56- Forniture

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Il capitano della compagnia B non era sembrato molto interessato alla questione. Aveva ascoltato un po' annoiato il rapporto del giovane ufficiale e liquidato la faccenda assicurandolo che avrebbe preso i dovuti provvedimenti, ma a Robert non bastava. Era curioso di scoprire che tipo di traffico avesse messo in piedi quel tizio e dopo averci rimuginato su per un giorno intero decise di coinvolgere Sabrina.

«McEnzie!» la apostrofò incrociandola fuori dall'armeria. Stava portando una scatola di legno piena di munizioni ed era in difficoltà. Quella roba pesava.

Sabrina si bloccò e rispose all'appello mettendosi sull'attenti. Robert le fece cenno di posare il suo carico e lei si affrettò a obbedire prima che le si staccassero le braccia.

«Devo portare queste munizioni al sergente maggiore, signore» pronunciò come per mettergli fretta.

«Lascia perdere. Adesso ho bisogno che tu faccia una cosa per me» la interruppe.

Sabrina rimase in silenzio a fissarlo.

«Devi andare in cerca di un tale Gore, è un soldato semplice, compagnia B del Terzo Fanteria. Pare che abbia della merce da vendere. Fatti dare del caffè e buttagli lì che avresti bisogno di un nuovo paio di stivali, chiedigli il prezzo e poi vieni a riferirmelo.»

La ragazza sembrava perplessa.

«Non fare domande, corri» intimò.

«E i soldi per il caffè? Non li ho qui...» dondolò sui piedi imbarazzata.

Robert frugò nella tasca dei pantaloni e tirò fuori un paio di monete.

«Dovrebbero bastare per un sacchetto di caffè... Ma i soldi della paga dove li hai messi?»

«Li tengo nascosti nella baracca» rispose guardinga.

«Va bene, fa' solo attenzione che non te li rubino. Corri adesso. Alle munizioni ci penso io» concluse.

La ragazza annuì e si mise in marcia in cerca del settore dove era alloggiato il Terzo Fanteria.

Tornò dopo un bel po' e vedendo il fratello con il sergente si avvicinò e si mise sull'attenti richiamando la sua attenzione.

«Ah, McEnzie, vieni. Sergente, glielo rendo tra cinque minuti, ho chiesto al ragazzo di svolgere un piccolo compito per me» e così dicendo si allontanò quanto bastava dal sottufficiale, seguito dalla sorella.

«E allora?»

«Ecco il caffè» rispose porgendogli il sacchetto e alcune monete.

«E per gli stivali, che ti ha detto?»

«Che vuole quattro dollari e mezzo e di tornare tra due giorni.»

Robert diventò pensieroso: all'emporio i vivandieri dell'esercito gli avevano chiesto ben sei dollari e mezzo per un paio di stivali... Quelli avevano dei prezzi esagerati e si approfittavano dei soldati bisognosi, ma quattro dollari e mezzo era un prezzaccio! Nemmeno a Leavenworth avrebbe trovato un calzolaio che glieli avrebbe dati a così poco...

«Che devo fare?» chiese la sorella, risvegliandolo.

«Niente, tra due giorni vai a prenderli.»

«Ma gli stivali me li dovrebbe fornire l'esercito. Non voglio buttare quattro dollari e mezzo» protestò.

«Se va come dico io, non dovrai sborsare un centesimo» rispose e, vedendo che la sorella lo fissava in attesa di altre informazioni, le fece cenno di tacere.

«Se vuoi il mio aiuto, potresti almeno dirmi in che guaio mi stai cacciando... Quell'uomo non mi piace. Mi ha osservato per un paio di minuti buoni masticando tabacco, prima di degnarsi a rispondermi. Mi sono sentita nuda... Nessuno mi aveva guardato con tanta attenzione, nemmeno durante le ispezioni!»

Polvere alla polvereWhere stories live. Discover now