Capitolo 3

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Avete presente quando state avendo una conversazione alla quale non vi interessa prestare attenzione perciò fingete di ascoltare quando in realtà state pensando a tutto tranne che a quello che vi stanno dicendo?

Bene, è quello che faccio io la metà delle volte quando Milton Kostner mi parla, focalizzo il mio sguardo fuori dalla finestra o da qualsiasi altra parte e fingo di ascoltarlo, a volte lo faccio guardandolo fisso negli occhi, lui parla ed io fingo di prestargli attenzione perché le cose che mi dice le so già.

«Avalyne, oggi ho una riunione.» «Avalyne, oggi ho da rielaborare un caso.» «Avalyne, ho un'udienza oggi.» «Avalyne, ti ho detto mille volte che questi non sono vestiti da indossare.» «Avalyne, devi venire alla cena di cui ti ho parlato» «Avalyne, stai tenendo d'occhio tua sorella?» «Avalyne, sei una completa delusione.» «Avalyne, è questo il ringraziamento che mi dai?» «Avalyne, cerca di comportarti bene.» «Avalyne, studia di più!»

È tutto un Avalyne di qua, Avalyne di là, sono stanca di ascoltarlo, stanca di sentirgli dire sempre le stesse cose e soprattutto stanca di non essere mai abbastanza.

«Avalyne, mi stai ascoltando?» come non detto, porto lo sguardo in quello di Milton, ha gli occhi marroni come Taranee, in realtà lei gli somiglia molto, anche se ha qualche tratto della mamma.

«Si Milton, non farò tardi.» rispondo con tono accondiscendente come sempre.

«Già non mi piace che tu esca con quella ragazza.» come se non lo sapessi già, odio il modo in cui giudica McKenna, come se avesse il diritto di farlo.

«È la mia migliore amica ed è una ragazza normale, non ha niente che non va.» difendo la mia migliore amica come sono abituata a fare, non permetto a nessuno di parlare in un certo modo di lei.

«Entro mezzanotte dovete essere di ritorno.»

Mi ha concesso di rientrare a mezzanotte solo perché pensa ci sia anche Taranee e che debba controllarla, quando no, Taranee questa sera non c'è. È McKenna quella che mi sta letteralmente trascinando all'Ares per incontrarsi con Ambrose. Si, ora sono due quelle che devo cercare di tenere lontano dal Bronx. Ho accettato perché ogni scusa è buona per uscire e perché non posso lasciare che Kenny ci vada da sola, lei non l'hai mai fatto con me.

Mezz'ora dopo ho McKenna nella mia stanza che aspetta che finisca di prepararmi, non che abbia deciso di indossare chissà che cosa, i jeans a vita alta con la magliettina nera vanno più che bene, più le scarpe comode dello stesso colore della maglietta, direi che sto una favola. Sicuramente meglio dell'altra volta, qualcosa di semplice e che non da nell'occhio. Non mi trucco perché la situazione non lo richiede e non ne ho la minima voglia.

«Possiamo andare?» mi chiede quando ho finito, io mi volto a guardarla subito dopo aver presto la mia borsa, se ne sta seduta sul mio letto coperto dalle lenzuola color verde Tiffany che tanto mi piacciono, ha l'aria annoiata.

Questo perché Kenny non riesce a stare ferma un secondo.

«Per sfortuna si.» l'angoscia nella mia voce è più che percepibile.

«Andiamo, sarà bello andare lì per passare una serata diversa anziché andarci per recuperare tua sorella.» potrebbe essere come dice lei ma non ci conto poi tanto, «E poi Denny e Brose sembrano molto gentili e divertenti.»

«Si, come dici tu, andiamo prima che cambi idea.» rispondo come una che sta per andare al patibolo, altro che a divertirsi.

«Sei un angelo, lo sai?» mi chiede e so che non vuole davvero una risposta, per lei lo sono e basta.

«Come no.»

Ci mettiamo un po' ad arrivare all'Ares, ci sono poche persone diversamente dagli altri due giorni in cui siamo venute qui. Ambrose e Aiden sono stati di parola e ci hanno aspettate fuori, devo dire che McKenna ha ragione, sono gentili e divertenti, per il momento non posso lamentarmi o meglio, non potevo lamentarmi, ora posso eccome dato che Kenny mi ha lasciata da sola con Aiden per andare a ballare con Ambrose.

CAIROWhere stories live. Discover now