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Mi addormentai verso le 4, e mi svegliai alle 8 per essere dimessa. Fuori dall'ospedale c'era Bill ad aspettarmi.

B:"ma buongiorno"
S:"ciao"
B:"dormito bene?"
S:"ho dormito 4 ore scarse, secondo te ho dormito bene?"
B:"ok lo prendo come un no e un vaffanculo sotto inteso"
S:"si. Mi accompagni a casa?"
B:"eh sennò perché sono qui?"

Entrammo in macchina e non parlammo per tutto il tragitto.

B:"cazzo non ci sono posti. Va bene se parcheggio davanti casa tua? Tanto sono a due passi"
S:"come te pare" dissi indifferente. Ero così tanto infuriata con Tom, che me la stavo prendendo con Bill

B:"ciao Steffy"
S:"si si ciao"
B:"oggi vieni a scuola? Apparte no... Vabbè scusa ciao" e andò via, verso la casa.

Andai in camera e uscii dal balcone per fumare. Colpo di scena, c'era Tom a fumare, sul terrazzo davanti il mio. Eravamo a pochi metri di distanza, circa 7.

T:"minou"
S:"non osare chiamarmi così, chiaro?"
T:"ok scusa"
S:"non mi devi rivolgere parola, assassino maniacale"
T:"ehh addirittura"
S:"ma zitto va e fammi fumare in pace" e per dispetto gli buttai la sigaretta ormai finita, sul suo balcone, sulla sua scarpa, per sporcargliela.
T:"ma che cazzo fai?"
S:"é il minimo."
T:"ma zitta puttana"
S:"hai rotto i coglioni."

Me ne andai dal balcone e chiusi la finestra, ma non finiva lì.

Uscii di casa e suonai alla porta, mi venne ad aprire Bill.

S:"conti in sospeso."
B:"non faccio domande, io esco. A dopo"

Non gli risposi e corsi di sopra, versoa camera di Tom.
Spalancai la porta e Tom si spaventò.

T:"adesso entri anche in casa mia?" Disse ironicamente. Non gli risposi e gli sferrai un pugno, poi un altro, e ancora, finché decisi di fermarmi perché mi faceva pena.

T:"ma che cazzo fai?"
S:"adesso siamo quasi pari, te ne dovrei dare altri ma mi fermo qui. Se potessi ti ucciderei con le mie stesse mani"
T:"ma perché dobbiamo odiarci così tanto?"
S:"lo hai letteralmente deciso tu."
T:"fanculo."
S:"senti devo allenarmi con la chitarra quindi vado, ciao e non cercarmi più."
T:"se vuoi ci alleniamo insieme"
S:"certo che no"
T:"che palle"
S:"ciao Tom"

E uscii di casa.

Staccai giù dal muro della mia camera un quadretto con dentro un plettro nero e rosso. É stato il primo plettro con cui ho fatto un esibizione di successo, ci sono andata sui giornali.

Inziai a suonare diversi pezzi, finché decisi di ascoltare una delle canzoni della loro band, e suonarla. Decisi di suonare "wo sind heur hände".

Mentre suonavo, vidi con la coda dell'occhio che mi guardava dal balcone, visto (che ero davanti alla porta finestra), con degli occhi persi.
Ma non é che adesso gli piaccio? Ma fanculo a me no, mi deve stare solo lontano.

Quando finii sentii Tom dire "sei stata bravissima" con un bellissimo sorriso. Ok ammetto che é stupendo ma lo odio, ha cercato di uccidermi solo perché lui pensa che io lo abbia abbandonato ma non ho avuto altra scelta: mi dovevo rasferire per lavoro con mio padre, ma adesso rimango qui a Berlino definitivamente.

Gli risposi "più di te sicuro" e gli feci una smorfia. "Di certo sono più brava di te"
"Se vuoi ti porto a in un palco all'aperto, organizziamo un evento e suoniamo insieme"

L'idea non era nemmeno male, ma avevo troppo orgoglio.

"Va bene. Ma solo perché amo suonare"
"Quindi ami anche me"
"Ma fottiti"
"Vado a chiedere allora"
"Vengo anche io, ma stammi lontano"
"Si signora"

SPAZIO AUTRICE
Adoro questi due

Adrenalina-Tom KaulitzWhere stories live. Discover now