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Sono le 13:00 e sono appena arrivata a Berlino, con mio padre... e già mi fa schifo questa città. Entrammo in casa, era molto ampia.

S:"papà dov'è la mia camera?"
R:"di sopra tesoro, la prima porta. La seconda é il bagno e la terza la camera degli ospiti. Questo é il salotto, li c'è la cucina, un altro bagno e la mia camera."

Corsi di sopra e la camera era bella ma vuota sulle pareti. Ovviamente adesso attaccherò tutte le mie cose. Aveva un letto matrimoniale, una TV attaccata al muro, di circa 70 pollici, una cabina armadio e una scrivania. Ovviamente quella scrivania diventerà una postazione trucco, non ci studierò mai. Io non studio.

Appoggiai i miei bagagli e iniziai a tirar fuori tutto quello che avevo nella camera della vecchia casa. Per me questo é un nuovo inizio. Nella vecchia scuola tutti mi snobbavano perché ero stronza e avevo solo un amico, che si é trasferito poco prima di me.

Per attaccare i led sul muro, mi arrampicai da tutte le parti, ma alla fine erano perfetti e bellissimi. Iniziai ad attaccare tutti CD sul muro con lo scotch, attaccai i miei diversi plettri, incorniciati perché ognuno aveva un significato. Per esempio quello verde con sfumature nere, me lo aveva regalato mia nonna, prima di andarsene. Lo usavo solo per occasioni speciali. Appoggiai lo specchio al muro, vicino alla porta e poi intorno al letto misi l'edera finta. Sul comodino appoggiai una foto mia e del mio migliore amico, che si é trasferito. Siamo distanti fin troppo. Lui in america, io in Germania. Però ci sentiamo per messaggio. Svuotai la mia valigia che esplodeva dai vestiti all'interno e poi appoggiai momentaneamente tutte le pochette di trucchi su quella scrausa scrivania, che in qualche giorno avrei fatto diventare un gioiellino. Il giorno seguente inizia scuola quindi perfetto.

R:"Stef scendi giù un attimo?"
S:"arrivo papà"

Scesi le scale a chiocciola, dove si scivolava molto e infatti caddi, dandomi una culata.

R:"oddio tesoro tutto ok? Domani su queste scale ci metto i tappetini appositi per non scivolare."
S:"tranne la mora che verrà, tutto ok"

Scoppiammo a ridere e poi mi iniziò a parlare mio padre.

R:"allora domani lo sai che devi andare a scuola?" Io annuii e poi lui continuò.
"Sta sera vogliamo andare al MC?"
S:"va bene"
R:"perfetto. Adesso mi aiuti a togliere e mettere a posto queste ultime cose? Mi fa malissimo la schiena"

Lo aiutai e poi decisi di andarmi a fare una passeggiata per il posto. Era pomeriggio quindi si stava bene di fuori.

S:"papà io esco ci vediamo dopo"R:"va bene"

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S:"papà io esco ci vediamo dopo"
R:"va bene"

Quando uscii, vidi diversi gruppi di amici camminare e ridere. Io ero sola, ma va bene così. Non mi é mai piaciuto essere con tantissime persone, tranne in discoteca.

Stavo camminando con le mie cuffiette nell'orecchio. Dopo un po'un ragazzo biondo, col ciuffo e occhi verdi, alto e con una maglietta attillata della Nike, che scolpiva i suoi addominali non troppo esagerati, e dei jeans con sotto delle j1, mi venne incontro toccandomi la spalla. Io mi girai di scatto, ma lui non mi diede tempo di parlare che aprì la bocca e iniziò a parlarmi.

