Capitolo 3

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 -Adesso mi dici cosa gli è successo!- Queste furono le prime parole che sentì Mark poco prima di svegliarsi di soprassalto, non c'era muscolo del suo corpo il quale non gli facesse male. La vista era offuscata e la luce che proveniva dalla finestra alla sua destra lo costrinse a farsi ombra con una mano sugli occhi affaticati. Pian piano riuscì a mettere a fuoco il luogo circostante: sulla parete di fronte si ergeva un grosso armadio, mentre vicino quella a sinistra si trovava una scrivania con sopra il quaderno in cuoio che aveva sua madre. Improvvisamente i ricordi dell'altra sera lo investirono, la casa in fiamme, Rosie, Stephen... Un misto di rabbia e dolore attraversavano ora la sua mente, doveva scappare da lì. Devo trovare un'uscita, pensò dopo essersi levato un ago dal braccio che lo collegava a delle flebo con un tubicino. Provò ad alzarsi, le gambe erano indolenzite e doloranti, e anche se a fatica, riuscì a mettersi in piedi. Guardandosi il corpo si stupì del fatto che non avesse la più piccola bruciatura, era stato fortunato. Si affacciò alla finestra reggendosi al muro per capire dove si trovava, ma vide solo una distesa di abeti che continuava apparentemente all'infinito. Provò ad aprirla, ma era bloccata. Nel frattempo le voci si facevano sempre più forti e si udivano dei passi pesanti dall'altro lato della parete. Erano due maschi, questo gli era evidente. Si avvicinò con fatica alla porta e ci poggiò l'orecchio, non appena si fossero allontanati sarebbe uscito da lì, ma la voce di uno lo fece esitare per un momento, suonava familiare.

-Gli ho salvato la vita, Matthew, ecco cos'è successo! 

Era Stephen senza ombra di dubbio, si ricordò com'era andata quella sera, del palmo incandescente del ragazzo, e solo in quel momento si guardò la mano sinistra completamente fasciata. Il suo interesse si era spostato altrove. Smise di origliare il litigio tra Stephen e quel Matthew e iniziò a sfilarsi lentamente le bende. Attorno al palmo si trovava disegnato un grande anello nero, sembrava essere un tatuaggio. Prese il diario e si accorse di un dettaglio che l'altra volta non aveva notato. Una serratura a combinazione, come quelle delle cassaforti, impediva di aprire il quaderno, ma la cosa più strana era il nome scritto su un angolo di esso: Jason Parker.

-Non ha senso...- Mormorò fissando il nome del padre e la circonferenza sulla sua mano. Mentre cercava di trovare un motivo a tutto quello che gli stava accadendo, una cosa ancor più inaspettata catturò il suo sguardo. Quel segno stava iniziando a brillare, proprio come quello di Stephen, ma l'unica differenza risiedeva nel colore: il suo era di un particolare verde smeraldo. La luce si stava facendo sempre più forte e ad un certo punto esplose in un bagliore che ricoprì tutta la stanza. Provò a chiudere la mano in un pugno, ma il corpo sembrava non rispondere ai suoi comandi. Passò così i successivi secondi, finché la luce non scomparve lasciando il ragazzo nella stessa situazione di prima, senza risposte e ancora intrappolato in quel posto. Si guardò il petto, rendendosi solamente allora conto di avere ancora il ciondolo del padre al collo. In quello stesso istante la porta si spalancò mostrando un ragazzo dalla pelle scura, sembrò essersi sollevato un pò alla vista di lui sveglio, ma i suoi occhi penetranti continuavano a fissare quelli del ragazzo. Mark non vide subito Stephen, ma anche lui attraversò poco dopo la soglia della stanza e guardandolo negli occhi sorrise come se la sera dell'incendio non fosse mai accaduta.

-Che ti ho detto, Matt? Ce l'ha fatta!

Diede al ragazzo una pacca sulla spalla, ma l'altro rimase in silenzio a scrutare attentamente Mark in modo quasi inespressivo. Non riusciva a capire cosa stesse provando Matthew, era indecifrabile. Mark non diede ascolto alle parole di Stephen. Una rabbia incontrollata fuoriusciva dal suo corpo e senza indugi cercò di colpirlo con un pugno al viso, ma appena fece un passo crollò su un ginocchio. Si sentiva esausto e le fitte di dolore lungo tutto il corpo non aiutavano affatto.

-Cosa... cosa mi sta succedendo?- Mormorò dopo essersi seduto sulla branda con l'aiuto dei due, l'odio verso Stephen non si era di certo consumato, ma solo messo da parte, voleva delle risposte.

I custodi del tempo: ContinuumWhere stories live. Discover now