44- Associazione di mutuo soccorso

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Robert seguiva con sguardo critico l'esercitazione della mattina. Gli uomini erano allineati e rispondevano ai comandi impartiti dal sergente maggiore, ma senza la precisione che aveva contraddistinto i cadetti alla scuola militare. Quelli erano volontari, non soldati di professione. Poco attenti ai dettagli, scarsamente disciplinati, insofferenti verso la rigida gerarchia dell'esercito. Sperava che il loro entusiasmo bastasse a sopperire alle ridotte conoscenze che stavano ricevendo da quell'addestramento affrettato.

Sua sorella era ancora rinchiusa. Inspirò profondamente al pensiero, controllando la rabbia. Avrebbe dovuto essere là in mezzo a imparare come muoversi invece che marcire in prigione: perdere l'addestramento non le giovava.

Scacciò la visione della ragazza seduta sul pagliericcio al buio; aveva notato il suo viso segnato nonostante la scarsa luce della luna la sera precedente, quando era andato a trovarla. Gli era sembrata disperata, sebbene l'avesse accusato con malcelato sarcasmo di non averla aiutata contro i due irlandesi e averla costretta a difendersi da sola. Lì per lì si era stizzito, ma ripensandoci quella mattina si sentiva davvero colpevole.

Cercando di dominare quei pensieri tormentosi, si concentrò sull'esecuzione dei comandi impartiti con voce ferma dal sottufficiale.

«Sottotenente Becker, interrompa l'esercitazione e faccia preparare la compagnia per una rivista» gli ordinò il capitano, affiancandosi con la solita aria sorniona.

Il giovane si girò a osservarlo, senza capire, ma poi diede ordine al sergente maggiore di sistemare gli uomini come richiesto. Mentre la truppa si allineava, rassettando giacche e pantaloni e sistemando il berretto, Robert seguì il capitano che gli aveva fatto un cenno.

«È arrivato il primo cittadino di Mound City con un seguito di signore ben vestite. Sembra che stiano organizzando un'associazione di mutuo soccorso per i soldati di stanza qui a Fort Scott: fornitura di vestiario, bende, generi alimentari... insomma, tutta roba che ci serve. Vediamo di dare una bella impressione» gli disse concludendo con una pacca amichevole sulla spalla. Robert, stordito da tanta confidenza, si voltò a guardare tutte le compagnie che si allineavano con ordine mentre alcune carrozze entravano nel forte dal portone principale e il colonnello Johnson si faceva avanti per gli onori di casa.

Alcuni soldati si affrettarono a prendere le briglie dei cavalli e aiutare gli ospiti a scendere. Di colpo il blu rigoroso delle divise e il bianco intonaco delle baracche furono punteggiati di nuovi colori. Le signore sorridevano gioiose avvolte nei loro vestiti migliori, con fiori freschi ad adornare i graziosi cappelli quasi fossero state invitate a una parata. La loro presenza sembrò rianimare il reggimento, che stava ritto in piedi con nuova fierezza e orgoglio: loro erano lì per difendere l'Unione, l'idea di un grande stato democratico, i figli e le mogli che l'abitavano.

In mezzo a quelle donne mature, alcune probabilmente sposate proprio con qualche recluta, c'era una giovane. Robert la fissò con interesse. Doveva essere più o meno sua coetanea ed era molto graziosa. Seguiva la spedizione gioiosa con strano rigore, il suo visetto compunto non si apriva al sorriso come quello delle altre signore: sembrava quasi nervosa. Forse non era avvezza alla vista di un numero così grande di uomini in divisa tutti insieme — Robert dovette riconoscere che avevano davvero un aspetto marziale, ora che erano concentrati a fare bella figura e inorgogliti davanti a tanto interesse — o forse tra loro c'era il fidanzato ed era semplicemente preoccupata. Lo stesso, quell'atteggiamento serio e composto lo colpì.

La rivista ebbe inizio; tutti gli uomini si misero sull'attenti ed eseguirono un po' di manovre a beneficio degli spettatori mentre il colonnello si rivolgeva agli ospiti con tono affabile, illustrando le varie compagnie e plotoni e suscitando l'orgoglio del sindaco e l'entusiasmo delle signore che osservavano ammirate. Poi fece loro strada e li condusse nel suo ufficio, assieme ad alcuni ufficiali.

Polvere alla polvereWhere stories live. Discover now