Capitolo 8

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Non pensavo che in un mese avrei legato tanto con qualcuno così come ho fatto con Aiden, questo è il tempo che è passato senza che neanche me ne sia accorta da quando frequento lui e quelli del club. L'uomo in questione ha invitato me e Kenny a una grigliata, l'idea di quegli omoni grandi, grossi e tatuati che grigliano qualcosa in campagna ha fatto ridere più del dovuto sia me che la mia migliore amica, in mia discolpa posso dire che quella a fare una battuta stupida è stata Kenny.

Ora sono in macchina proprio con lei che stranamente è silenziosa, il che mi fa dedurre che è successo qualcosa o che deve dirmi qualcosa e non sa come farlo, perciò la precedo.

«Va bene, sei troppo silenziosa, su, dimmi cos'è successo.» le do un'occhiata per poi riportare lo sguardo sulla strada.

«Nulla, perché sarebbe dovuto succedere qualcosa?» mi chiede, lo capisco dalla sua voce però che c'è davvero qualcosa che deve dirmi.

«Kenny.»

«Ok, te lo dico ma non arrabbiarti e non scandalizzarti, daltronde me l'hai chiesto tu.» dice ed io mi preparo già alla bomba che sta per sganciare, non credo sia qualcosa di tranquillo, non c'è mai niente di tranquillo quando si parla di lei.

«Che cos'hai fatto?» le chiedo, sono leggermente preoccupata e non posso nasconderlo.

«Chi ti dice che sia stata io a fare qualcosa?» mi chiede con finta aria innocente.

«McKenna.»

«Ho fatto un pompino a Brose.» sputa fuori tutto d'un fiato, sono talmente sorpresa che per un momento sbando con la macchina.

«Merda Avie, va bene lo shock ma fino a farci quasi uccidere ce ne vuole, è solo un pompino.» strilla la mia migliore amica, io la guardo con gli occhi spalancati.

«Non mi aspettavo che fossi così schietta.» lei mi guarda come per dire "davvero?", «Beh si, me lo aspettavo ma non così tanto schietta.» dico, perché schietta lo è di suo.

«Come te l'avrei dovuto dire scusa? Ho succhiat-» comincia a dire ma io la interrompo subito.

«Ho capito, sta zitta, gli hai fatto...» dico, portando di nuovo lo sguardo sulla strada.

«Un pompino.» termina la frase per me con un ghigno divertito che mi fa alzare gli occhi al cielo.

«Ci stavo arrivando.» borbotto, «Gli hai fatto del sesso orale e quindi?» lei sghignazza un "non ce la fai proprio ad essere volgare".

«E quindi oggi lo rivedrò e non sono mentalmente preparata.» vederla nervosa per un uomo è un evento più unico che raro, mi fa tenerezza.

«Lui ti piace.» non posso fare a meno di dire.

«Non è male e il suo ca-» cerca di dire ma le lancio un'occhiata che la fa tacere, «Pene, il suo pene è meraviglioso.» si corregge subito ridendo.

«Fammi capire, ti piace lui o il suo arnese?» le chiedo senza giri di parole.

«Entrambi, decisamente entrambi.»

«Allora? Non sei una che si tira indietro, mai.» le faccio notare e lei sbuffa.

«Lo so, è che questa volta è diverso.» e ci credo, come ho già detto non l'ho mai vista così nervosa per un uomo.

«Lascia che sia lui a fare la prima mossa, se ti evita invece è un'idiota e ci perde lui, fine.» lo so che magari non è proprio così che funziona ma non è che sono un'esperta in materia, le do consigli in base a ciò che farei io al posto suo.

«Non posso darti torto.» dice e il discorso cade quando mette una canzone alla radio, entrambe iniziamo a cantare come se fossimo ad un concerto.

CAIROWhere stories live. Discover now