7 - Chiacchiere sul terrazzo e nodi ai capelli

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"E così la vecchia volpe ha fatto la prima mossa" mi canzona Lisa, la sigaretta in mano, mentre siamo affacciate alla balaustra del piccolo terrazzo della camera da letto.
Era inevitabile che, appena avessi raccontato dell'invito inaspettato, le mie amiche avrebbero dato il meglio di loro. Non me la prendo: so che dietro le loro prese in giro si nasconde uno sconfinato affetto nei miei confronti. E anche un po' di preoccupazione.
"Che cosa hai deciso di fare? Accetterai?" mi chiede lei. Da' una lunga boccata alla sigaretta e con l'indice ne picchietta la cenere che, brillante e incandescente, svolazza di sotto.
Quella stessa sera, Marco mi ha mandato un messaggio per chiedermi se quel caffè poteva trasformarsi in una cena fuori. Niente di formale o troppo impegnativo, si è affrettato a precisare: una pizza in una trattoria a pochi minuti dalla città.
Di nuovo, la sua intraprendenza mi ha meravigliata.
Lo facevo timido e impacciato e, invece, sta dimostrando di sapere il fatto suo.
Non posso negare di essere lusingata da tanto interesse.
"Gli ho detto che gli avrei fatto sapere stasera" rispondo, poi le getto un'occhiata carica di rimprovero "dovresti smettere di fumare, sai? Rovina i polmoni e fa venire i denti gialli."
Lisa sbuffa.
"Avrò pure diritto a qualche vizio. E poi lo dicevano anche gli antichi romani: bagni, vino e sesso corrompono i nostri corpi, ma bagni vino e sesso sono la vita."
La mia cara Lisa: sempre pronta a metterti a tacere con qualche aneddoto colto.
"Allora? Non cambiare discorso," mi esorta.
"Secondo me dovresti accettare."
La fisso stupefatta.
"Dopotutto il suo invito cade a fagiolo, visto il compito che ti ha dato Giada. Coglieresti due piccioni con una fava, come si suol dire."
"Oggi sei in vena di proverbi!" la schernisco.
Ci fissiamo per un secondo prima di scoppiare in una sonora risata.
La capacità di ridere per le cose più banali è uno degli aspetti che mi sono più preziosi della nostra amicizia. Mi ha salvata spesso da momenti bui.
"Non pensavo avrei avuto il tuo appoggio dato ciò che pensi di Marco" confesso asciugandomi le lacrime dagli occhi.
"Io non penso niente di Marco. Credo sia una brava persona per quel poco che me ne hai parlato tu."
"Sì, lo è" confermo.
"E poi io e Marylu ti sosteremo sempre se ciò significa vederti felice."
Mi da' un buffetto sulla guancia.
Voglio così bene a questa ragazza che quasi quasi mi metto a piangere.
"Credo che accetterò" concludo alla fine.
"Brava! Magari però per la proposta di matrimonio prenditi del tempo!"
          
