11. Quello che voglio

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"Hai fatto la pace con Dani?" mi chiede Ale al tavolo della colazione.
Mamma è appena uscita, blaterando le solite raccomandazioni.
"E tu che ne sai?" chiedo con mezzo biscotto in bocca
"Me lo ha detto. Mi ha servito il pranzo sempre lui perché voleva che gli dicessi come poteva fare pace con te" confessa
"E tu che hai detto?" chiedo stupita
"Che se aveva litigato con te allora anche io ero arrabbiato con lui. E gli ho fatto così" mi mostra il dito medio "Però non dirlo alla mamma" aggiunge
"No, tranquillo" rido.
Sono commossa della sua lealtà.
"Comunque si, abbiamo fatto pace" dico e metto in bocca il resto del biscotto
"Bene, perché mi sta simpatico" sorride.

Scesa dell'autobus, con Lyana sottobraccio, la strada ci viene sbarrata da Cristel e Cara.
"Dobbiamo parlare Ginny. Io e te" dice Cristel.
Lya sta per ribattere ma la blocco stringendole la mano "Certo" rispondo con un sorriso.
Immagino già quello che mi dirà.
Ci allontaniamo e sotto le fronde di un albero mi dice "Ti avevo detto di non intrometterti tra me e Dani"
"Non mi sto intromettendo affatto!"dico, sospirando
"Ho visto come lo hai abbracciato ieri sera" mi accusa
"Perché ha avuto un incidente. Era un abbraccio amichevole" spiego calma "Non voglio rubarti il ragazzo, tranquilla" le tocco un braccio
"Allora rinuncia alla sfida" ordina
"Cosa?"
Questa richiesta mi colpisce come una doccia fredda.

"Passa il ruolo di capitano a qualcun' alta" dice, ora in tono di supplica.
Rimango a fissarla in silenzio. La sfida del lunedì contro Daniele è la prima cosa che mi ha fatto amare questo campus.

"Cosa c'entra questo con la tua conquista di Daniele?" chiedo
"Tutto! Non mi piace questa storia della sfida che fate tra voi due. Perfavore! Ti prego!" continua a supplicare, le mani giunte a mò di preghiera.

Matteo ci richiama intimandoci di darci una mossa. Oggi resteremo al Campo Base per la sfida.
Tutti ci stanno guardando, manchiamo solo noi per cominciare.
"Va bene" dico a voce bassa.
Lei mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla guancia "Grazie!" dice e corre avanti, precedendomi, con i lunghi capelli che scintillano al sole.

Mi avvicino a Lyana, Marika e Giulietta cercando di non sembrare troppo mortificata.
"Tutto ok?" mi chiede Lya
"Si. È solo che, non mi va di essere il capitano oggi. Penso che è meglio se lo fa qualcun'altra" dico, cercando di sembrare normale.
Lya scuote il capo "Non ci posso credere!" dice
"Sul serio Ginny?" dice Marika, stizzita.

Non aggiungo altro e mi avvicino a Matteo per comunicare la mia decisione. Marika mi segue e si intromette nella discussione.
"Lo faccio io al suo posto" dice
"Ve bene, come volete" dice Matteo e poi aggiunge a voce alta, verso tutti "Diamoci una mossa, allora! Dividetevi nelle squadre, i capitani davanti".
Marika si piazza di fronte a Daniele che agrotta la fronte, confuso. Molti borbottano.
"Ché succede?" sento Daniele dire a Marika che si limita a guardarlo male, scuotendo il capo.

"Marika è il capitano della squadra femminile oggi" annuncia Matteo.
Gli occhi di Manuel e Daniele mi trovano subito. Il primo è incredulo ed esasperato; il secondo arrabbiato e deluso.
Lya mi abbraccia "Coraggio! Hai fatto la scelta che ritenevi più giusta, non sentirti in colpa ora. Sono con te!" mi dice, da vera amica.

Federica ci spiega che la sfida di oggi consiste in vari giochi di abilità.
Formiamo una lunga fila, uno accanto all'altro e ci fronteggiamo con gli avversari.
Una ragazza contro un ragazzo.
Visto che siamo tre in meno, Roberto, Camilla e Federica, parteciperanno giocando nel nostro team.
I ragazzi protestano per la presenza di Roberto nella nostra squadra e accettano la cosa a patto che si sfidi con il più forte di loro.
Daniele afferra Manuel per un braccio e lo colloca al posto di Tommaso, di fronte a Roberto.
Lo vedo sorridere a Manuel dopo avergli detto qualcosa nell'orecchio.
Anche Manuel sorride.
Daniele mi passa davanti ma non mi degna di uno sguardo; la mascella contratta, è chiaramente arrabbiato con me.
Mi concentro sul mio avversario, Evan. Non permetterò né a Ctistel né a Daniele, né a nessun altro di privarmi del divertimento della sfida.

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