X:"Hey ciao, sei nuova da queste parti? Non ti ho mai visto in giro" disse sorridendo.
S:"Si sono nuova, e non voglio rotture di coglioni oggi." Risposi fredda. Ecco come dire... non sono molto brava a fare amicizia.
X:"No no, scusa se ti ho dato una brutta impressione. Comunque piacere, Nicholas."
Non so come ho fatto, ma per la prima volta in vita, gli strinsi la mano e gli risposi, senza fargli il dito medio o girargli le spalle. Volevo degli amici, anche se so che non dureranno niente perché con il mio carattere li allontano.
S:"piacere,Stefanie"
N:"Che bel nome. Ti va di venire con me e i miei amici?"
Ovviamente rifiutai. Per me era anche troppo la presentazione per quel giorno. Ho fatto un passo da gigante.
S:"No. Voglio vedere il quartiere. Ci vediamo domani a scuola." Mentre accendevo una sigaretta lo salutai freddamente, e lui ricambiò con un bellissimo sorriso.

Io gli voltai le spalle, mentre facevo un tiro. Ok la confidenza, ma per me quella era troppa.

Passai davanti alla scuola dove dovevo entrare domani, poi davanti a un negozio di alimentari, un centro commerciale, diversi parchetti e molte strade con case stupende, come la nostra.

Si stava facendo buio, e così andai verso casa. A metà strada, un ritmo di musica techno mi incuriosì. Sicuramente stavano iniziando un festino pre-scuola.

Arrivata a casa, mio padre mi stava aspettando in macchina.

Salii in macchina e andammo verso il MC.

Quando abbiamo ordinato, il nome di mio padre venne chiamato da una voce maschile, giovane ma non troppo.

X:"Signor Westorn!"
Mio padre si girò e vide la persona che lo stava chiamando. Mi girai anche io e vidi due ragazzi. Un ragazzo aveva dei jeans skinny, degli stivaletti, una giacca di pelle con una maglietta grigia un po' strappata sotto, smalto nero, occhi color nocciola e dei capelli neri scalati diciamo, che arrivavano poco prima della fine del collo. Era carino. Invece l'altro ragazzo aveva dei capelli strani... Penso siano dread? Vabbè poi aveva una fascia della Nike in testa, e sopra un berretto della New York tutto nero con le cuciture bianche e sagome di palazzi. Indossava una maglietta con tutti dollari raffigurati con dei diamantini colorati, quella maglia sarà stata di 4 taglie in più di lui, ci scompariva, e uguale per i pantaloni. Sotto indossava tipo air force, solo che erano alte. Erano molto belle.

Mio padre andò verso di loro, abbracciandoli. Poi li fece venire al tavolo.

R:"Siete cresciuti tantissimo."
Il ragazzo tutto vestito di nero mi salutò, lui si chiamava Bill. Invece l'altro Tom, ma non era molto socievole. Aveva un aria incazzata nera. Quei nomi, quei visi... Mi sembravano familiari.

B:"Ciao Stefanie!! Quanto tempo mi sei mancata tantissimo"

Allora sono loro!! O MIO DIO I MIEI MIGLIORI AMICI DELL INFANZIA.

S:"ODDIO MA SIETE VOI ALLORA. SIETE DIVENTATI BELLISSIMI CIAOO"

Si sono stronza, ma con loro no. Sono uno dei pochissimi ricordi belli che ho. Sanno tutto di me.

Bill mi abbracciò. Io non sapevo come reagire quindi misi con forse le braccia intorno alla sua vita, non stringendo però, solo sfiorandola.

B;"Tom, perché non la saluti? Tutti questi anni dicevi che ti mancava e adesso neanche la guardi?"
T:"ma stai zitto un po'" era diventato rosso ma riuscì a tenere la situazione in mano. "Io vado, non ho più fame" passandomi accanto mi diede una forte spallata. Gli avrei tirato un pugno se solo non fosse letteralmente corso fuori, neanche salutando mio padre che stava fumando di fuori.

B:"non so... Cosa gli sia preso ecco."

Io e Bill parlammo molto, anche con mio padre. Dopo aver mangiato ci salutammo e andammo a casa.

Non so ma quando arrivai a casa sentii una forte rabbia, ma cercai di calmarmi, pensando alla bella giornata passata.

SPAZIO AUTRICE
oddio ragazzi, già iniziamo bene.

Speriamo che questa storia riceva la stessa fama di quella precendente🩵

Adrenalina-Tom KaulitzWhere stories live. Discover now