5. Cuori spezzati

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Un altro lunedì.
Un'altra sfida.

Di nuovo giunti al palazzetto dello sport, Federica e Matteo ci riuniscono per informarci di ciò che faremo.
Io sono carica e in forma, anche se i lividi e i graffi che ho su gambe e braccia potrebbero far sembrare il contrario.
Non ne avevo così tanti da quando avevo sei anni. Nemmeno a karate me ne procuro così in abbondanza.
Per fortuna spariscono in fretta.

"Preparati moscerino. Oggi non perderemo, sono in forma!" mi dice Daniele, in piedi alla mia sinistra piegando il braccio a mostrarmi i muscoli.
Alzo gli occhi al cielo e lui poggia l'avambraccio sulla mia testa
"Smettila!" mi sposto e gli tiro un leggero pugno sul fianco.

Federica si piazza davanti a noi "Oggi vi sfiderete in un circuito sportivo che creerete voi stessi" annuncia.

Perfetto!
Nuovi lividi in arrivo.

La maggioranza vota ancora per la formazione delle squadre divise in maschi e femmine (con tristezza di Lyana e Giulio) e per me e Dani come capisquadra.
In realtà non facciamo niente di speciale. È solo un ruolo fittizio. Semplicemente ci stringiamo la mano e incitiamo i compagni.

Ci dividiamo e con una semplice occhiata a distanza, io e Dani ci inseriamo nell'ultimo gruppo a gareggiare per ultimi.
In questo tipo di sfide non sono molto brava, maldestra come sono, ma per fortuna la vittoria dipende dall'intera squadra.

Roberto e Camilla ci aiutano a sistemare e organizzare un percorso di agilità motoria perfetto che spazia dai salti allo strisciare, dall'evitare ostacoli al mantenere l'equilibrio.
A decretare il gruppo vincitore sarà il tempo totale, e migliore, delle squadre impiegato a svolgere il percorso.
Roberto cronometra ogni prova e segna su un foglio, ma non ci comunica nulla.

Daniele si esibisce prima di me. È bravissimo. Veloce e agile si capisce subito che ha fatto un tempo eccezionale.
Mi deprimo.
Ma non lo dò a vedere e comunque mi impegno per fare del mio meglio: corro, salto, striscio e resto in equilibrio perfettamente, ma soprattutto riesco miracolosamente a non cadere.
"Avevo calcolato almeno tre cadute" commenta Lya ridendo, dopo la mia performance.

Il gruppo dei maschi stravince.
Esultano e strepitano come dei cretini, insultandoci con epiteti molto poco simpatici.
Mi brucia un bel pò la sconfitta, sono sincera.
Con le ragazze ci scambiamo sguardi preoccupati: non ci siamo comportate benissimo con loro durante i pranzi e ora ce la faranno pagare, garantito.

In autobus sono tremendi e durante il pranzo anche peggio.
Daniele mi comanda a bacchetta e in un modo così rivoltante che mi fa incavolare come non mai.
Resisto con tutta la forza d'animo che riesco, d'altra parte gli ho fatto passare la stessa cosa settimana scorsa e me lo merito ora. Però alla fine non riesco a non fargli uno scherzo.

Mi faccio scattare una foto da Ambra mentre faccio finta di sputare nel suo piatto della seconda portata e gliela invio dopo che ha iniziato a mangiare.
Legge il messaggio mentre beve l'acqua e per lo shock la sputa fuori.
Mi insulta in tutti i modi possibili, sbraitando come un ossesso.
Io tranquilla, mangio il mio pasto ma è davvero difficile non scoppiare a ridere.

Nel pomeriggio arriva, puntuale e fastidioso, il ciclo mestruale.
Visto che la mattina non avevo avuto dolori di alcun genere avevo pensato che avrebbe tardato e invece no. È arrivato e in modo devastante.
Ho con me tutto l'occorrente ma non le pillole miracolose perciò, passo il pomeriggio in stato di depressione, seduta nel mio angolo, accasciata sul tavolo e senza la minima intenzione di partecipare alle attività.
Federica me lo concede, comprensiva.

Il giorno dopo saremmo dovuti andare a visitare un orto botanico, famoso per la varietà di piante ospitate. Ma, a seguito di un incidente di grande portata, la struttura era stata costretta a chiudere immediatamente e la gita era stata annullata.
(E meno male! Non sembrava molto entusiasmante questa gita).

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