Wake Up Pt.I

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 Los Angeles, 2020

Il cellulare di Julie suonò un paio di volte per ricordarle di alzarsi in tempo, eppure lei sembrava aver ignorato entrambi gli allarmi, infilando la testa ancora più in profondità sotto il piumone; nella speranza che suo padre potesse scambiarla per una parte integrante dell'arredamento permettendole così di saltare le lezioni di quella mattina.

La verità era che l'idea di varcare la soglia dell'aula di musica e tentare, per l'ennesima volta, di suonare qualcosa la faceva stare così male da far sembrare un febbrone da cavallo irrilevante se messo a confronto. Perché lei non sarebbe riuscita a esibirsi, già lo sapeva e non voleva provocare nuovamente le risate di tutti.

Ci aveva provato per sua madre, che non poteva più incoraggiarla, per suo padre e per Flynn che ancora sognava di formare un duo. Ci aveva provato davvero ma era come se la musica l'avesse abbandonata del tutto.

Tuttavia nessuno sembrava capire davvero come si sentisse: certo erano tutti estremamente gentili- nessuno osa essere davvero cattivo, fatta eccezione di Carrie, con la ragazza che ha perso la madre- e sarebbe stata grata alla signora Harris a vita per averla fatta rimanere nel programma musicale nonostante non riuscisse a cantare e suonare.

L'aula era piena di ragazzi, che scrutavano attentamente curiosi di vedere cosa sarebbe successo, eppure per Julie esisteva solo quel pianoforte: nero e ingombrante, simbolo del ricordo di sua madre e di tutto ciò che le impediva di suonare di nuovo. Osservava quei tasti senza ricordare davvero le note che si celavano sotto di essi, come se fosse la prima volta che ne vedeva uno.

Non ce l'aveva fatta e ancora una volta aveva deluso tutti: sua madre, suo padre, Flynn e persino la signora Harris che così tanto si era adoperata per darle un'ultima possibilità.

Sentiva quella sensazione di morsa allo stomaco e le lacrime che si stavano facendo strada nei suoi occhi; per questo motivo senza neanche prendere la borsa che aveva lasciato ai piedi della sua sedia corse fuori dall'aula, aveva bisogno di stare sola e di piangere fino a sentire realmente di essersi sfogata.

Era chiusa in bagno quando sentì la voce di Flynn richiamarla da dietro la porta. Vedeva solo le sue scarpe, alte e coloratissime, ma già quelle sarebbero bastate alla giovane per riconoscere la sua migliore amica.

"Ho rovinato tutto. Mi dispiace per tutti voi che speravate fosse diverso stavolta, vi ho delusi di nuovo."

Le sue parole erano intervallate da singhiozzi mentre le lacrime continuavano a scendere.

***

Aveva ignorato tutti per il resto delle ore scolastiche, subendo passivamente tutte le lezioni limitandosi a scarabocchiare qualche parola sul suo quaderno, alternandola a disegni o a qualsiasi cosa riuscisse a distrarla almeno per qualche secondo.

Poi era tornata a casa e i suoi piedi l'avevano guidata in modo automatico alla sua stanza, aveva nuovamente bisogno di stare sola e pensare a come riprendere in mano quella vita che le sembrava essere rimasta in sospeso dall'esatto momento in cui sua madre aveva cessato di vivere, portando via con sé tutta la musica che fino ad allora aveva abitato il cuore di Julie.

Quando suo padre entrò nella stanza, preoccupato per la sua assenza durante tutto il pomeriggio, notò subito gli occhi gonfi per via del pianto, tuttavia non fece domande; si limitò a sedersi sul bordo del letto della figlia prendendole la mano e aspettando che lei si sentisse pronta ad aprirsi.

Ray Molina sapeva bene quanto Julie avesse sofferto e sapeva bene che un dolore simile non poteva essere accantonato da un giorno all'altro; anche lui aveva passato l'ultimo anno soffrendo per l'assenza della moglie, cercando di essere forte per il bene dei suoi due figli.

Kimi no na wa || Julie and the phantoms's ffWhere stories live. Discover now