Capitolo 7

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Mancano due giorni al ritorno di Milton a casa e ne sono passati tre invece da ciò che è successo a Taranee all'Ares, di comune accordo con lei ho deciso di inserirla in un percorso di riabilitazione per persone che hanno problemi con l'alcol e tutti i tipi di droghe. Frequenterà questo corso più volte a settimana e di nascosto, a Milton diremo che sta prendendo lezioni di pattinaggio, a lei è sempre piaciuto perciò non desterà sospetti.
Non ho potuto fare altrimenti, ha bisogno di un aiuto che io non posso darle, ha bisogno di persone specializzate in questo genere di cose, l'unica cosa che le posso dare è il mio sostegno e questo ce l'avrà sempre.

«E che cazzo Avie, ti rendi conto che siamo alla mia festa di compleanno o no?» lo strillo nelle orecchie da parte di Kenny mi fa destare dai miei pensieri.

Si, oggi è il suo compleanno e siamo in discoteca per festeggiarlo, io, lei e alcuni altri suoi amici, che in realtà lei non reputa tali, tant'è che ci tiene a sottolineare la parola "conoscenti." Si, è strana e questo è uno dei tanti motivi per cui le voglio bene.

«Mi dispiace, sai che a volte mi perdo nel mio mondo.» sono sinceramente dispiaciuta, almeno per oggi che è il suo giorno dovrei cercare di tenere fuori i miei problemi, le devo questo e tanto altro.

Mi guardo intorno tornando alla realtà, ovvero nella discoteca circondata da gente che conosco e altre che sono perfette sconosciute, anzi, forse in realtà lo sono anche quelli che conosco, tutti a parte Kenny.

«Sai in che mondo dovresti perderti? In quello dell'alcol solo per una sera.» mi tira una pacca sul sedere che mi fa ridere, poi però si rabbuia, «Scusa, pessima battuta e pessimo tempismo.» so che si riferisce alla situazione di mia sorella.

«Quando mai hai fatto delle battute buone tu?» cambio discorso prendendola in giro per sdrammatizzare, sul suo volto si apre un sorriso.

«Hey strega, dovresti essere più gentile con me il giorno del mio compleanno. Comunque sarà una serata da non dimenticare.» borbotta fingendosi offesa, poi si sistema la bretella dell'abito verde smeraldo che ha indossato.

E' stupenda, non credo ci siano altre parole per descriverla, forse ci sono ma questa rende meglio l'idea.

Io invece ho indossato un jeans skinny chiaro a vita alta, un top ricoperto di brillantini argentati che ha la forma di un costume a triangolo, scarpe con il tacco nere e blazer dello stesso colore.

«Mi dispiace che tua sorella non sia qui con noi.» dice, avvolgendo il braccio intorno alle mie spalle e avvicinando la sua testa alla mia.

«Dispiace anche a me, ma per un po' credo sia meglio che stia lontana da luoghi come questo.»

«Sono d'accordo.» annuisce con la testa, poi tutto ad un tratto entra nel panico, «Merda, è venuto davvero!» lo strillo di Kenny mi fa sobbalzare, in pochi secondi si nasconde dietro di me, per quanto le sia possibile farlo.

«Che succede?» mi affretto a chiedere, le tiene le mani ben salde sulle mie braccia usandomi come scudo umano.

«Non pensavo sarebbe venuto sul serio.» non so se sta parlando con me o semplicemente sta pensando ad alta voce.

«Di chi stai parlando?» le chiedo confusa guardandomi intorno, è quasi impossibile non notare Ambrose e compagnia bella e con compagnia bella intendo anche Cairo, «Dimmi che non l'hai fatto.» è tutto ciò che riesco a dire, nel panico tanto quanto lei.

«Volevo che Ambrose, Aiden e le ragazze venissero, non potevo non invitare anche gli altri.» il suo è un vero e proprio piagnucolio.

«Era necessario invitare anche quei due?» e con quei due intendo Cairo e Goldy.

CAIROWhere stories live. Discover now