capitolo 3

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"Martina vado a lavoro, in cucina c'è qualcosa da mangiare già pronta per pranzo, tornerò verso le sei di questo pomeriggio" dice entrando mia madre in stanza e alzando le tapparelle, odio questa cosa, mi da sui nervi.
" mamma porca miseria sai che mi da fastidio quando mi alzi le tapparelle quanto sto praticamente ancora dormendo" dico con la voce un po alta e abbastanza irritata
" hai già la luna girata di prima mattina, alzati e prendi in mano la tua vita su " mi risponde anche lei con la voce alta e con un tono autoritario, finalmente esce dalla mia stanza
" vado " mi urla dalla porta d'ingresso per avvertirmi che va al lavoro.
È da un po di tempo che mi frulla per la testa questa cosa, potrei cercarmi un lavoro così da poter essere davvero indipendente, potrei levarmi qualche sfizio, ha ragione mia madre quando dice che devo prendere in mano la mia vita.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno, mi lavo la faccia con l'acqua congelata, mi piace la sensazione che mi da questo gesto mi fa sentire bene.
Vado verso la cucina, mi preparo il caffè e mangio una brioche confezionata della Mulino Bianco, le mie preferite sono i flauti, mi ricordano la mia infanzia, quando li mangiavo in spiaggia d'estate.

Torno in camera per prendere dei vestiti e l'intimo, visto che il tempo non è dei migliori qui a Milano decido di mettere una semplice tuta nera con una felpa della Nike che mi aveva regalato la mia migliore amica al compleanno. Mi faccio una doccia veloce, non dovevo lavare i capelli dato che lo avevo fatto il giorno prima, metto una crema su tutto il corpo e poi mi vesto, torno in camera per prendere i trucchi e le scarpe che inizio già a mettere, sono delle tn che mi aveva comprato papà un po di tempo fa, sono ancora immacolate perché so quanto lui abbia faticato per comprarle.
Metto un po di matita nera all'interno dell'occhio e un po di mascara.
Afferro il telefono, dei soldi e le chiavi di casa, infilo il giubbotto e esco di casa dirigendomi verso un bar che avevo visto il giorno prima dove cercavano del personale.

"Buongiorno" mi salutano all'unisono una donna e un uomo di all'incirca trent'anni.
"Buongiorno"
"Volevo sapere se è ancora disponibile il posto di lavoro qui" continuo io
"Si certo vieni siediti così ti spieghiamo bene" mi dice la donna

Ci sediamo a un tavolino vicino al bancone.

......

"Quindi sei dei nostri?" Mi domanda l'uomo che ho scoperto da poco chiamarsi Marco tendendomi la mano
"Sono dei vostri" dico felice stringendo sia la mano di Marco che quella di Angela.
"Partirai domani, farai sempre il turno di mattina come accordato" mi informa Angela
" grazie mille, a domani" li saluto abbracciandoli per poi uscire dal bar.

Sto camminando per il piazzale di ieri, vedo venirmi incontro Amed, mi si butta addosso e mi abbraccia, rimango un po' interdetta, ma subito dopo ricambio.

" perché mi hai abbracciata?" chiedo al ragazzino appena si stacca
"Mi andava di farlo"mi risponde lui prendendomi per il polso portandomi nello stesso posto di ieri.
"Ciao ragazzi" saluto tutti e loro ricambiano subito.
"Dove sei andata di mattina così presto?" Mi chiede Anas
"Sono andata a cercare un lavoro, sapete in quel bar dove avevano bisogno del personale, lo avevo visto ieri, era da un po' che avevo in testa di cercare lavoro visto che ho lasciato scuola e sono a casa dalla mattina alla sera senza fare nulla" spiego
" com'è andata?" Chiede Yosef
" inizio domani mattina" rispondo con il sorriso
Non faccio in tempo a metabolizzare che mi ritrovo in un enorme abbraccio di gruppo, mi stanno schiacciando
"Non respiro!!!"
"Dai ragazzi la stiamo schiacciando" dice Sami iniziando a ridere contagiando tutti.
" che fai oggi pomeriggio" mi chiede Mattia
" niente non ho nulla da fare guarderò un po di TV" rispondo
" e se invece restassi con con noi e poi andassimo in un posto?"
Chiede Vale che fino ad ora era rimasto in silenzio
"Mi volete rapire" chiedo ridendo contagiando anche gli altri
"No tranquilla, ti vogliamo far vedere un po di cose" mi informa Sami guardandomi negli occhi sorridendo, e che sorriso.
"Allora ci sono"

la prima volta // sackyWhere stories live. Discover now