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Mi alzai di soprassalto urlando.
Ormai facevo quasi sempre questo sogno, non so cosa significhi, mamma non è stata uccisa, se ne solo andata e non capisco il perché nel sogno la vedo morta.

Mi passai le mani sulla faccia disperata e dopodiché andai a prepararmi.
Mi feci una doccia calda, guardai attentamente i lividi che stavano scomparendo piano piano dal mio corpo e feci un sospiro di sollievo.
Finalmente.

Mi vestii e optai per un cargo nero e una maglietta bianca semplice. Non voglio essere troppo appariscente.
Il mio telefono squillò e appena lessi "Nina" sorrisi.

«Non ti fai sentire da ieri stronzetta!» esclamai stranamente di buon umore.
«Scusa! Ieri sono stata tutto il giorno con Ethan» mi dice.
Etha è il suo ragazzo, fa la 5 come noi e ogni tanto viene a sedersi con noi a mensa, ma la maggior parte delle volte sta con il coglione di Aaron.

«Tranquilla» dico.
«Perché mi hai chiamato?» chiedo confusa, non mi chiamava mai a quest'ora.
«Sono curiosa di sapere chi era il tuo ospite speciale da rifiutare addirittura un'uscita con me al centro commerciale!» esclamò e il mio sorriso mi si spense quando ripensai alla giornata di ieri.

«Uff! Non puoi capire che giornata schifosa!»
Lei non rispose perciò continuai.
«È venuto Aaron e suo padre a pranzare da noi, a quanto pare erano loro gli ospiti speciali, se sapevo venivo con te» sbuffai scendendo le scale per uscire di casa.

Di Aaron nessuna traccia. Menomale.
«Che coooosaa!?» urlò e dovetti allontanare il telefono dall'orecchio per non rompermi un timpano.
«Non urlare perfavore» chiedo facendo una smorfia anche se lei non può vedermi.
«C'è di più » piagnucolai uscendo di casa, non aspettai Aaron, anche perché doveva essere già lì.
«Racconta»

«Abiterà con noi» sputai di getto.
Ci fu un silenzio tombale e mi preoccupai che fosse svenuta nel colpo.
«Emh, Nina?» chiedo preoccupata.
«È fantastico!» gridò e la sentii addirittura saltellare.

«Oook, io sono quasi arrivata a scuola, ci vediamo dopo»
«Ciao B» dice mandandomi un bacio.

Dopo le prime lezioni io e Nina ci andiamo a sedere nel nostro tavolo in mensa.
Stavamo parlando ancora di quel coglione di Aaron e io dovetti sforzarmi a non tirarle una sedia in faccia.

Sospirai.
«Ehi B! Sta entrando in mensa!» mi dice.
Scrollai le spalle.
Ero tranquilla, io e Nina parlavamo del più e del meno fino a quando Aaron si avvicinò a noi.

«Tesoro!» esclamò avvicinandosi.
Alzai gli occhi al cielo. «Che cosa vuoi?» dico annoiata vedendo Nina coprendosi la mano per non ridere.
«Stamattina non mi hai aspettato per andare a scuola» dice sedendosi accanto a me.
«Non ti ho visto e poi non venivo con te manco pagata» continuo a mangiare come se la sua presenza non mi scalfisse.

Ma in realtà la sua presenza mi fa sentire diversa. Il mio cuore batte all'impazzata e conincio a sudare. L'effetto Aaron, e non vorrei provare questa attrazione, ma non posso farci nulla.
«Non mentire» mi sussurò all'orecchio, poi si girò verso Nina.

«Da quando hai un'amica così bella?» ammiccò verso Nina e lei arrossì, una sensazione di fastidio mi pervase tutta.
Non seppi come descriverlo, solo..mi dava fastidio.

«Ma no, B è più bella di me!» rise nervosa.
«Naah, non credo» sorride.
Una fitta al cuore. Sapevo di non essere bella. Me lo dicevano praticamente tutti, anche papà, ma sentirlo dire ad una persona con cui sono andata a letto mi fece rimanere male.

«Emh, Nina io vado, tra poco inizia Filosofia» la liquidai mentre sentii il suo sguardo addosso.
Non me ne curai e andai dritta all'aula di Filosofia, ma quando vidi una figura che conoscevo bene dentro l'ufficio del preside quasi mi venne un colpo.

Che ci faceva papà qui?
Andai vicino all'ufficio e cercai di origliare.
«Ti ho chiamato perché sua figlia non sta andando molto bene, è distratta e rimanda sempre i compiti degli insegnati» dice il preside aggiustandosi gli occhiali.

Non vedevo il volto di papà, sapevo che era furioso, sapevo che una volta tornata a casa mi sarei beccata uno schiaffo o anche di più.
Non potevo tardare nel ritornare a casa, senno era peggio perciò mi dovetti rassegnarmi.

Abbassai la testa e andai dritta nell'aula di Filosofia.
Prima di entrare sbattei contro qualcosa di duro, alzai il capo e sbuffai quando vidi Aaron.
«Non dovresti origliare le conversazioni col preside» sorride.
Merda. Mi aveva visto.
«Non sono affari tuoi» dico guardandolo dritto in faccia.

«Perché origliavi?» mi chiese con faccia impassibile.
«C'era mio padre, ero curiosa» scrollai le spalle e lui mi guardò con un espressione che non seppi decifrare.
Visto che non rispondeva, scappai via da lì ed entrai in aula.

ti proteggerò Where stories live. Discover now