Appena Lisa se n'è andata, ho inviato un messaggio di conferma a Marco.
Poi, ho chiamato mia mamma. Mi sono inventata una cena con i colleghi della scuola.
L'idea di dirle che esco con qualcuno non mi ha sfiorato neppure per un attimo.
Galopperebbe con la fantasia costruendo castelli di carta che sarei costretta a buttar giù con un soffio di concretezza e piedi per terra.
Come mi aspettavo, quando le ho detto che sarebbe dovuta venire qui, ha subito cercato di dissuadermi a portare Mattia da lei. Ha usato la solita trita e ritrita scusa della casa più grande.
Che poi, più grande è riduttivo visto che casa dei miei sfiora i mille metri quadri e la mia è grande più o meno quanto il loro salone.
A voler esser di manica larga.
È sempre così con mia madre: è accondiscendente fino a che non le chiedi di rinunciare alle sue abitudini.
In ogni caso, tenendo a mente le parole di Giada, ho tirato fuori tutta l'assertività di cui disponevo e ho tenuto il punto.
Posso depennare dalla lista il 50% del
compito.
Mi manca l'altra metà.
                               ✨✨✨
Sono quasi le 18 di venerdì. Ho appuntamento alle 19:30 e mia mamma sarà qui tra un'oretta. Mattia è entusiasta di passare una serata in sua compagnia: con i nonni molte regole vengono meno e lui un po' se ne approfitta. Giustamente.
Siamo buttati sul tappeto, intenti a fare un puzzle degli Avengers, quando mi arriva l'eco di due voci conosciute che mi chiamano da fuori il portone.
"Apri il portone, Sam!"
"Sono arrivati i rinforzi!!!"
Sono Lisa e Marylu: una ha in mano una pochette da trucco, l'altra una piastra per capelli di ultima tecnologia.
"Non permetteremo che tu vada al tuo appuntamento galante con la tuta che usi per andare al supermercato!" asserisce perentoria Marylu puntandomi contro la piastra a mò di pistola.
La situazione è tragicomica.
"Giuro che avrei indossato qualcosa di diverso" mi metto la mano sul cuore "parola di lupetto!"
I loro sguardi dichiarano di non credere a mezza parola e non hanno tutti i torti.
"Ci fai entrare?" mi sollecita Lisa.
Mentre mi sposto per farle passare, continuo il mio tentativo di rivalsa personale.
"I trucchi li ho anche io: non sono così sprovveduta!"
"Lo sai che anche quelli hanno una scadenza, vero?" mi punzecchia Marylu "vuoi passare la serata a tentare di staccarti le ciglia superiori da quelle inferiori?"
"Bando alle ciance" sbuffa Lisa "manca meno di un'ora e qui il restauro sarà in stile Sandra Bullock in Miss Detective."
"Tanta esagerazione per una pizza con un collega" borbotto.
A questo le mie amiche non replicano neppure, limitandosi ad alzare un sopracciglio.

Chiedo a Mattia se può continuare il puzzle da solo e noi tre ci dirigiamo in bagno.
Faccio ancora un po' finta di essere indispettita, ma tutta questa premura che mi stanno dimostrando mi fa sentire immensamente fortunata. Nella vita, avere un'amica è un lusso. Averne due è una ricchezza inestimabile.
Marylu si è impuntata di spazzolarmi i capelli.
"Ma-non-li-pettini-mai?" impreca ad ogni nodo che incontra.
Una volta passata la piastra sui capelli, mi faccio un trucco leggero: linea eye-liner sottile con codina, mascara, un po' di blush e rossetto color pesca.
"Non riesco a capire perché non valorizzi mai lo splendido volto che madre natura ti ha donato, Sam."
Il tono di Lisa è tenero e anche un po' materno
Ci spostiamo in camera per scegliere i vestiti.
Voglio sentirmi a mio agio quindi opto per un outfit semplice: jeans blu notte alti in vita, maglioncino paricollo panna e stivali senza tacco sopra il ginocchio.
Marylu fa l'imitazione di una bomba che esplode.
"Boom boom boom! Sei uno schianto, amica!"
Mi guardo allo specchio. Effettivamente non sono da buttare: capelli cioccolata a metà schiena, altezza nella media, un fisico che ringrazia gli anni di palestra nonostante la vagabonderia degli ultimi tempi.
Da troppi anni mi sto lasciando andare, come se la cura della mia persona fosse una questione senza importanza. Come se contassi solo come madre e psicologa e il mio essere donna fosse finito relegato sotto le scarpe...da ginnastica.
"Lì sotto sei depilata, voglio sperare."
"LISA!!! Possibile che tu non abbia mai peli sulla lingua?"
Ecco: le ho servito la battuta su un piatto d'argento. Ci fissiamo e, come è successo ieri sul terrazzo, scoppiamo a ridere. Questa volta in tre.
"Sempre meglio essere preparate" le dà man forte Marylu.
Queste due pazze: cosa farei senza di loro?

The rainbow in my heartWhere stories live. Discover now