04. Sei il mio incubo

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LSD – Genius ft. Sia, Diplo, Labrinth
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 Sia, Diplo, Labrinth00:15━❍──────── - 03:43↻     ⊲  Ⅱ  ⊳     ↺VOLUME: ▁▂▃▄▅▆▇ 100%

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I difetti, oltre ad essere bellissimi, a volte sono indispensabili.

I difetti aprono le porte ai lamenti, ci offrono un motivo per amare ciò che gli altri odiano; ci spingono a migliorarci, sono in grado di farci sentire diversi in una società che ci vuole tutti uguali, tutti perfetti, tutti disciplinati.

Se io non mi fossi dimenticata di guardare l'ora sul cellulare, non avrei perso l’autobus e adesso non starei correndo verso la fermata con queste magnifiche ciambelle, che vengono sballottate da una parte all’altra nel sacchetto di carta che stringo tra le dita.

Grazie a questo mio piccolo difetto, ovvero ignorare costantemente l'esistenza del cellulare, so per certo che a breve strapperò un sorriso ai miei fratelli.

Arresto bruscamente la mia corsa e mi porto una mano sul petto, tastando involontariamente i gioielli che graffiano contro il mio capezzolo.

Al momento le mie tette navigano nell’oro.

Una signora mi lancia un’occhiata confusa, e poi riporta lo sguardo davanti a sé, assottigliando le labbra e scuotendo il capo.

«Non mi stavo toccando», mormoro, ma vengo ignorata. Mi giro dall’altro lato e infilo la mano nel reggiseno, spostando quel dannato anello che continua a premere su un punto molto sensibile del mio seno. Un ragazzo spalanca la bocca e mi guarda esterrefatto.

«Santo cielo», dico tra i denti e finalmente mi ricompongo.

Mi chiedo se Peter sia riuscito a rubare qualcosa o se Mallory sia stata troppo dura con lui.

Dovrei sentirmi una persona orribile per ciò che ho fatto. Ma ho zero sensi di colpa e a volte mi chiedo se io sia nata con meno emozioni o se si tratti semplicemente di puro egocentrismo.

Una graziosa nonnina mi ha persino regalato una collana, perché secondo lei la pietra è dello stesso colore dei miei occhi. È d’argento, non ha un grande valore, dunque cercherò di metterla da parte.

Sono stanca, sfinita e ho una grande fame.

Mi appoggio con la spalla ad un totem pubblicitario e nascondo uno sbadiglio dietro il palmo della mano.

Una macchina nera lucida, dall’aspetto parecchio costoso, mi sfreccia davanti. Rallenta. Fa marcia indietro e si ferma.

Le mie dita affondano ancora di più nel sacchetto unto e rafforzo la presa; i miei occhi seguono guardinghi il movimento del finestrino mentre si abbassa.

Wicked Game Where stories live. Discover now