Capitolo 13

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Mark era ancora in ginocchio davanti ad Hanna, che in silenzio e con le lacrime agli occhi osservava il suo volto sconvolto. Non poteva nemmeno immaginare il dolore che stava provando quel ragazzo, ma la cosa che la sconvolse di più furono le parole che fuoriuscirono dalla sua bocca.

-Moriremo... Moriremo tutti- Aveva detto con voce tremante alzando gli occhi su quelli della Custode. Tutti lo guardavano senza muovere un muscolo, forse perché spiazzati da quella frase.

-Mark, cos'è successo?- Domandò Matthew scuotendolo per una spalla, ma niente. Fece più forte e con uno scatto il ragazzo si alzò, afferrando l'altro per la gola con una mano e premendolo contro la parete lì vicina. Matthew non rispose, ma semplicemente lo guardava negli occhi, immobile mentre Mark veniva fermato dal piccolo gruppo di agenti lì presenti.

-Avevate promesso di salvarla!- Gridò con tutta la forza che aveva in corpo, cercando di liberarsi invano dopo che era stato gettato a terra ed ammanettato con le mani dietro la schiena. -L'avevate promesso!

-Sì, l'avevamo detto e non ci siamo riusciti- Rispose Stephen con voce ferma, dopo esser stato lì ad assistere in silenzio per tutto il tempo. -Ma non siamo stati noi ad ucciderla, Mark. Prenditela con chi l'ha uccisa, e se sarai abbastanza forte allora ti vendicherai.

Quelle parole sembravano aver colpito in pieno, dato che azzittirono completamente Mark, che adesso guardava proprio in direzione di Hanna. Quegli occhi erano colmi d'odio e rancore, un qualcosa che non aveva mai visto così intensamente e che le misero anche paura per qualche secondo. Sapeva però che quello sguardo non era per lei, bensì per suo padre, per Robert, il signor George, ogni soldato che combatteva per la causa dei Custodi e soprattutto per il Concilio dei Cinque. Quello fu il momento in cui Hanna capì perfettamente il dolore che stavano seminando quelle persone, ognuno nel proprio piccolo, ma non poteva dimenticare che in mezzo a tutto ciò ci fosse anche una piccola parte di bene. Se solo avesse potuto sistemare le cose, se solo tutto quel potere fosse stato usato nel modo giusto forse non sarebbe successo nulla di tutto questo.

-Portate il ragazzo alle celle- Ordinò l'uomo in sedia a rotelle. Doveva essere lui a capo di tutto, perché due uomini sollevarono Mark e lo portarono immediatamente fuori, senza che lui opponesse la benché minima resistenza. Samantha, che gli era a fianco, si girò subito verso l'uomo, sorpresa.

-Papà, non puoi!- Disse, mettendoglisi di fronte e dando le spalle quindi ad Hanna. -Capisco che ha sbagliato, ma...

-Ha attaccato Matthew, un viaggiatore nel tempo, ed è contro le regole. Sai quanto sono importanti questi ragazzi, non possiamo permetterci di torcergli un solo capello.

-Tranquilla, Sam. Rimarrà per un po', giusto il tempo di calmarsi e capire che se c'è qualcuno da incolpare, di certo non siamo noi- Stephen era ora seduto ad una delle tante postazioni nella sala ed aveva puntato lo sguardo su Hanna proprio mentre pronunciava le ultime parole, quasi come se la avesse incolpata di qualcosa. In fondo era stata lei ad averla uccisa, Rosie. Era stata lei a premere il grilletto che aveva posto fine alla vita di quella donna. Strinse i pugni ed aprì le labbra quasi come per dire qualcosa, ma venne interrotta.

-Capitano Anderson, con tutto il rispetto, ma credo che sia un po' esagerato- Intervenne Matthew avvicinandosi a passo veloce. -Non mi sono fatto nulla.

-Castro, ho preso la mia decisione. E no, non libererò quel ragazzo finché non sarò certo da che parte sta. La sua è la runa senza nome e l'ultimo che l'ha avuta è stato capace di scatenare questa guerra- Rimase in silenzio per qualche secondo, fissando il pavimento mentre chissà quali pensieri potevano passare per la sua mente. -Ha un potere troppo grande, non posso permettere che i Custodi se ne impadroniscano.

I custodi del tempo: ContinuumWhere stories live. Discover now