Capitolo diciannove

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Capitolo lungooo❤️ non ve lo aspettavate, lo so! 😌

«Mi sento in trappola», ammette Kenneth con voce malferma e sommessa. Un rivolo di sudore scivola lungo la sua tempia, ma si affretta ad asciugarla con il dorso della mano. Nonostante la sua faccia mi appaia sfocata, noto, forzando un po' la vista, la stanchezza impressa sul suo volto.

«Perché?», sussurro, chinando il capo e provando a trattenere le lacrime.

«Perché è tutto quanto una trappola, Collins... Vorrei spingermi oltre, vorrei...», fa una pausa, sospirando profondamente. «So che potresti capire, se solo parlassi di più... Ma non voglio. Non ho mai avuto paura, eppure con te è diverso. Avevi ragione tu», rivolge lo sguardo dall'altra parte, ignorando i miei occhi supplichevoli.

Uno schiocco di dita vicino all'orecchio mi fa aprire gli occhi. Rimango immobile nella stessa posizione per un paio di secondi. La figura longilinea accanto al letto inizia ad indietreggiare lentamente.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio, cercando di schermarmi il viso con una mano per impedire ai raggi del sole di accecarmi di prima mattina.

Dio, che sogno strano!

Giro lo sguardo e affondo il viso nel cuscino morbido. Profuma di fresco... E di uomo.
Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che noto è il colore marrone delle pareti. Sollevo lentamente la testa e osservo le due applique ancora accese poco più sopra la testata del letto; emanano una luce calda e accogliente. Sul comodino alla mia destra vi sono appoggiati una lampada, una tazza azzurra, una pila di libri e delle compresse.

Abbasso lo sguardo sulle lenzuola bianche e sulla coperta color crema che mi avvolge.

Quindi alla fine ci sono andata a letto. Complimenti, Kendra!

Sbadiglio e ancora leggermente intontita mi rannicchio sul letto, prendendo l'altro cuscino e stringendolo forte al petto. All'improvviso mi ricordo di non essere sola nella stanza, quindi mi tiro su con poca grazia e cerco di mettere a fuoco la figura della ragazza, che è appoggiata all'armadio in modo molto sgraziato; ha un'aria stranamente inquietante. E non è Eileen.
Oddio, sono andata a letto con una ragazza?

Mi stropiccio un occhio e poi abbasso lo sguardo sulla maglietta larga che ho addosso e che chiaramente non mi appartiene.

«Dormito bene?», chiede la bellissima ragazza, piegando il capo di lato. Una ciocca di capelli castani scivola davanti al suo volto, ma si affretta a spostarla dietro l'orecchio. Indossa una camicetta rossa e un paio di jeans a vita alta neri. Sulle dita delle mani risaltano e non poco i suoi anelli sicuramente molto costosi. Il rossetto rosso evidenzia ancora di più le sue labbra carnose e gli occhi sono indagatori e curiosi. Ma chi diavolo è?

«Allora?», chiede nuovamente.

«Chi sei tu? E dove sono?», borbotto, cercando di ricordare come diamine ci sono finita qui. Nella mia mente c'è un vuoto enorme.

Guardo alla mia destra e noto con stupore la foto incorniciata che giace sul comò, in mezzo ad altre due. Mi alzo di scatto, la stanza vortica intorno a me ma riprendo l'equilibrio subito dopo, e mi stropiccio nuovamente gli occhi. No, non è possibile.
Cammino quasi in punta di piedi fino al comò e fisso la foto come se mi avessero appena fulminata. «Q-questo è... Questo-», balbetto, guardando di nuovo la ragazza, cercando di non fare trapelare nella voce la paura che sto provando adesso. No, non può essere.
«Quello è Kenneth. E la ragazza sono io», risponde lei. Merda.

Boyfriend- Un ragazzo in prestitoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora