6

24 1 0
                                    

Il giorno dopo i lividi non mi facevano più male.
Menomale perché non volevo far insospettire Nina, altrimenti avrebbe iniziato l'interrogatorio.

Oggi io e la mia migliore amica ci eravamo messe d'accordo per passare una giornata solo noi, quindi oggi andremo al centro commerciale a fare shopping.

Quando me l'ha chiesto ero più che felice e ho accettato prima che finisse la frase.
Dovevo stare più lontana da quella casa, da papà e soprattutto da Aaron.
Specialmente lui.

Dopo ieri sera mi sono sentita in colpa.
Oggi a colazione non gli ho parlato proprio mentre sentivo il suo sguardo su di me, infatti mi sentii in colpa il doppio.

Ora per non incontrarlo sto andando a casa di Nina per prepararci e andare a quel centro commerciale.
«Ei» mi dice Nina aprendo la porta e abbracciarmi.
Quando ha saputo che hanno pubblicato quelle foto, lei impazzì, come se lo avessero fatto a lei.

«Ei» salutai con un sorriso.
Lei si mise accanto alla porta per farmi entrare e così feci.
I suoi genitori erano sempre a lavoro perciò avremmo la casa tutta per noi.
«Allora» dice entrando in stanza e facendomi il segno di andare a sedermi davanti allo specchio.

«Ha visto quelle foto?» mi chiede.
«Chi?»
«Aaron»
Quando sentì il suo nome il mio sorriso si spense.
Annuisco.
«Che cosa ti ha detto?» dice tutta felice.
«Chi era stato e poi basta, non se ne fregato niente» alzai le spalle.

In realtà mi aveva abbracciato, mi aveva baciato tutti i lividi fatti da quelle due e da papà e poi mi aveva detto che mi avrebne
protetta, pensai ma non lo dissi.

In realtà non so nemmeno se veramente vuole proteggermi.
L'ultima volta, quando sono andata a letto con lui, il giorno dopo aveva fatto finta di vedermi mettendo voci false in giro, per questo mi ero sentita in colpa per averglielo detto.

Qualche anno fa, nella mia vecchia scuola, avevo detto di papà anche ad una ragazza che pensavo fosse mia amica, inutile dirvi che dopo un giorno lo disse a tutti.
Da quel momento in poi mi videro non come Blaire ma come quella ragazza che veniva picchiata dal padre.
Mi guardavano con compassione, e io odiavo quello sguardo.

Infatti dopo non dissi nulla a nessuno, nemmeno a Nina, e aver detto ad un ragazzo che odio di papà mi fece sentire in colpa.
E se lo avesse già detto ai suoi amici?

Nina mi ridestò dai miei pensieri parlandomi di un ragazzo conosciuto ieri sera ad una festa in cui non ci sono andata per i troppi dolori in tutti il corpo.
Le ho detto che dovevo fare una cosa con papà e lei ci aveva creduto.

«Dio! Era fantastico a letto!»
«Nina!» gridai dandogli uno schiaffetto sulla mano mentre lei mi pettinata.
Rise della mia innocenza e dopo passò al trucco.

Il mio telefono squillò e quando vidi che era un numero non salvato decisi di rispondere.
«Tesoro» dice una voce che conoscevo benissimo.
Solo un ragazzo mi chiamava così, e quel qualcuno si chiama Aaron Davis.
Come ha avuto il mio numero?

«Ciao» dico in imbarazzo.
«Dove sei?» chiese.
«Da una mia amica»
Rimase in silenzio poi mi borbottò un 'ok' scocciato e riattacca.
«Era Aaron giusto? Che ti ha detto?» mi tempestò di domande.
Alzai le spalle. «Mi ha chiesto dov'ero»

«E..?»
«E cosa? Gli ho detto che ero con una mia amica, hai sentito anche tu»
Rise di nuovo e continuo ad aggiustarmi.

Dopo essere pronte uscimmo di casa, non so il perché mi ha fatto mettere un vestito nero che lascia poco all'immaginazione però la lasciai fare, oggi non avevo voglia di discutere.

Lei invece si era messa un vestito rosso brillantinoso.

«Non stiamo andando al centro commerciale giusto?» domandai facendo un respiro profondo.
Abbassò il capo.
Beccata.
«Non saresti venuta sennò» mise il broncio e io sorrisi a quella scena.
«Be' i vestiti non erano adatti al centro commerciale anche uno stupido l'avrebbe capito» risi ancora.

Non obiettai, volevo distrarmi perciò ero più che felice di andare a quella festa.

Quando arrivammo era piena di gente che beveva, si baciavano e ballavano.
Mi immischiai in quella gente sudata con Nina se non fosse che poi la persi di vista.

Sbuffai.
Mentre andai dritta al bancone una mano mi prese il posto e mi portò in un posto con meno gente.
Cercai di gridare ma la persona dietro di me mi tappò la bocca.
«Shh, sono io» dice sbattendomi contro il muro.
«Aaron?» sussurrai sorpresa.
«Eri da un'amica eh?» si mise a braccia conserte.

Lo guardai senza proferire parola.
Ero venuta a questa festa apposta per stare lontana da lui e ora me lo ritrovo anche qua.
«Mi ha convinto Nina a venire, ora devo andare ciao».
Me ne andai non aspettando una sua risposa, aumentai il passo nonostante Aaron stava chiamando il mio nome da ore, scossi il capo, non dovevo rivolgergli la parola, dovevo allontanarmi.

«Blaire Winters?» dice qualcuno con una nota divertita.
Mi girai per vedere da chi provenisse la voce e quando vidi chi era il mio cuore perse un battito.
Nathan era qui.
«Nathan!» gridai abbracciandolo e stringendomi a lui come un koala.
«Fratellone! Che ci fai qua?» alzai la voce per farmi sentire dalla musica.
«Mi sono preso delle vacanze con la mia ragazza» mi sorride.

Nathan era mio fratello maggiore, papà picchiava anche lui, se ne andò da casa proprio per questo.
Non sopportava più doversi subire gli insulti da parte sua, ammetto che ci sono rimasta un sacco male, mi sentivo tradita.
Mi sembrava la mamma, che se ne era andata per lo stesso motivo, ma alla fine lo perdonai perché non potevo vivere senza il mio fratellone!

«Come hai fatto a trovarmi?»
«Mi ero messo d'accordo con Nina» rise.
Feci lo stesso scuotendo il capo.
Mi resi conto che ero ancora attaccata a lui perciò scesi e mi misi davanti a lui.
«Come sei cambiata B» mi diede un bacio sulla guancia.
«Anche tu sei cambiato tanto» sussurrai.

«Chi è lui?»
Mi girai e vidi Aaron fulminare Nathan con lo sguardo.
«Nathan» dice porgendogli la mano, Aaron prima fulminò con lo sguardo la mano e poi la faccia di Nathan, anche se titubante strette la mano per poi staccarla subito.
«Suo fratello» aggiunse poi mettendosi le mani in tasca.

Il visto di Aaron cambiò. Non era più incazzato.
«Emh, Nathan lui è Aaron, Aaron lui è..be' conosci già il nome» farfugliai agitata.

«È il tuo ragazzo?» Nathan si girò verso di me con un sorriso malizioso.
«Cosa? No!» scossi la testa.
Rise per un paio di minuti poi ritornò serio, intanto Aaron se ne andò salutandoci sbuffando.
«Papà?» chiese quasi timoroso.
«Ti..picchia ancora?» continua deglutendo.

Annuisco lenta.
«Merda»

Già. Merda.

ti proteggerò Where stories live. Discover now