06. Un fantastico partner in crime

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Adam Jones – You can run
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Questa serata potrebbe andare meglio, molto meglio. Eppure precipito verso in vortice di follia e scelte sbagliate.

Cosa diamine c’è che non va in me?

Con la spalla riesco a scansare qualche corpo sudato e mi faccio spazio tra la calca di persone ubriache.

Rimango al centro della pista, le luci stroboscopiche turbinano intorno a me in modo caotico; sembrano lame variopinte che mi si conficcano negli occhi.

Qualcuno mi spinge in avanti; mi aggrappo alle spalle possenti di un ragazzo.

«Ehi, stai più attenta», mi rimprovera e mi guarda truce. Ho fatto cadere il suo drink.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato in me. È come una pallina di piombo al centro del mio petto che si surriscalda nei momenti peggiori.

Devo essere vigile. Devo essere scaltra. Non posso fare un passo sbagliato, altrimenti metterei nei guai i miei fratelli.

La luce rossa abbraccia nuovamente tutti i presenti, la musica mi trasporta per pochi secondi da un’altra parte.

Cala di nuovo il silenzio e qualcuno mi afferra la gola da dietro. «Saresti in grado di far scorrere il sangue tra di noi?», un sussurro glaciale si fa strada nelle mie orecchie.  

La musica riparte e io mi giro di scatto, ma il ragazzo si sta già allontanando. Non è River, non ha i tatuaggi sulle braccia.

L’adrenalina ruggisce nelle mie vene, il soffitto sembra sul punto di crollare e schiacciarmi da un momento all’altro.

Mi guardo intorno, la gente è su di giri.

Occhi lucidi, sorrisi troppo grandi, risate squillanti che squarciano l’aria.

Qui dentro sono tutti disgustosamente ricchi, ma veniamo risucchiati dalla stessa merda.

Allaccio le dita intorno al polso di Mallory, lei smette di sorridere e di ballare e si gira verso di me. Faccio un cenno verso la sua borsetta e in pochi secondi la fa scivolare tra le mie mani. Mi lancia un’occhiata interrogativa.

«Ci vediamo tra un po’. Non stare in pensiero per me, vi raggiungerò direttamente a casa», le dico e poi cerco di sgusciare fuori da questo covo di depravati.

Un pensiero stupido si spinge in superficie, ma io cerco in tutti i modi di rispedirlo sul fondale.

Elias è così? È come loro? O forse anche lui è abituato a calarsi nei panni di una persona che non esiste davvero? È solo una facciata?

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