11. This thing we started, I don't want it to stop

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Ed Sheeran, Shivers


«È assurdo! Per quale motivo non ho iniziato a guardare documentari sui serial killer prima?», prorompe Derek. Il suo dito scorre velocemente sullo schermo del cellulare, indeciso su quale video soffermarsi.

«Perché è roba che scopri quando non sai più cosa guardare oppure quando non riesci a dormire e quindi decidi all'improvviso di esplorare la mente dei serial killer, finendo così per addormentarti senza problemi. Non chiedermi il perché, non ne ho idea. Funziona così il mio cervello», mi stringo nelle spalle.

Ci facciamo spazio tra le persone che camminano lungo la stradina tortuosa e piena di vita e mentre lui porta avanti la conversazione, il mio sguardo cattura lentamente la bellezza di questo posto. Ci imbattiamo in una fila enorme davanti ad una boutique, ma Derek mi afferra per il braccio e mi costringe a rimanergli accanto. Rivolgo lo sguardo verso la bouganville che ricopre l'intera facciata di una casa, facendola esaltare di più in mezzo a due case bianche.

Vasi di fiori immancabili dai colori variopinti, ciotole d'acqua lasciate fuori dai negozi per gli animali, turisti che si scattano le foto e riempiono la cittadina di allegria. Questo posto sembra troppo vivace. Non amo molto stare in mezzo alle persone.

Passiamo davanti una panchina a forma di coda di balena e mi fermo per scattarle una foto. Mi assicurerò di pubblicarla su Instagram.
Il cinguettio degli uccelli si disperde tra la brezza oceanica; in lontananza il sole inizia piano piano a calare e le strade si riempiono sempre di più.

«Ci sono troppi turisti, odio passeggiare su queste stradine», Derek sbuffa e svolta l'angolo. Prendiamo una specie di scorciatoia, meno trafficata.

«Già, non sopporto la confusione», confesso con un sorriso sincero.

Camminiamo ancora fino a raggiungere il lungomare. Guardo le grandi palme che lo decorano e le persone che corrono da una parte all'altra e che vanno in giro sullo skate. Alcuni fanno surf e altri semplicemente si rilassano in spiaggia tra una chiacchiera e una partita a beach volley.

«La gente che conosco io viene qui a divertirsi il sabato sera. Anzi, c'è un punto preciso in cui possiamo divertirci e bere senza problemi. Tutti gli altri di solito si riversano sull'arteria principale della città. Ma a meno che tu non sia pieno di soldi da spendere nei negozi e ristoranti, non puoi fare tanto. Ci accontentiamo dei musicisti che cantano e suonano vicino alle fontane oppure delle nostre feste private», lo ascolto attentamente, ha un tono di voce caldo, dolce. È piacevole da sentire.

«E vi divertite soltanto il sabato sera?», gli chiedo con tono ironico.

«No, ma quelli come me, quando organizzano qualcosa non lo urlano di certo a mezzo mondo. Siamo ancora minorenni, se la voce gira troppo rischiamo di finire in una cella per una notte».

«Allora come abbiamo fatto ad entrare in quella discoteca?», gli chiedo. Lui si ferma per allacciarsi la scarpa.

«Perché tutti conoscono Taylor. Andare in giro con lui ha i suoi vantaggi», mi fa l'occhiolino.

«Ma allora...».

Derek mi ferma ancora prima che io possa finire la frase. «Vuoi sapere come hanno fatto Kyle e Zahra ad entrare in quel posto?»

Non voglio mostrarmi troppo interessata a loro due, ma è come se Derek riuscisse a leggermi nel pensiero.
«Kyle è parecchio conosciuto», contrae la bocca in una smorfia. «Lo hai visto, no? È pieno di muscoli, sguardo affascinante e possiede la proprietà di linguaggio simile a quella di un criminale con la quinta elementare».

Il Mio Limite Sei TuWhere stories live. Discover now