pubblicarlo 🥲


Nelle ultime ore ho fatto dei miglioramenti. E per miglioramenti intendo che ho preso in considerazione l'idea di lasciare questo posto di lavoro e trasferirmi in Finlandia soltanto cinquanta volte nell'arco di due ore. Dicono sia il paese più felice al mondo, quindi sono convinta di meritare di vivere in mezzo alla natura, di esultare ogni volta che vedo l'aurora boreale e di bere il glögg nel periodo natalizio, senza alcun misero cattivo pensiero ronzante per la testa.

Chi dice che vivere a Londra sia facile e bello, si sbaglia. A meno che non ti capiti all'improvviso una botta di fortuna.
Io le uniche botte che prendo sono in testa, quando sbatto contro gli sportelli aperti della cucina. Ma ad un certo punto della vita ci si accontenta. I sogni si allontanano da me ad ogni mio fallimento e io perdo la voglia di rincorrerli.

Mi sembra di parlare come una cinquantenne senza speranze per il futuro e che passa il tempo a condividere frasi motivazionali su facebook. Invece sono giovane e tante cose potrebbero cambiare ancora. Mia madre mi ha ripetuto talmente tante volte che nella vita bisogna lavorare duro per guadagnarsi un posto di lavoro degno di rispetto, che con il tempo ho imparato a farmi andare bene qualsiasi cosa purché io viva lontana da lei. Indipendentemente dalla mia carriera lavorativa, lei continuerà a trattarmi come se fossi un'inetta che non sa cosa vuole dalla vita.

Da quando Martha è diventata una stronza arrogante che si dà da fare più di Stephen King con i libri, è automaticamente diventata la sua preferita.

Cosa posso dire? Non sono determinata come lei, probabilmente finirò in terapia e userò il mio stipendio per comprarmi antidepressivi e pagarmi lo psicologo. Il mio obiettivo giornaliero non è quello di scattarmi dieci foto ogni ora come mia cugina e postarle su cinque social diversi per raccogliere migliaia di cuoricini e commenti, ma è quello di arrivare a fine giornata senza sentirmi un fallimento.

Lavorare per Kenneth è una sfida. Andava tutto bene. Davvero, sono passata dal "Ha intenzione di licenziarmi?" a "Vorrei dimettermi e andarmene a Helsinki".

E in tutto ciò, non riesco a capire di chi sia la colpa. L'attrazione tra noi due è palpabile, ma la verità è che non mi vuole davvero. Probabilmente sarei soltanto un altro stupido bocconcino di scarsa qualità nel suo piatto.
Dio, quanto odio quest'uomo! Però sa essere così dannatamente affascinante che non riesco ad ignorarlo come, invece, fa lui. A quanto pare è il suo nuovo hobby.

«Kendra, hai sentito cosa ti ho detto?», chiede Emma mentre è impegnata a scegliere quale filtro di Instagram usare per farsi un selfie.

Vorrei avere la sua spensieratezza in questo momento, ma sorrido e prego di non avere un crollo psicotico proprio adesso.

«No, potresti ripetere, per favore?», mi massaggio le tempie.

«Tiffany ha detto che tra poco il capo vuole vederti nel suo ufficio. Che hai combinato questa volta?»

Beh, l'ultima volta gli ho ficcato la lingua in bocca e poi lui è finito con le labbra sulle mie tette. Ma ovviamente non pensavo che fosse così terribile baciarmi. Talmente terribile che preferisce starmi alla larga.

L'ultima volta che mi ha rivolto la parola, è stato quando stavo firmando dei documenti davanti a Christine e lui si è assicurato che io abbia ricevuto l'anticipo. Ho visto il sopracciglia della sua segretaria sollevarsi lentamente man mano che il disgusto prendeva forma sul suo viso. Sì, adesso sicuramente sapranno tutti che sono una poveraccia. E dalle continue risatine di Tiffany e delle sue colleghe deduco sia andata proprio così: sono diventata la loro mascotte.

Boyfriend- Un ragazzo in prestitoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon