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Si staccò da me, a disagio.
«Sai..per me è difficile dimostrare..emh..affetto» dice grattandosi la nuca imbarazzato.
Risi. «L'avevo capito» e lo guardai.
Guardai quei suoi bellissimi occhi verdi, gli occhi che quando mi guardano mi fanno stare bene.

Dovrei odiarlo.
«Bene..emh..buonanotte, se hai bisogno per i lividi..chiamami, sono nella stanza accanto» deglutisce.
Girò i tacchi e se ne andò ma io lo fermai di nuovo prendendolo dal polso.
Si girò con aria confusa.
Guardai prima la mia mano toccare la sua, poi il suo viso e tolsi la mano come se mi fossi scottata.

«Grazie» dissi soltanto.
La testa mi girava ma non glielo feci vedere e continuai a sorridere.
Alzò le spalle poi se ne andò.
E rimasi in quella stanza, da sola. Come sempre.

**
Il giorno dopo non andai a scuola, ero troppo dolorante e non c'è la facevo, dissi a Nina che non stavo tanto bene fisicamente per l'influenza e lei ci aveva creduto.
Invece papà non si fece vedere da ieri sera, e so che mi ha fatto del male ma non nego di essere preoccupata.

Dove avrà dormito? Dove avrà mangiato?
Sospirai e scesi in cucina, oggi mi ero messa un jeans attillato e una maglia nera attillata come il pantalone.
È rimasto a casa anche Aaron, diceva che non voleva lasciarmi da sola perciò ora mi sta aspettando in cucina per la colazione.

So che dovrò stare a casa probabilmente ma volevo sentirmi bella.
«Buongiorno» entro in cucina e mi siedo.
«Buongiorno» mi risponde sorseggiando il suo caffè.
Mi guardò, squadrandomi da capo a piedi, mi sentii a disagio e mille domande mi balenavano in testa.

Mi ritiene veramente brutta?
Gli piaccio o non gli piaccio?

Mi schiarii la voce e restai in piedi a guardare il vuoto.
«Non mangi?» mi chiede guardandomi dritta negli occhi.
Scossi la testa.
«Non ho fame»

Si alzò e in quel preciso istante mi resi conto di quanto fosse bello.
Maglia attillata nera e cargo verde militare.
«Ti piace quello che vedi?» sogghignò guardandomi.
Beccata.
«No» sorrisi falsamente.

Salì il primo scalino ma prima che potessi salire Aaron mi circondò la vita tirandomi su cercando di non farmi male, poi mi sbatte contro il muro. Credo abbia una fissazione.
«Noi ora andremo in giro» sorrise guardandomi le labbra.
«E chi lo decide?» chiedo.
«Io» ride.

La porta di casa sbatte e io spalancai gli occhi staccandomi da Aaron e nascondendomi dietro la sua schiena.
«Bentornato» sorride falsamente Aaron.
Decisi di resistere e di non piangere davanti a loro.
Ma quando alzai lo sguardo e lo vidi il mio sguardo cambiò.
Era pieno di sangue e un occhio nero.
«Chi è stato?» sussurrai scioccata.

«Cazzi miei»
Abbassai lo sguardo.
«Noi usciamo» Aaron mi prese per mano e prima che papà potesse rispondere ci fiondammo fuori.

Decisi di lasciar perdere e anche se non volevo uscire di casa seguii lo stesso Aaron.
Avevo paura di restare in quella casa.
«Blaire!» una voce urlò alle mie spalle e subito mi bloccai.
Mi sembrava familiare.
Mi girai e vidi una donna giovane, capelli castani e occhi azzurri..come i miei.
Quella faccia, quella voce, sembrava li avessi già visti.
E poi, come faceva a conoscere il mio nome?

«Chi sei?» chiesi subito con Aaron accanto a me.
Si mise davanti a me e mi guardò con emozione.
«Blaire, finalmente» mi prese le mani ma subito la scansai malamente.
«Chi diavolo sei?» quasi urlai.
«Tua madre»

Il mondo mi crollò addosso.
«Non ti ricordi più di me?» bisbigliò.
Aaron mi accarezzo la schiena e se ne andò non so dove, probabilmente per lasciarmi sola.
«Impossibile» risi nervosa.
«Ho seguito tuo padre pensando avevate cambiato casa ma invece eccoti qui» sorrise con occhi lucidi.

«Impossibile» ripetei.
«Bene, se non mi credi allora..» mi guardò e si alzò la manica della maglia.
«Abbiamo fatto questo tatuaggio assieme» Disse e il mio cuore si spezzò ancora di più.

«Mamma..» dissi con voce rotta.
«Mi dispiace tesoro, non dovevo abbandonarti così, non quando c'era papà che ti picchiava» mi prese nuovamente le mani e questa volta non mi tirai indietro.

«Elle»
Mi girai di scatto e vidi papà.
Cazzo.

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⏰ Last updated: Apr 07 ⏰

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