5. She's got everything that I don't have

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Tate McRae, She's all I wanna be



Per quanto io ami il mio letto, questo è decisamente molto più comodo.
Strofino la punta del naso contro la federa di cotone; un profumo maschile mi impregna le narici.

Ignoro la pesantezza che preme sulle mie palpebre e le schiudo lentamente. Mi stropiccio gli occhi e poi sbadiglio. Uno spiraglio di luce si riversa nella stanza attraverso le veneziane semi aperte della finestra. I miei occhi scivolano lentamente sullo stereo posizionato in un angolo della stanza, su un piccolo mobiletto, coperto da una maglietta appallottolata e gettata lì quasi per caso. Un paio di pantaloncini da basket e dei calzini sono sparsi sul pavimento.

Le pareti sono tappezzate da poster di alcuni film di successo.
Una maglietta viola di qualche squadra è appesa al muro e sul comodino vi è una foto di Kyle insieme ad una ragazza; non si tratta di Leah e nemmeno di Zahra.

Un rantolo scivola via dalla mia bocca mentre mi metto a sedere. Sento ancora un sapore acre e quella brutta sensazione alla bocca dello stomaco che precede il conato di vomito. Mi siedo sul bordo del letto a gambe incrociate, premo l'indice contro il pollice e appoggio le mani sulle ginocchia, facendo un bel respiro. Le lezioni di yoga forse sono servite a qualcosa. Mi sento come se avessi passato l'intera notte su una barca in balia delle onde.
Finisco di meditare e poi mi alzo per aprire la finestra. Ancora avvolta dal sonno inciampo in una scarpa e mi aggrappo al davanzale con entrambe le mani per non cadere.

Dio, come fa a vivere in un tale disordine?

Dopo aver aperto la finestra per fare entrare un po' di aria fresca, inizio a raccogliere da terra gli indumenti e li metto su una sedia vuota.
Afferro anche la maglietta appallottolata e osservo con curiosità il suo stereo. È un vecchio modello. Non ne ho mai avuto uno. Di solito mia madre mi compra le cose che piacciono a lei.

Premo play e balzo all'indietro per lo spavento. La musica è altissima, ma la canzone è davvero piacevole. Non l'ho mai sentita in vita mia. Mi piace.

Abbasso di poco il volume e inizio a ballare lentamente, un po' a disagio.
Qualcuno si schiarisce la gola dietro di me. Stringo l'orlo della maglietta per abbassarla ancora di più e mi giro immediatamente.
Kyle e Leah sono sulla soglia della porta e mi guardano come se fossi un'invasata.

«Pensavi davvero che si sarebbe sentita come un pesce fuori dall'acqua? A me sembra che si sia svegliata di buonumore», commenta Kyle leggermente irritato.

«La colazione è pronta», mi informa Leah con un sorriso divertito, poi scende al piano di sotto.
Kyle rimane immobile con lo sguardo puntato su di me.

«Hai messo tu la mia roba sulla sedia?», arriccia il naso in una piccola smorfia.

«Beh, poco fa stavo per rompermi una gamba per colpa tua», dico incrociando le braccia sotto il seno con fare dispettoso. La maglietta si solleva leggermente sui miei glutei.

«Mia?», chiede lui lanciandomi un'occhiata belligerante.

«Non ho mica lasciato io quella roba a terra».

Kyle alza gli occhi al cielo. «Chiedo scusa, principessa. La prossima volta che deciderai di mettere piede nella mia stanza mi assicurerò che sia tutto in ordine e stenderò anche un tappeto rosso in tuo onore».

Il tono sarcastico della sua voce mi fa venire voglia di tappargli la bocca con un pugno. E di solito non sono così violenta.

«Bella canzone, vero?», avanza verso di me con uno stupido ghigno sulle labbra. Si ferma accanto a me e con il pollice traccia una linea immaginaria sulla mia coscia, infilandolo sotto l'orlo della maglietta. «Questa mi appartiene», si scosta da me di colpo e va a spegnere la musica. Un brivido danza sulla mia pelle, esattamente nel punto dove lui mi ha sfiorata poco fa.

Il Mio Limite Sei TuWhere stories live. Discover now