Capitolo 9

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Milton è tornato e con lui anche le mie catene, ha scoperto in non so quale modo che sto frequentando ambienti e persone che a lui non piacciono, che non sono viste di buon occhio, perciò ha stretto le sue catene intorno a me.

Sono tre giorni che non vado al club o esco con qualcuno di loro, Kenny e Tara hanno continuato ad andarci, io non ho potuto.  Ho avuto una piccola discussione con la mia migliore amica perché vuole che faccia qualcosa, che non me ne stia con le mani in mano a lasciar decidere Milton di ogni cosa che mi riguardi.

Fortunatamente oggi lui lavora fino a tardi, perciò mi sono concessa una passeggiata, più che passeggiata però sono andata in uno dei miei posti preferiti, una pasticceria che vende ciambelle di ogni tipo.

«Finalmente sei uscita da quel posto.» per poco non lascio cadere quel che rimane della mia ciambella per terra non appena esco dalla pasticceria e davanti a me trovo Cairo appoggiato alla sua moto.

Sembrava mi aspettasse, com'è possibile?

«Che ci fai qua?»

«Ho saputo che ci sono problemi in paradiso faccia d'angelo.» le sue parole mi fanno capire perfettamente la situazione.

Kenny o Aiden? Non so chi dei due sia la talpa ma lo scoprirò sicuramente.

«Non so di cosa tu stia parlando e ti chiedo per favore di andartene.» dico presa dal panico improvviso dato che mi ricordo che siamo nella mia città e qualcuno potrebbe riconoscermi, di conseguenza riferire a Milton di avermi vista con lui.

«Il patto faccia d'angelo, l'hai dimenticato?» la sua domanda mi confonde per un attimo, poi mi ricordo, Tara sta andando al club e forse lui l'ha tenuta davvero d'occhio dato che è sempre tornata sobria a casa.

«Phoenix, non è il momento.» dico soltanto continuando a guardarmi intorno come se avessi rubato qualcosa e fossi in fuga dalla polizia.

«Ho tenuto d'occhio la tua sorellina in questi tre giorni, non ha ingerito un goccio di alcol e come ben sai non accetto droghe di nessun tipo nel mio club.» il sorriso soddisfatto che ha sul volto mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi.

«Phoenix, ci sono persone.» dico, facendogli notare che siamo circondati da gente che va e viene pur essendo sera.

«Ti vergogni di farti vedere con me?» non mi sfugge il cambio di tono che ora sembra essere infastidito, arrabbiato.

Non è di te che mi vergogno ma di me stessa e di ciò che sono diventata, una stupida marionetta.

«Ti sei visto? Perché dovrei vergognarmi di farmi vedere con te?» mi sfugge ancor prima che possa pensarlo, ecco che si riapre quel sorriso da stronzo compiaciuto sulla sua faccia, vorrei prendermi a schiaffi per averlo detto.

Il fatto che pensi possa vergognarmi di lui mi stringe lo stomaco, mi fa sentire una vera merda.

«Mi hai appena fatto un complimento o sbaglio?» mi chiede avvicinandosi un po'.

«Devi andare davvero.» gli dico facendo un passo indietro, lui mi guarda soltanto.

Non te ne andare, urla invece la mia vocina interiore.

«Vieni con me.» le parole che pronuncia hanno un effetto destabilizzante per me.

«Come scusa?» chiedo per essere sicura di aver capito bene.

«Andiamo hai capito faccia d'angelo, qualcuno mi ha fatto una soffiata e mi ha detto che puoi uscire stasera, perciò vieni con me al club e onora il patto.»

«Perché dovrei?» gli chiedo questa volta mi porto le braccia al petto in segno di sfida.

«Perché io ho onorato il mio e perché te lo sto chiedendo gentilente.» il modo in cui lo dice mi fa sorridere.

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