08. Soltanto per cinque secondi

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Taylor Swift - Haunted
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Adoro correre. È liberatorio. E io sono veloce.

Mi sento leggera, soprattutto, quando il vento soffia forte e mi spinge in avanti. È per questo che amo correre anche in inverno.

Mi piace sentire l’aria gelida sferzarmi le guance. Come il bacio tenero dell’inverno che mi si posa sul viso, tingendomi gli zigomi di una sfumatura rosea.

I miei occhi abbracciano avidi l’ambiente che mi circonda, anelano a raggiungere una libertà quasi proibita. E io corro, corro e non mi fermo, perché soltanto i perdenti si fermano quando sono vicini al traguardo.

Con la coda dell’occhio intravedo un’altra figura invadere il mio campo visivo, percorrere la mia stessa strada.

Punto il naso all’insù, accentuando il mio sdegno.

Corre al mio fianco senza dire una parola. Ma lo fa con il sorriso sulle labbra.

Lo fa per dispetto.

Lo fa per farmi innervosire.

«Sparisci, Bailey», ringhio mentre aumento il passo. Sento i muscoli dei polpacci bruciare, tendersi e contrarsi.

«Il percorso non ti appartiene, Parker», ribatte e mi impongo di non girarmi verso di lui.

«Tra tutti i maledetti posti…», mormoro e cerco di prendere le distanze da lui, ma al contrario Elias continua a mantenere il mio stesso ritmo. Non si stanca. Di solito tutti si fermano per una breve pausa. Lui sembra determinato come me. «Gliel’hai già fatta pagare ad Aaron?», domanda.

Lo guardo di sbieco. «L’avresti già saputo», rispondo con gelida indifferenza.

«Devo preoccuparmi? A lui farai saltare in aria la casa?», chiede e percepisco il sorriso nelle sue parole. Se sapesse che non sono stata davvero io bruciargli l’auto, ma che ho avuto un piccolo aiuto, la pianterebbe di lanciarmi frecciatine?

«Dovresti pensare a te stesso, Elias», ribatto, il tono neutro.

Accorcia ancora un po’ le distanze. «Perché?»

Guardo l’Apple watch che ha al polso e scorgo rapidamente l’ora.

«Perché quando ti preoccupi troppo per gli altri, abbassi inevitabilmente la guardia. Qualcuno potrebbe colpirti quando meno te l’aspetti.»

Lo sento ridere. «Parli per esperienza?»

«Ti stavo avvertendo.»

«Felice di sapere che sono ancora io il tuo preferito.»

Arriccio il naso. «Non ho intenzione di ferire il ego oggi. Non voglio farti piangere.»

«Di solito sono io che faccio piangere gli altri», diventa di colpo serio.

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