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Tutti mi dicevano che avevo una famiglia perfetta, che mio padre era un angelo così come mia madre.
Ma in realtà sono l'esatto opposto.

«Blaire scendi subito!» gridò papà dal piano di sotto.
Sospirai, consapevole che mi avrebbe sicuramente trattato male, come faceva ogni giorno.
Quando c'era la mamma la mattina era calmo, ora invece, è un'altra persona.
Da quando la mamma se ne andata lui è peggiorato e ha continuato a picchiarmi per ogni singola cosa, anche inutile.

«Arrivo!» gridai a mia volta.
Scesi le scale già vestita e preparata per andare a scuola, il mio peggior incubo.
Perché? Be' anche li la situazione non è migliore di quella a casa.
Alcune persone mi prendevano in giro procurandomi lividi più di quanto non ne avessi già un milione sotto quei larghi vestiti che metto ogni singolo giorno.

«Ti vai a prendere la colazione per scuola per strada oppure mangi a mensa non mi importa, io devo andare a lavoro» dice prendendo le chiavi di chiasa senza degnarmi di uno sguardo.
Chiusi gli occhi per un nano secondo e dopo li riaprii trovandomi ancora lui sulla soglia di casa.

«Domani abbiamo ospiti» dice soltanto prima di sbattere la porta così forte da farmi sussultare.
«Fantastico» borbottai tra me e me.

Arrivata a scuola, mi appoggiai al muretto ad aspettare la mia unica amica in tutta quella merda. Certo, non gli avevo detto niente a proposito di papà però sapeva che cosa mi facevano a scuola e mi è sempre rimasta vicino.
«Ciao, bellezza!»
Alzai lo sguardo e finalmente vidi venire verso di me Nina, la mia migliore amica.
Abbiamo la stessa età e lo conosciuta al primo anno mentre lei veniva bullizzata, decisi di aiutarlo e da quel giorno diventammo inseparabili.

Ora come ora non saprei come fare senza di lei.
«Ciao» sorrisi.
«Uff! Stamattina non volevo proprio alzarmi!» dice appoggiandosi al muretto dove ero seduta io mentre aspettavo che arrivasse. Rimasi in silenzio, la mattina non amavo molto parlare e lei lo sapeva bene, infatti ogni mattina parla solo lei.
«Mi ci vorrebbero come minimo 3mila caffè, me li paghi tu!» dice puntandomi un dito contro.

Risi scuotendo la testa.
«Mhmh» risposi guardando il cellulare.
In realtà ho poco da vedere, non mi scrive mai nessuno e non so che fare con quel telefono se non a rispondere a mio padre ma lo guardo ogni volta con la speranza che qualcuno oltre a mio padre mi avesse scritto.

La campanella suona e io mi precipitai subito dentro seguita da Nina che dovette correre per raggiungermi.

«Abbiamo ospiti domani, non posso» nego alzando gli occhi al cielo quando Nina per l'ennesima volta continuava a fissarmi con gli occhi dolci cercando ci convincermi ad andare al centro commerciale. Ci andrei se non fosse per mio padre.
«Eddai! Saranno solo amici di tuo papà!» dice nuovamente tirando il labbro inferiore all'infuori.

«Si, ma vuole che ci sia pure io!» esclamo esausta.
Ora siamo agli armadietti, abbiamo appena finito la terza lezione e non ne posso più.
All'improvviso Nina si interruppe e guardò alle mie spalle e quando mi girai per vedere cosa avesse attirato la sua attenzione, vidi lo stronzo di Aaron Davis.

Il classico bad boy che si fa tutte le ragazze e poi le scarica come se fosse spazzatura.
Ho dei brutti trascorsi con lui perciò lo odio anche se da una parte è anche colpa mia.

Una sera di aprile, al primo anno, ho avuto la brillante idea di andare ad una festa con Nina,
ci eravamo appena conosciute ma mi lasciai subito andare, non mi aspettavo che mi portasse in quei posti.

Non conoscevo nessuno e quando persi di vista Nina sono andata in panico.
Ho cominciato ad ubriacarmi fino a non capirci più nulla fin quando non incontrai un ragazzo, era fighissimo, indovinate chi era? Lo stronzo di Aaron.

Al tempo non lo conoscevo, non sapevo che tipo fosse.
Indovinate che ho fatto? Ci sono andata a letto!
Volevo dimenticare tutto, quella mattina mio padre mi aveva dato due schiaffi e volevo assolutamente schiarirmi le idee.

Per me era solo una scopata e anche per lui solo che.. il giorno dopo fece finta di non ricordarsi di me a scuola, mise addirittura delle voci che io non ero brava a scopare e da lì iniziarono le prese in giro.

Per colpa sua ora tutti mi prendono in giro e lui manco lo sa.
Strinzi le mani a pungo.
«Ehi B, sta tranquilla» mi dice Nina un po' terrorizzata, lei sapeva tutto.
«È tornato» ringhio.

Aaron si gira e quando mi vide sogghignò mentre io feci un sorrisetto falso.
Dall'ultima volta che lo visto sono cambiata, in peggio però.
Si avvicina a me e Nina e subito lei si nascose dietro la mia schiena.

«Guarda chi si rivede» esclamò euforico.
Mi guardo dalla testa ai piedi e sogghignò.
«Piacere di vederti tesoro» mi dice poi.
«A me non fa piacere per niente, mi hai rovinato la giornata» dico mettendomi a braccia conserte.

Sorride. «Così mi ferisci» si finge offeso mettendosi una mano sul cuore.
Scossi la testa.
«Emh..ecco, ora io e Blaire dobbiamo andare, vero B?» mi chiede Nina.
Annuisco continuando a guardare in cagnesco Aaron.

Poi girai la testa e me ne andai.
«Stronzo» borbottai mentre la mia migliore amica rideva.

Arrivata a casa mio padre ancora non c'era perciò andai in camera mia.
Trovai tutto in disordine, mi ero dimenticata di mettere apposto, c'erano fogli sparsi sulla scrivania e i vestiti sul letto.
Stamattina ho fatto molta fatica a scegliere cosa mettere.

Sentii la porta di casa sbattere e capii che era arrivato, non lo salutai nemmeno e non scesi neanche di sotto.
Ogni giorno dopo il lavoro si ubriacava quindi evitavo di scendere.

Sospirai e alla fine mi misi a fare i compiti.
Domani si prospettava una giornata schifosa.

ti proteggerò Where stories live. Discover now