29. Try to follow your light, but it's night time

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David Kushner - Daylight

Nell'esatto istante in cui le mie palpebre si sollevano, i miei occhi scattano verso l'angolo della stanza, lì dove l'ultima volta Kyle mi ha stretta tra le braccia.

La luce argentea della luna si riversa nella stanza, illuminandola appena. Mi guardo intorno, ma non c'è nessuno a parte me. Il mio respiro pesante è l'unico rumore che sento.
Sposto la coperta verde scura che Kyle mi ha messo addosso mentre stavo dormendo e cerco a tastoni il pulsante dell'abat-jours. Una luce calda investe la stanza e strizzo gli occhi per pochi secondi, il tempo che basta alla mia vista per abituarsi di nuovo alla  luce.

Non riesco neanche a ricordare quando è stato il momento in cui mi sono addormentata.
Osservo la valigia aperta che giace sul pavimento, i vestiti stropicciati lasciati sulla sedia disordinatamente e una scarpa vicino al comodino e l'altra vicino alla porta. Mi chiedo se sia stato Kyle ad aver creato tutto questo casino.

Con un sospiro mi dirigo verso la porta e la apro piano.
Scendo al piano di sotto, i calzini scivolano sulle scale di legno; quindi mi aggrappo al corrimano, trattenendo l'imprecazione tra i denti.
Con la coda dell'occhio scorgo un corpo appollaiato sul divano: è Jack. Stringe forte al petto un cuscino, ha la bocca semi aperta e una coperta in pile addosso, che non riesce neanche a coprire il suo corpo per intero.
Il fuoco si è quasi spento oramai.
Faccio marcia indietro e ispeziono con curiosità la cucina, ma non c'è nessuno. È tutto in ordine, come se nessuno avesse messo il piede qui dentro.

Risalgo al piano di sopra ed entro nella mia stanza in silenzio.
Rosalyn non c'è, il suo sacco a pelo è vuoto.
Raggiungo il letto di Lydia, però mi blocco immediatamente. Dylan è accanto a lei. Sono stretti l'uno all'altro sul letto singolo.
Prendo la coperta che giace accanto ai loro piedi e copro entrambi, cercando di non svegliarli, poi esco dalla stanza e scendo nuovamente al piano di sotto.
Dove sono Kyle e Rosalyn?
Mi fermo davanti alla porta d'ingresso, indecisa se aprirla o meno.
Mi appiattiscono contro di essa non appena sento un borbottio e cerco di captare frammenti della loro conversazione.
Mi sposto in cucina e guardo fuori dalla finestra.

Kyle è appoggiato alla sua auto. Ha il giubbotto addosso e il cappellino bianco in testa. Le punte arricciate dei suoi capelli coprono le sue orecchie. Ha le mani dentro le tasche e a circa un metro di distanza da lui c'è Rosalyn.
Kyle sorride e si accende una sigaretta. La neve danza intorno a loro due. La luce che dà sul pianerottolo illumina le loro figure. Sento un grumo pesante dentro lo stomaco: gelosia. Sono gelosa.

Rosalyn si piega e con le mani raccoglie un po' di neve; forma una palla e la lancia verso Kyle, ma lui, veloce come un lampo, la schiva e getta la testa all'indietro, ridendo.
Sta davvero ridendo. In un modo che invidio. Ne leggo la spensieratezza in quello sguardo, la stessa che io non ho mai provato. E non sta ridendo grazie a me.

Sarei capace? Riuscirei a farlo ridere in quel modo? Cosa ho da offrirgli? Sono una valigia piena di bugie e sogni infranti, chi mai avrebbe voglia di trascinarmi da una parte all'altra senza sentirne il peso?

Tu non sei mai stata come loro, sussurra la mia coscienza.

Proprio quando sto per fare un passo indietro, vedo Kyle spegnere la sigaretta e Rosalyn avvicinarsi a lui. Si guardano negli occhi, Kyle smette lentamente di sorridere. Rosalyn sembra indecisa, ciondola su stessa un po' riluttante. All'improvviso si alza sulle punte e gli circonda il collo con le braccia esili. Kyle resta pietrificato, non batte neanche ciglio. I miei occhi registrano ogni cosa e ne memorizzano dolorosamente i dettagli. Osservo la bocca di Rosalyn posarsi sulla sua e continuo a fissarli con sguardo perso, come se stessi guardando un film, ma ne osservassi soltanto le immagini senza capire ciò che sta realmente succedendo.

Il Mio Limite Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora