36- Arouse! Arouse!

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Luglio 1861

Il forte continuava a riempirsi di uomini, volontari, avventurieri. Tutti si mettevano in fila per firmare il registro, arruolarsi e imbracciare un fucile contro i Ribelli.

Jonathan e Robert assistevano in disparte a quel piccolo spettacolo di umanità, ridacchiando alle spalle di alcuni che sembravano davvero inadatti per quel ruolo. Anche se dopo la disfatta di Bull Run c'era ben poco da ridere... La prima vera battaglia di quella guerra era stata un disastro per l'Unione e forse aveva acceso in tutti la consapevolezza che la faccenda era seria: altro che un paio di scaramucce per convincere i Ribelli a rinunciare alla loro stupida secessione. Anche una parte del Primo Cavalleria vi aveva partecipato, lasciando Fort Leavenworth sotto il maggior generale McClellan. Jonathan aveva segretamente sperato che quell'uomo chiamasse con sé la compagnia dove c'era suo padre per poterlo seguire, ma non era successo.

«Certo che quel Jonhson sembra un galletto, così impettito» commentò Robert fissando l'uomo che stava mettendo in piedi il Quinto Cavalleria del Kansas, un nuovo reggimento di volontari.

«Concordo... si crede chissà chi. E non è neppure un militare» rispose Jonathan sputando il succo del tabacco.

«Io farei attenzione alle parole. Potrebbe diventare il vostro nuovo comandante» li interruppe il padre avvicinandosi.

I due si sbrigarono a balzare in piedi, sistemandosi giubba e berretto e infilando nelle tasche il tabacco da masticare.

«Trovo che ciccare sia un'abitudine orrenda...» lasciò cadere caustico, facendoli arrossire d'imbarazzo. «Ma il pettegolezzo è ancora peggio.»

«Perdonateci, padre. Voleva essere un commento innocente... una battuta» cercò di rabbonirlo Robert mentre Jonathan se ne stava zitto.

«Credo che non riderebbe se la sentisse. Vi consiglio di fare attenzione quando parlate di un superiore.»

Robert abbassò gli occhi, mortificato.

«Già... ma credo, padre, che non riderebbe perché si tratta della verità» osò sfidarlo il più grande.

«Jonathan!» sibilò il maggiore Becker e con un cenno li chiamò a seguirli nel suo ufficio, dove avrebbero potuto parlare.

Chiusa la porta e lontani da orecchie indiscrete il padre li invitò a sedersi e prese posto alla sua scrivania, pensieroso.

«Ho riflettuto parecchio in questi giorni e sono giunto alla conclusione che dovreste arruolarvi sotto Johnson.»

«Ma, padre» cercò di ribattere Jonathan, zittito da uno sguardo severo.

«So quello che dico: le guerre non si fanno con la politica, però è Washington che decide l'organizzazione dell'esercito e se state con me non credo che diventerete mai più che sottufficiali.»

I due rimasero in silenzio.

«La realtà è che Bull Run ci ha dimostrato quanto ricorrere alle milizie dei singoli Stati, come auspicava il Governo, sia impossibile: con una ferma di appena tre mesi quei codardi se la sono data a gambe non appena hanno sentito l'odore della polvere da sparo. Probabilmente avremmo perso comunque la battaglia, ma la defezione di interi reparti, a cui è scaduta la ferma durante il trasferimento notturno, non ha giovato agli eventi. Ecco da dove viene la decisione di creare nuovi reggimenti di volontari con obbligo di leva per tre anni. E qui entra in gioco il nostro buon Johnson. Concordo con voi che sia un incompetente, ma sta mettendo in piedi un'unità nuova qui a Fort Leavenworth e due giovani preparati come voi potrebbero fargli comodo.»

«In che senso?» azzardò Robert perplesso.

«Nel senso che noi ufficiali dell'esercito regolare abbiamo ricevuto ordini precisi: non possiamo metterci al comando di un reggimento di volontari, ma voi potreste fare carriera in questo modo. Invece che marcire come caporali o sergenti sotto di me, potreste diventare tenenti o capitani per lui...»

Polvere alla polvereTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang