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Aaron's pov:
«Merda, merda, merda!» urlai dando un calcio ad un sassolino li vicino.
L'avevo fatta scappare.
Mi aveva detto che mi amava e io gli avevo detto che io non l'avevo mai fatto, mi resi conto che l'avevo ferita quando lei si bloccò in mezzo alla strada.

"Nessuno l'ha fatto" Ricordai quelle parole e una fitta al cuore mi travolge.
Strizzai gli occhi per calmarmi, a ridestarmi dai miei pensieri è il cellulare che suona.

Lo presi, sperando fosse Oliver, il mio migliore amico, ma quando lessi il nome il mio cuore perse un battito.
Blaire mi stava chiamando. Blaire.
«Pronto?»
«Sei Aaron giusto?» mi chiese una voce.
Non era Blaire.
Chi cazzo era?

«Si» affermai.
«Salve, ho chiamato il primo numero che mi è capitato, volevo comunicargli che la sua ragazza ha fatto un incidente, un ragazzo l'ha portata qui, la prego di venire subito» mi dice con tono pacato.
Io invece sembro una bomba che sarebbe esplosa da un momento all'altro.

Blaire aveva fatto un incidente. Per colpa mia.
Corsi in ospedale e quando arrivai spintonai tutti quelli che trovavo in quel cazzo di ospedale.
Quando mi dissero la stanza mi precipitai subito qui.

Era distesa sul letto, ancora con gli occhi chiusi e alcune ferite sulle braccia.
Io la odio, ma quella scena mi fece spezzare il cuore.
E poi c'era un ragazzo che non conoscevo vicino a lei.
«Saresti?» chiesi infastidito.
«Mi chiamo Alex, tu sei Aaron giusto?» socchiuse gli occhi, annuisco.

Sorrise. Bleah.
«Che cosa è successo? Come ha fatto a fare
l'incidente?»
«Oh, una macchina la investita in pieno e io sono corsa ad aiutarla, sembrava scossa, diceva cose senza senso» spiegò.
«Che tipo di cose?» chiesi curioso.
«Tipo 'lo odio' oppure 'mi ha ferita' non so a chi si riferiva» alzò le spalle e io mi sentii di merda.

Era in quel cazzo di lettino per colpa mia.

Blaire aprii gli occhi lentamente e balzai su come un fulmine.
Si guardò intorno e quando il suo sguardo si posò su di me, sospirò.
«Vi lascio soli» esclamò quel ragazzo.
Come si chiamava? Axel? Bho.

«Ciao» sussurrò.
«Ciao» risposi.
«Papà? L'hai chiamato per caso?» mi chiese poi.
Scossi la testa. Sapevo che si sarebbe arrabbiata se l'avessi fatto, non lo sapeva nemmeno suo fratello, l'avevo detto solo a Nina che tra poco ci avrebbe raggiunti.
«Bene» bisbigliò.

«Mi dispiace Blaire, io..» mi passai le mani in faccia.
Mi costava molto dire quelle parole, non mi ero mai scusato, non con lei.

L'ho fatto solo con mia madre dicendole 'scusami se sono nato'.
«È colpa mia» dissi poi.
Sorrise lievemente.
«No, è colpa mia, sono scappata io. Io..non dovevo dirti di..be'.. che ti amavo, emh.. ora però ti odio» mi puntò il dito contro.

Ad interromperci è Nina che corse subito dentro la stanza e andare ad abbracciare la povera Blaire.
«Mi dispiace tanto B!» esclamò alzandosi e asciugandosi le lacrime.
Blaire sorrise.
«Non fa niente, sono contenta che tu sia venuta»
Nina ricambiò il sorriso, poi sposta lo sguardo su di me e mi sorride maliziosa.

Scossi la testa.
«È meglio che vi lasci sole» sorrisi sforzandomi e uscii dalla stanza ma restando comunque li ad origliare.

Blaire's pov:
Gli raccontai tutto quello che era successo, dalla litigata con Aaron e be'.. dal mio incidente.

Una cosa però mi era sfuggita.
Mio padre.
Non mi facevo vedere da stamattina e in questo momento erano le 18:30 ed ero ancora in ospedale. Avevo una paura fottuta.
«Che stronzo» esclamò Nina rivolta ad Aaron.
«Però..pensando alle cose buone..» mi sorrise maliziosa e capii dove voleva arrivare.

«Un ragazzo ti ha salvato!» urlò e io gli tappai la bocca con la mia mano.
«Stai zitta imbecille!» sussurrai.
Lei rise sotto la mia mano e alzò le mani in segno di resa.

Mentre stavamo parlando un infermiere entrò in stanza e riuscii a scorgere Aaron dietro di lui.
«Allora signorina, abbiamo deciso di dimetterti ma se dovesse avere dei giramenti di testa, è normale» mi sorrise.
Annuisco.

Presi la mia roba e mi dirigo verso l'uscita insieme a Nina, non degnando nemmeno di uno sguardo ad Aaron.
Non so esattamente il perché non torna a casa ma da una parte è meglio. Non voglio che veda lo schifo che succederà.

Arrivata a casa salutai Nina e prima di entrare feci un respiro profondo.
Le mani mi tremavano e il mio cuore batteva fortissimo.
Alla fine riuscii ad aprire la porta.

Entrai ma non vidi nessuno, potevo respirare di nuovo.
Andai di sopra ma quando aprii la porta di camera mia il mio cuore si fermò.
Sapevo che non l'avrei scampata.
Era lì, seduto sul letto, a guardarmi.
Probabilmente mi aveva visto dalla finestra.

Fu in quel momento che mi resi conto che ero fottuta.

ti proteggerò Where stories live. Discover now